Ticino e Grigionitaliano

Natale 2022. I commenti al Vangelo

«Lasciati baciare dalla vita che viene»

«Adorare» contiene la bocca, quella di chi prega (l’orante), ma anche quella di Dio che parla, alle cui labbra siamo appesi, perché sprigionano sapienza, amore, luce, fecondità che genera bellezza in noi. Questa parola viva, che abita da sempre il divino, ha baciato la vergine, facendo combaciare in lei le attese di tutto un popolo e la promessa realizzata di un Messia. Natale è la manifestazione di questo bacio fra Dio e l’umanità ed è la festa più bella dell’anno per molti, perché l’amore prende forma umana, la più fragile, la più improbabile, eppure la più riconoscibile. C’è un incanto in questa notte, che nessuna commercializzazione è riuscita ad oscurare: la percezione di un mistero nascosto, anche se visibile, pieno anche se appena nato, che supera ogni nostra immaginazione, tanto che non siamo stupiti se davanti ad esso si inchinano gli angeli. Dalla chiesa di San Rocco a Lugano, nella cappella dedicata alla natività, don Willy Volonté più che commentare le letture, si lascia avvolgere dal fluire della luce che viene nel mondo, quella che illumina ogni uomo e che ha fatto ogni cosa, che in questo giorno prende forma umana. Il prologo di Giovanni, lo leggeremo più volte durante le feste: da esso proviene il senso che ancora una volta fa combaciare le speranze dell’uomo e l’amore di Dio, l’anelito che sale dalla terra e la pioggia di benedizioni che scende dal cielo. In questo bambino – che per vivere si affida agli uomini, da lui pensati prima che il mondo fosse e che respira la nostra stessa vita – trova senso la gioia, ma anche il dolore e la morte. Alcuni iconografi raffigurano la paglia della mangiatoia come una croce, sulla quale riposa il bambino con le braccia aperte, portando il dono di Dio alle sue estreme conclusioni, alla pienezza a cui giungerà l’offerta del Figlio di Dio fatto uomo. Sembra una notte come tante, in cui un nuovo uomo viene alla luce, ma in Lui è la vita stessa a baciare la nostra umanità ferita e a rinnovarla per sempre.

Dante Balbo, Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e su YouTube

«Un annuncio per tutti senza esclusione»

Grande è il rischio che il racconto del Natale di Gesù sia inteso come una suggestiva fiaba che incanta i bambini. No, il Natale è evento storico; infatti il racconto di Luca non esordisce come tutte le favole con «C’era una volta…» ma con precisi riferimenti storici che permettono di situare quella nascita nella storia dell’umanità. Una nascita che addirittura, nel nostro mondo occidentale determina una svolta nel computo del tempo: stiamo concludendo l’anno 2022 dopo Cristo. Certo dobbiamo dire che è evento «periferico» rispetto alle storie ufficiali che proprio non se ne curano, ma non possiamo cancellarlo dalla storia, dalla nostra civiltà, dalla nostra cultura. Dalla nostra fede. Ne è l’evento sorgivo.
C’è nel racconto di Luca una seconda annotazione a prima vista di poca importanza. Maria partorisce il suo figlio primogenito e, avvolto in fasce, lo depone in una mangiatoia perché «non c’era posto per loro nell’alloggio» (2,7). L’evangelista Giovanni dice la stessa cosa con maggiore chiarezza e durezza: «Venne nella sua casa ma i suoi non l’hanno accolto» (1,11). Di nuovo questa nascita è messa ai margini, è «de-centrata», lontana dal centro, spinta alla periferia.
E infine l’ultimo messaggio di questo testo, affidato agli angeli misteriosi portatori ai pastori della buona notizia: «Pace agli uomini che Dio ama» (Lc 2,14b). Seguendo una traduzione errata abbiamo per secoli detto: «Pace agli uomini di buona volontà» e questa espressione – «uomini di buona volontà» –è diventata consueta. Tra le due traduzioni corre una differenza abissale. Il Natale di Gesù porta la pace di Dio, manifesta cioè la sua benevolenza a tutti gli uomini, perché tutti, nessuno escluso, sono oggetto dell’amore di Dio. È un annuncio che non conosce barriere, che non è riservato a pochi eletti ma che è invece spalancato per ogni uomo, anche per coloro che mettiamo ai margini, alla periferia, anche per coloro che lo ignorano. L’annuncio del Natale è per tutti, senza esclusioni.

Don Giuseppe Grampa

25 Dicembre 2022 | 06:37
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