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Papa Francesco a Santa Marta: «Testardi ma non nell'anima»

Così nella Messa celebrata a Casa Santa Marta prende spunto dalla Lettura odierna che narra la conversione di Paolo sulla via verso Damasco per far comprendere il valore della docilità e dell’apertura del nostro cuore alla voce di Dio.

La Conversione di Sàulo di Tarso sulla via di Damasco, chiamato dalla voce del Signore, è un «cambio di pagina nella storia della Salvezza», segna l’apertura ai «pagani, ai gentili a coloro che non erano israeliti», in una parola è «la porta aperta sulla universalità della Chiesa» ed è permessa dal Signore in quanto è «una cosa importante». Così Papa Francesco questa mattina nell’omelia pronunciata a Casa Santa Marta presenta ai fedeli il passo noto degli Atti degli Apostoli che nasce dalla scelta di Gesù di cambiare la vita di un uomo, fino ad allora persecutore dei cristiani.

Al centro dell’omelia dunque la figura dell’Apostolo delle Genti che, cieco, rimase a Damasco per tre giorni senza cibo nè acqua, finchè Anania mandato dal Signore, non venne a restiturgli la vista dandogli la possibilità di iniziare il cammino di conversione e predicazione «colmo di Spirito Santo».

Pochi importanti tratti per definire Paolo: era «un uomo forte» e «innamorato della legge, di Dio, della purezza della legge», ma era «onesto» e, anche se con un «caratteraccio», era «coerente»:

Prima di tutto era coerente perché era un uomo aperto a Dio. Se lui perseguitava i cristiani era perché era convinto che Dio voleva questo. Ma come mai? E come mai, niente: era convinto di quello. E’ lo zelo che aveva per la purezza della casa di Dio, per la gloria di Dio. Un cuore aperto alla voce del Signore. E rischiava, rischiava, andava avanti. E un’altra traccia del suo temperamento è che era un uomo docile, aveva la docilità, non era un testardo.

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10 Maggio 2019 | 12:44
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fede (114), Omelia (50), PapaFrancesco (1459), san paolo (5), SantaMarta (193)
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