Bambini a Gerusalemme invocano la pace.
Internazionale

Da Gerusalemme, padre Faltas della Custodia francescana: «I bambini della Terra Santa implorano la pace»

di Cristina Vonzun

Raggiungiamo al telefono a Gerusalemme padre Ibrahim Faltas, il frate egiziano vicario dal 2022 della Custodia di Terra Santa, direttore delle scuole della Custodia e della «Casa Nova» di Gerusalemme. Faltas è stato viceparroco a Betlemme e responsabile dello Status Quo della Basilica della Natività. Determinante fu la sua mediazione tra palestinesi e israeliani durante l’assedio alla Basilica di Betlemme nel 2002. «La situazione è molto grave. La guerra – ci dice – ha portato morte e distruzione e la gente soffre molto. Ricevo tante richieste di aiuto ma non è semplice aiutare in questo momento. Cerchiamo di stare vicini ai bisogni delle famiglie». L’infinita tensione tra Israele e Palestina è riesplosa in cruenta violenza con l’attacco di Hamas del 7 ottobre e la successiva indicibile strage nel Kibbutz con la conseguente risposta israeliana che ha in particolare Gaza come epicentro (dove vive la più antica comunità cristiana al mondo) ed ora anche la Cisgiordania.

Padre Ibrahim, come vivono queste ore i cristiani a Gaza?
«A Gaza la comunità cristiana sta malissimo. Sono riuniti nelle chiese e nelle scuole ma anche lì non sono al sicuro. Mancano beni essenziali e le difficoltà di trovare cibo e medicine sono tante.
Abbiamo visto scene di morte e di violenza, al dolore della morte di tanti innocenti si aggiunge l’impossibilità di curare e salvare i feriti e di aiutare i sopravvissuti che hanno perso tutto».

E in Cisgiordania?
«In Cisgiordania la situazione è altrettanto complessa. Alle limitazioni della guerra, si aggiunge la mancanza di lavoro per i nostri cristiani, impegnati nel turismo. Spesso ci sono scontri con l’esercito e la gente deve restare chiusa in casa. Soprattutto i bambini soffrono per questa guerra e dobbiamo aiutarli a superare la paura e la tristezza. Ma non sarà facile superare questi traumi. I loro occhi sono tristi e non sorridono!».

Ci sono iniziative di pace portate avanti dalla gente?
«Ci siamo riuniti molte volte a Gerusalemme e a Betlemme per pregare e per parlare di pace. Nella Terra Sancta School i bambini e i ragazzi hanno scritto preghiere e messaggi, hanno disegnato, hanno cantato. Hanno espresso sentimenti commoventi ma prevale la paura e bisogna incoraggiarli e dare loro motivi di speranza. A Betlemme, davanti alla Basilica della Natività, i bambini di tutte le scuole della città hanno chiesto la pace per tutti i bambini del mondo».

In Terra Santa ci sono cristiani di confessioni diverse: com’è la situazione tra le Chiese oggi?
«Questa guerra ha reso più forti le relazioni fra le Chiese cristiane di Terra Santa. Ci siamo incontrati più volte per pregare insieme e sono stati momenti belli e importanti».

Quanto è importante la presenza di istituzioni cattoliche in Terra Santa, tra l’altro diverse sono sostenute sia dagli antichi Ordini equestri che dalla Svizzera?
«L’istruzione e la sanità sono due necessità primarie per chi vive questa realtà. C’era bisogno di sostegno prima della guerra, ora e dopo che questo orrore sarà finito, sarà indispensabile aiutare e dare aiuto attraverso opere e iniziative di istituzioni già da tempo impegnate in Terra Santa».

Lei riesce a vedere una via d’uscita a questa situazione e quale?
«La via d’uscita è sempre e solo una: il dialogo fra le due parti. Lo ripeto da anni e non mi stancherò mai di chiedere l’intervento della comunità internazionale e delle sue istituzioni per una mediazione giusta. Ma prima di tutto bisogna far tacere le armi per salvare vite umane e per porre fine ad una spirale di odio e di violenza presente da troppo tempo in Medio Oriente».

Le parrocchie in Svizzera accoglieranno in Avvento la «luce di Betlemme», fiaccola di pace che parte dalla Terra Santa. Che messaggio vorrebbe lasciarci per accompagnare l’arrivo di questo segno?
«Chiedo agli uomini e alle donne di buona volontà di impegnarsi e di lavorare sempre a favore della pace. Ognuno di noi può fare tanto e insieme possiamo chiederla con più forza. A Betlemme è nato il Principe della pace. Affidiamo a Lui le nostre preghiere e chiediamo insieme la pace fra i popoli. Oggi e sempre la pace è il dono più prezioso che nostro Signore può offrire a questa umanità ferita!».

Per aiutare il Caritas Baby Hospital di Betlemme: aiuto-bambini-betlemme.ch.

Bambini a Gerusalemme invocano la pace. | © custodiaterrasanta
19 Novembre 2023 | 07:01
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!