Il vescovo Alain de Raemy
Ticino e Grigionitaliano

Mons. de Raemy per Pasqua: «Regaliamo, con Gesù risorto, un passaggio verso la gioia»

di Alain de Raemy, vescovo, amministratore apostolico della diocesi di Lugano

Quando organizziamo una gita con degli amici, talvolta si pone la domanda: c’è un passaggio per me nella tua auto?
Tempo fa, confessarsi e andare a Messa almeno in occasione della Pasqua veniva percepito come il passaggio offerto, da non mancare, per andare in Paradiso.
Oggi, sono tanti i passaggi liberi per partecipare ai tre giorni – il cosiddetto Triduo pasquale – che ci portano a lasciarci sorprendere da una morte ingiusta che porta pure a una vita giusta.
Vorrei che ci sia in tutti noi una ferma convinzione. Quando Gesù muore in croce, facendosi carico di tutti i nostri debiti di vera carità, ci offre un passaggio. Non un passaggio per il Cielo da acquistare onorandolo almeno una volta l’anno. Lui non vuole essere onorato. Vuole amarci. Sulla croce ci apre il passaggio che ci lega l’uno all’altro. L’ingiusta crocifissione apre le sue braccia a tutti. Ignorandoci o ferendoci a vicenda, crocifiggiamo l’amore. Ma con la sua risurrezione quelle sue braccia allargate che sembravano il fallimento dell’amore, ci indicano eternamente la più grande speranza: in quelle braccia ormai per sempre aperte c’è un cuore aperto a tutti.
Vi propongo dunque, di offrirci a vicenda un passaggio. Il passaggio della benevolenza, che offre in anticipo un sorriso e che apre così la porta del cuore a tutti. E quando veniamo crocifissi proprio da un nostro fratello aiutiamoci a guardare verso Colui che sempre ci sorprenderà, facendo della sua morte ingiusta – quando il colpevole uccide l’innocente! – un passaggio verso la riconciliazione giusta per tutti, perché Lui non smette mai di amarci ugualmente tutti, innocenti e colpevoli.
Un sonetto spagnolo anonimo del XVII secolo non ci indica come acquistare il passaggio verso il Cielo evitando l’inferno, ma ci apre il passaggio dello sguardo rivolto a Gesù crocifisso. Nel suo Amore scopriamo il passaggio offerto a tutti.

No me mueve, mi Dios, para quererte,
El cielo que me tienes prometido.
Ni me mueve el infierno tan temido,
Para dejar por eso de ofenderte.

Non mi muove, mio Dio, per amarti,
il cielo che mi hai promesso,
né mi muove il tanto temuto inferno,
a lasciare per questo di offenderti.

Tu me mueves, Señor!
Tu mi muovi, Signore!

Muéveme el verte clavado en una cruz y escarnecido.
Muéveme ver tu cuerpo tan herido.
Muévenme tus afrentas y tu muerte.

Mi muove vederti inchiodato in una croce e schernito!
Mi muove vedere il tuo corpo tanto ferito.
Mi muovono i Tuoi affronti e la Tua morte.

Muéveme en fin tu amor, y en tal manera,
Que aunque no hubiera cielo, yo te amara,
Y aunque no hubiera infierno, te temiera.

Mi muove alfine il Tuo Amore in tal modo,
che, anche se non avessi Cielo, io Ti amerei,
e, anche se non avessi inferno Ti temerei…

No me tienes que dar porque te quiera,
Pues aunque cuanto espero no esperara,
Lo mismo que te quiero te quisiera.

Non devi darmi nulla perché Ti ami,
perché, anche se non sperassi quanto spero,
lo stesso che ti amo Ti amerei

Il vescovo Alain de Raemy | © cath.ch
9 Aprile 2023 | 10:01
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