E il Salvador ora chiede che san Romero diventi «Dottore della Chiesa»

Nell’omelia pronunciata per l’apertura della trentaseiesima Assemblea del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) tenutasi proprio in El Salvador nel maggio 2017, il nunzio apostolico nel Paese Leon Kalenga, a sua volta dottorando in Diritto canonico, aveva promesso che avrebbe perorato il riconoscimento di Romero come Dottore della Chiesa.

Adesso, in occasione della canonizzazione, Jose Luis Escobar Alas, a nome dei vescovi salvadoregni, ha rinnovato la petizione. Così il successore di Romero ha chiesto al Papa «di autorizzare l’apertura del dovuto processo affinché Oscar Romero divenga un Dottore della Chiesa, poiché siamo sicuri che la sua testimonianza di vita e di insegnamento sarà un faro di luce nel mondo di oggi».

L’antesignano di una tale proposta può essere considerato Robert Pelton, un sacerdote statunitense che da trent’anni organizza le giornate romeriane nell’Università Notre Dame in Indiana. L’edizione 2017 nell’importante istituzione cattolica ebbe luogo come sempre in prossimità del giorno fatidico dell’assassinio, il 24 marzo, presenti i cardinali di Manila Luis Antonio Tagle e dell’Honduras Óscar Rodríguez Maradiaga. Tra una esposizione e l’altra, Pelton lanciò la proposta di onorare con il titolo di «Dottore della Chiesa» il martire di El Salvador. Argomentò che a Romero poteva essere ricondotto «un corposo magistero di testi che peraltro già sono oggetto di studio in molte università e istituti di formazione legati alla Chiesa, soprattutto in centri nati da laici e chierici impegnati con il popolo».  

Per essere riconosciuto come «Dottore», come spiega la dottrina, un santo deve portare qualcosa di originale che getti nuova luce sulla rivelazione divina, i suoi scritti «devono aver esercitato una influenza considerevole sul pensiero della chiesa per un periodo di tempo apprezzabile, il suo insegnamento deve avere avuto tanto una rilevanza pastorale per i contemporanei come un valore perenne, e deve essere qualcosa di più del pensiero di un catechista o un predicatore infaticabile, un grande asceta e servitore dei poveri, o il principale promotore di un movimento importante o di devozione religiosa».

Tra la moltitudine dei santi riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa attraverso i due millenni, solo in trentasei sono coloro che sono stati dichiarati «Dottore della Chiesa», titolo riservato, appunto, per i più eminenti maestri tra i santi, riconosciuti di eminens doctrina (conoscenza eminente), insignis vitae sanctitas (un alto grado di santità) e di Ecclesiae declaratio (l’annuncio della Chiesa).

E San Romero, per l’arcivescovo di San Salvador che ha rilanciato l’audace reclamo all’indomani della cerimonia in Piazza San Pietro ha tutti i titoli per esserlo. Nè vi si oppongono gli antecedenti statistici circa l’esiguità di chi la Chiesa ha onorato con il massimo titolo di «Dottore» che non superano le trentasei unità in due millenni di storia cristiano-cattolica.

(vaticaninsider/red)

 

17 Ottobre 2018 | 06:20
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