Il Papa andrà in Salvador per canonizzare Romero

Romero sarà santo e lo canonizzerà papa Francesco. Lo annuncia il primo cardinale della storia del Salvador, Gregorio Rosa Chavez, recentemente nominato dal Pontefice.

 

Il Porporato informa tramite il suo profilo Facebook che Bergoglio gli ha confermato la sua intenzione di andare nel Paese centroamericano «per la possibile canonizzazione del nostro beato» monsignor Oscar Arnulfo Romero.

 

Il Cardinale darà «più informazioni nei prossimi giorni. Dio lo benedica»

 

L’annuncio arriva alla vigilia della ricorrenza, domani, Festa dell’Assunta, dei 100 anni dalla nascita di Romero, assassinato sull’altare il 24 marzo del 1980 a San Salvador, la città di cui era arcivescovo, dagli «squadroni della morte» mentre celebrava la Messa nella cappella dell’ospedale della Divina Provvidenza. A ucciderlo, per far tacere per sempre la sua voce che condannava e denunciava la repressione del popolo compiuta dal regime, un sicario su mandato di Roberto D’Aubuisson, leader del partito nazionalista conservatore Arena (Alianza Republicana Nacionalista).

 

Nell’omelia il vescovo martire Romero aveva ripetuto la sua denuncia contro il governo di El Salvador, il quale aggiornava quotidianamente le mappe dei campi minati mandando avanti bimbi che finivano squarciati dalle esplosioni.

 

Mentre il giorno prima di morire aveva invitato apertamente gli ufficiali e tutte le forze armate a non eseguire gli ordini, se questi erano contrari alla morale umana: «Io vorrei fare un appello particolare agli uomini dell’esercito e in concreto alla base della Guardia nazionale, della polizia, delle caserme: fratelli, appartenete al nostro stesso popolo, uccidete i vostri stessi fratelli contadini; ma rispetto a un ordine di uccidere dato da un uomo deve prevalere la legge di Dio che dice «Non uccidere». Nessun soldato è tenuto ad obbedire ad un ordine contrario alla Legge di Dio. Vi supplico, vi chiedo, vi ordino in nome di Dio: «Cessi la repressione!»».

 

La causa di canonizzazione di Romero era rimasta ferma per lungo tempo a causa dell’opposizione di vari presuli, non solo sudamericani, che temevano la strumentalizzazione politica della santificazione di Romero specie da parte delle forze di sinistra latinoamericane: è stata sbloccata dapprima da papa Benedetto XVI e poi con l’atto finale da papa Francesco.

 

Ora la causa di Romero attende l’ultimo passo della proclamazione, per cui non mancherebbero ancora resistenze. Ma il postulatore della causa, l’arcivescovo monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell’Accademia per la Vita – che sabato ha partecipato a una messa nella cattedrale londinese di San Giorgio a Southwark, dov’è conservata una croce con le reliquie del Beato – è stato chiaro: «Siamo a buon punto – ha detto a Radio Vaticana – Stiamo esaminando un miracolo che riguarda una donna incinta e il suo bambino che sono stati, speriamo, miracolosamente guariti per intercessione di Romero. È stato terminato il processo diocesano, che è giunto a Roma e abbiamo iniziato l’esame del miracolo. Mi auguro che il processo vada a compimento presto. Se tutto questo accade, è possibile che anche l’anno prossimo si possa sperare di celebrare la canonizzazione di Romero».

 

Alle commemorazioni di questi giorni in El Salvador partecipa a nome del Pontefice l’inviato speciale cardinale Ricardo Ezzati, arcivescovo di Santiago del Cile.
 

Papa Francesco alcuni mesi fa, nell’omelia a Casa Santa Marta del 23 maggio scorso, aveva rammentato che «nella mia terra» sudamericana, «tanti, tanti uomini e donne, consacrati buoni, non ideologi, ma che dicevano: «No, la Chiesa di Gesù è così?» – «Questo è comunista, fuori!», e li cacciavano via, li perseguitavano. Pensiamo al beato Romero, no?, cosa è successo per dire la verità».

Domenico Agasso – VaticanInsider

15 Agosto 2017 | 08:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
romero (25)
Condividere questo articolo!