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Ticino e Grigionitaliano

Pasqua ortodossa: nonostante profonde lacerazioni, il desiderio di celebrare Cristo risorto

di Gino Driussi
Da tempo il mondo ortodosso sta attraversando una gravissima crisi, il cui inizio si può far risalire al 2016 con il mezzo fallimento del «santo e grande Concilio» – preparato da una cinquantina d’anni – convocato a Creta dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I ma disertato quasi all’ultimo minuto dalle Chiese di Mosca, di Antiochia, della Bulgaria e della Georgia.

Una Chiesa autocostituitasi contro il volere della Russia

Successivamente, tra dicembre 2018 e gennaio 2019, l’auto-costituitasi Chiesa ucraina indipendente chiese e ottenne dallo stesso Bartolomeo l’autocefalia, il che mandò su tutte le furie (ricordiamo che Kiev è la culla storica della Chiesa ortodossa russa) il patriarca di Mosca Kirill, il quale ruppe la comunione ecclesiastica con Costantinopoli e con le Chiese che in seguito hanno riconosciuto la nuova Chiesa ucraina: finora la Chiesa greca, il patriarcato di Alessandria e la Chiesa di Cipro.
Ad aggravare la situazione è poi giunta la tragica guerra in Ucraina: l’appoggio dato a Putin da Kirill ha provocato e sta ancora provocando tensioni e disapprovazioni all’interno stesso dell’ortodossia, persino da parte della Chiesa ortodossa ucraina rimasta fedele a Mosca.
Tutte queste lacerazioni non impediranno ai fedeli ortodossi nel mondo di proclamare questa notte e domani nelle varie lingue «Cristo è risorto – è veramente risorto», in occasione della Pasqua ortodossa, che quest’anno cade una settimana dopo quella del cristianesimo occidentale.

Il dibattito sulla data della ricorrenza pasquale

Ricordiamo che per stabilire la data della Pasqua viene seguita una regola elaborata nel lontano 325 dal primo Concilio di Nicea: la festa della risurrezione di Cristo cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera.
Siccome le Chiese d’Occidente usano il calendario gregoriano (introdotto nel 1582 da papa Gregorio XIII) e quelle d’Oriente rimangono fedeli al calendario giuliano (promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C.), raramente le due date coincidono. L’ultima volta fu nel 2017, la prossima sarà il 20 aprile 2025.
E proprio nel 2025 la cristianità celebrerà il 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea. Questa coincidenza ha risvegliato in diversi ambienti il desiderio di sfruttare una ricorrenza così significativa come una proficua opportunità per portare avanti gli sforzi verso il raggiungimento di una data comune della Pasqua per tutti i cristiani nel futuro.
A questo proposito da tempo si sono espressi favorevolmente, tra gli altri, papa Francesco, il papa copto Tawadros II, il patriarca ortodosso di Gerusalemme Teofilo III e l’arcivescovo Job di Telmessos, rappresentante del patriarcato di Costantinopoli presso il Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra.
Staremo a vedere. C’è da sperare che una soluzione venga trovata prima del 2099, poiché, se nulla cambierà, non ci sarà più nessuna data comune della Pasqua tra quell’anno e il 2900, ossia per ben 801 anni!

Le celebrazioni in Ticino

Chiesa greco-ortodossa (Patriarcato di Costantinopoli): domenica 24 alle 10.30, chiesa di S. Rocco a Bissone.
Chiesa ortodossa russa: sabato 23 a partire dalle 19 e domenica 24 alle 10 nella cappella di Melide (via al Doyro).
Chiesa ortodossa serba: sabato 23 alle 23 nella chiesa di S. Rocco a Lugano e domenica 24 alle 9 nella chiesa di S. Giovanni a Bellinzona.
Comunità ortodossa della Svizzera italiana: sabato 23 alle 22 nella chiesa del Sacro Cuore e domenica 24 alle 10.30 nella chiesa della Madonnetta, entrambe a Lugano.
Chiesa siro-ortodossa: sabato 23 alle 20 nella chiesa di S. Massimiliano a Pregassona e domenica 24 alle 10 nella chiesa di S. Eugenio a Locarno.
Chiesa ortodossa eritrea: sabato alle 24 nella chiesa di S. Lucia a Massagno.
Chiesa ortodossa copta: celebrazioni nella chiesa di Cinisello Balsamo.

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24 Aprile 2022 | 09:36
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