Papa Francesco: l'economia non favorisca la tratta

Benedetta Capelli e Gabriella Ceraso – VATICAN NEWS / Red

Domani, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, religiosa sudanese che conobbe le umiliazioni e le sofferenze della schiavitù, si celebra la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone.

Con queste parole il Papa anticipa, al termine dell‘Angelus di domenica 7 febbraio, l’appuntamento della VII Giornata mondiale dedicata alla preghiera e alla riflessione contro la tratta di persone, che si tiene l’8 febbraio, memoria liturgica di Santa Bakhita, schiava venduta e violata sin dall’età di 9 anni, in un piccolo villaggio del Darfur dell’Ottocento, e divenuta poi canossiana, Santa e simbolo dell’impegno della Chiesa contro la schiavitù.

La settima edizione, a causa della pandemia, si svolge interamente on line, in una vera e propria Maratona coordinata da Talitha Kum – la rete della vita consacrata contro la tratta di persone dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) – a partire dalle 10 fino alle 17, in diretta streaming sul canale YouTube della Giornata mondiale, con traduzioni in cinque lingue. Anche il Papa vi prenderà parte con un videomessaggio che porterà la sua voce nelle diverse aree del pianeta, per accendere i riflettori e sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle principali cause della tratta di persone, il modello economico dominante, i cui limiti e contraddizioni sono acuiti dalla pandemia di Covid-19. Il tema, infatti, di questa edizione è: «Economia senza tratta di persone».

Francesco lo ricorda al termine dell’Angelus esprimedo l’auspicio che, con l’aiuto di Santa Bakhita, mai uomini e donne possano essere considerati merce:

Quest’anno l’obiettivo è lavorare per un’economia che non favorisca, nemmeno indirettamente, questi traffici ignobili, cioè un’economia che non faccia mai dell’uomo e della donna una merce, un oggetto, ma sempre il fine. Il servizio all’uomo, alla donna, ma non usarli come merce. Chiediamo a Santa Giuseppina Bakhita che ci aiuti in questo.

Tante volte Francesco ci ha guidato al dolore delle vittime della tratta. Lo ha fatto di recente, nella sua toccante lettera a Joy, protagonista del libro di Mariapia Bonanate, una donna corcifissa dal dolore, una presenze fantasma sulle nostre strade dalle quali fuggiamo lo sguardo.

Quella di Joy è una storia che accomuna tante altre persone, come lei rapite in una catena infernale e colpite dalla tragedia dell’invisibilità della tratta. Una storia tanto sconosciuta quanto sinistramente onnipresente nelle nostre società globalizzate. A ben guardare, la sua via crucis si dispiega come un mosaico di realtà vissute dai tanti fratelli e sorelle più vulnerabili, resi «trasparenti» agli occhi degli altri.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO, CON LA TESTIMONIANZA DI UNA VITTIMA DI TRATTA, SUL SITO DI VATICAN NEWS

8 Febbraio 2021 | 10:21
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