Chiesa di S. Michele a Palagnedra: dettaglio dei dipinti dell’antico coro prima dei restauri (foto Massimo Pedrazzini, Archivio UBC).
Ticino e Grigionitaliano

Nella chiesa di S. Michele a Palagnedra rivive l’arte di Antonio da Tradate

Di Antonio da Tradate – attivo tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento – il Ticino conserva le opere maggiori: a Ronco sopra Ascona, Ascona, Negrentino, Arosio, Gnosca, Verscio, Gorduno solo per citare alcune località dove è testimoniata l’attività del pittore di origini lombarde. Ma è nel cuore delle Centovalli, in quella che fu, sin dalle origini, la chiesa principale dell’intera vallata, che il pittore poté esprimere al meglio il suo estro creativo. La chiesa di S. Michele conserva infatti uno dei cicli pittorici più interessanti mai prodotti dall’artista. Inagibili per restauri dal 2020, torneranno a essere fruibili ai visitatori dal prossimo autunno, con il concludersi del progetto di risanamento che ha coinvolto congiuntamente Ufficio dei Beni culturali (UBC) e parrocchia.

Un bene culturale protetto

«Quando il Canton Ticino si dota di una legislazione a favore della tutela dei monumenti, la chiesa viene inserita già nel 1911 nel primo elenco dei beni culturali protetti», ci spiega l’architetto Miriam Ferretti dell’UBC. «Edificata a partire dal 1628 e terminata nel 1731, come attesta la data dipinta sulla facciata, la costruzione è caratterizzata da una navata unica rettangolare con due cappelle laterali e coro poligonale, dal quale si accede all’antico coro, posto a destra del presbiterio, decorato dal prezioso ciclo di affreschi tardomedievali del Tradate. I dipinti si trovano sulla parte più antica del monumento, che apparteneva alla chiesa duecentesca orientata ad est».

Scene ricche di dettagli e colori

L’intero complesso pittorico è caratterizzato da una notevole ricchezza. «Sulla volta a crociera – ci spiega Ferretti – sono raffigurati il Cristo Pantocratore con i quattro Evangelisti mentre nelle vele i Padri della Chiesa latina, cioè Agostino, Ambrogio, Girolamo e Gregorio Magno, con S. Michele Arcangelo, S. Vittore – patrono dell’antica pieve di Locarno – e S. Abbondio. Sulla parete orientale è invece raffigurata la scena della Crocifissione mentre sulle pareti laterali i dipinti sono suddivisi in due registri: nella parte superiore i dodici Apostoli; nella parte inferiore un interessante ciclo dei mesi all’interno di spesse cornici di colore rosso, al di sopra delle quali sono indicati i nomi dei mesi in lettere gotiche. Nelle lunette laterali, si scorgono due scene relative alla Passione di Cristo: a destra la Preghiera nell’Orto degli Ulivi e a sinistra la Salita al Calvario. Sull’arco trionfale, infine, sono rappresentati S. Agata e due profeti mentre sulla parete settentrionale una Madonna del latte e S. Michele».

Chiesa di S. Michele a Palagnedra: dettaglio dei dipinti dell’antico coro prima dei restauri (foto Massimo Pedrazzini, Archivio UBC).

Nello stesso periodo Antonio da Tradate era impegnato nella decorazione della chiesa di S. Fedele a Verscio e della chiesa di S. Martino a Ronco sopra Ascona. «Anche in queste opere, simili dal punto di vista iconografico e stilistico, il pittore tradatese conferma il suo talento e si distingue per la ricchezza cromatica delle scene e per la cura del dettaglio, per esempio nei preziosi tessuti damascati degli abiti dei personaggi, pur restando fedele alle rigide regole dell’arte medievale tradizionale».

L’ottima conservazione del tesoro artistico di Palagnedra è dovuta, in parte, ad alcune scelte fortuite attuate nei secoli dai parrocchiani: «Gli eccezionali dipinti si sono conservati in gran parte nel loro stato originale, anche grazie al fatto che l’antico coro, declassato a sagrestia della nuova chiesa, è rimasto tale per secoli, senza che vi sia stata l’esigenza di coprire le pitture con un nuovo decoro aggiornato. I dipinti sono quindi rimasti inalterati fino alla metà del secolo scorso quando, negli anni 1965-66, intaccati dall’umidità e parzialmente nascosti da grandi armadi, sono stati riportati alla luce e restaurati per la prima volta in modo globale da Carlo Mazzi, seguendo i criteri di restauro dell’epoca. A distanza di cinquant’anni si rendeva ora necessario un nuovo restauro».

I lavori di restauro

La chiesa di S. Michele durante i lavori (foto Miriam Ferretti).

L’intervento attuale, anche sul resto della chiesa, è stato condotto dalla ditta «A.T.R.» di Andrea Meregalli, sotto la guida dell’ingegnere Angelo Pirrami. «Da marzo a settembre 2020 ci siamo occupati del restauro esterno dell’edificio, ovvero, degli intonaci e del campanile», racconta Meregalli. «La cella campanaria richiedeva un’attenzione specifica a causa di alcuni ingenti danni strutturali. Per gli intonaci, invece, abbiamo deciso di mantenere gli originali del 1700. Consolidati e stuccati, hanno così conservato la tipica colorazione bianca, evitando che il visitatore si trovasse confrontato con qualcosa di totalmente nuovo. Quanto agli affreschi del Tradate, all’interno, sono stati puliti, consolidati e ritoccati, mantenendo le integrazioni pittoriche dell’ultimo restauro. A livello strutturale è stato ricostruito l’arco che separava il coro dal presbiterio, andato distrutto nel 1600. Siamo particolarmente contenti di essere anche riusciti a recuperare, dietro l’altare maggiore, una parte consistente degli affreschi risalenti l’antica chiesa pre-esistente». Sempre sugli interni, Miriam Ferretti ci spiega che sono state mantenute e consolidate le soluzioni estetiche elaborate tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, «quando, con la costruzione del soffitto ligneo della navata e la posa dei pavimenti in piastrelle colorate di cemento, la chiesa viene completamente ridipinta secondo il gusto estetico dell’epoca. Inoltre, in occasione dell’attuale restauro, sono stati restaurati i preziosi arredi, le tele e l’organo Marzoli e Rossi (1914) presente in controfacciata. Per migliorarne la fruizione, la chiesa è anche stata dotata di una nuova illuminazione interna e di un moderno impianto audio». Segno di quanto gli studiosi nel tempo vi si siano interessanti, agli affreschi del Tradate a Palagnedra è dedicata una ricca bibliografia. Segnaliamo, tra i più recenti: Renzo Dionigi, Gli affreschi di Antonio da Tradate in San Michele a Palagnedra, Nomos Edizioni, 2015.

Laura Quadri

Chiesa di S. Michele a Palagnedra: dettaglio dei dipinti dell’antico coro prima dei restauri (foto Massimo Pedrazzini, Archivio UBC). | © (Massimo Pedrazzini/Archivio UBC)
3 Agosto 2022 | 08:45
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!