L'arcivescovo Pizzaballa.
Papa e Vaticano

Papa Francesco nomina Pizzaballa Patriarca di Gerusalemme

«La Terra Santa ha cambiato la mia vita, anche la mia vita di fede». Così l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, O.F.M. da oggi nuovo Patriarca latino di Gerusalemme raccontava a EWTN la sua esperienza come Amministratore Apostolico. Oggi la nomina ufficiale.

In Terra Santa, ha detto «ci sono arrivato 30 anni fa. Non conoscevo le lingue. Vengo da un contesto molto, molto cattolico e all’improvviso mi trovavo in un contesto in cui eravamo solo l’uno per cento della popolazione. Ma ho imparato, ho capito [che in] questo pantano di religioni e tensioni politiche, possiamo trovare uomini e donne di fede che possono aiutarti a leggere la tua fede in un modo nuovo attraverso i luoghi santi, le Scritture e gli incontri con gli uomini di fede. È stato meraviglioso».

Guardando ai quattro anni di lavoro come Amministratore Apostolico Pizzaballa ha ricordato: «Sono stati quattro anni difficili e ho avuto un mandato molto chiaro. Primo, per mettere in ordine l’amministrazione. Tutti sapevano che il patriarca latino era molto vicino al fallimento, centinaia di milioni di dollari di debiti. Quindi ho dovuto mettere in ordine e cercare di trovare un modo molto trasparente. Ma, allo stesso tempo, ha avuto l’incarico di lavorare anche nella pastorale per creare più unità nei sacerdoti prima di tutto, nelle diverse comunità: Giordania, Israele, Palestina, Cipro, per trovare ciò che abbiamo in comune e per creare comprensione, fiducia tra le diverse comunità nella stessa diocesi. All’inizio, è stato molto difficile, ma una volta che siamo stati trasparenti, ho sentito che tutte le comunità erano molto solidali e quindi abbiamo potuto superare tutti i nostri problemi.

Sulla situazione dei cristiani in Palestina il Patriarca dice che la povertà sta aumentando, «una delle risorse principali era il pellegrinaggio e ora il pellegrinaggio è totalmente cancellato, l’altra fonte era andare a lavorare in Israele e, a causa del blocco, non si poteva fare. Ciò ha creato una situazione di grande povertà per centinaia di famiglie, specialmente nell’area di Betlemme.

Gerusalemme, una città con una vita che è molto cambiata e sempre uguale al tempo stesso, dice Pizzaballa, «c’è uno status quo, sempre le stesse tradizioni che tu non cambi, ma le persone cambiano. Quindi gli atteggiamenti stanno cambiando. Purtroppo dal punto di vista politico, la situazione è una situazione di maggiore tensione. Ma l’aspetto positivo è che almeno tra noi cristiani abbiamo una migliore comprensione. Il restauro del Santo Sepolcro è solo un esempio del fatto che ora siamo in grado, che in passato era difficile, di cooperare insieme. E anche a livello pastorale, abbiamo molta collaborazione tra noi, che in passato era molto più difficile».

E se si parla di futuro il Patriarca dice: ” Per 30 anni, la maggior parte della mia vita ho vissuto in Terra Santa, quindi faccio parte della Terra Santa. Continuerò a farne parte, quindi dobbiamo rimanere uniti nella preghiera prima di tutto, nell’amicizia e dovunque mi porterà la Provvidenza, io porterò la Terra Santa».

Il cardinale Filoni gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha inviato i suoi auguri al nuovo Patriarca. «L’Ordine intende accompagnarlo nel suo servizio pastorale e ricevere da lui ogni suggerimento per essere in tal modo significativamente partecipe della vocazione della Terra di Gesù quale luogo aperto, accogliente, amato da tutti dove coabitano persone e speranze. Vivi rallegramenti».

L'arcivescovo Pizzaballa. | © vaticanmedia
24 Ottobre 2020 | 15:16
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