Messa nel rito antico
Internazionale

Messa in latino: con Traditionis Custodes si sono ravvivate le guerre liturgiche negli Stati Uniti

A due anni dal motu proprio di papa Francesco Traditionis custodes che limita l’uso della Messa tridentina in latino, le diocesi degli Stati Uniti continuano ad adattarsi. Come si apprende da portali cattolici americani, mentre molti vescovi hanno sviluppato tattiche di aggiramento per permettere alla vecchia liturgia di vivere, altri, al contrario, hanno rafforzato gli ostacoli e i divieti. Le divisioni sulla liturgia sono ampiamente in linea con i diversi gradi di opposizione a papa Francesco presenti nella Chiesa negli Stati Uniti.

Traditionis custodes, che ha abrogato la riforma liturgica di Summorum pontificum di Benedetto XVI, ha introdotto ampie restrizioni su quella che in precedenza era nota come forma straordinaria del Rito Romano, meglio conosciuta come «Messa tridentina» (Traditional Latin Mass o TLM nel termine americano). Quando è stata promulgata nell’estate del 2021, secondo il sito cattolico americano The Pillar molti cattolici americani sono rimasti sorpresi dalla portata delle sue disposizioni, viste come un passo indietro rispetto all’eredità liturgica di Benedetto XVI.

Per celebrare con il rito tradizionale è ora necessaria l’autorizzazione del vescovo e, in linea di principio, esso non può essere celebrato nelle chiese parrocchiali. Alcuni devoti della Messa in latino hanno espresso il loro disappunto e la loro rabbia per questa disposizione, sostenendo che molte diocesi non hanno alternative adeguate alle chiese parrocchiali. A loro avviso, ciò equivarrebbe a un divieto totale, che vedono come una nuova forma di azione punitiva da parte di Papa Francesco.

«Niente di nuovo sotto il sole»

«Non c’è niente di nuovo sotto il sole». «Questo versetto del Siracide (1:19) mi viene in mente quando rifletto sull’agitazione espressa da alcuni», ha ribattuto il cardinale statunitense Blaise Cupich, in un articolo per la rivista dei gesuiti d’America.

L’arcivescovo di Chicago ha opportunamente risposto che la situazione attuale corrisponde alla volontà di papa Giovanni Paolo II espressa nella sua lettera apostolica del 4 dicembre 1988, in occasione del 25° anniversario della Costituzione sulla Liturgia del Concilio Vaticano II. «Come San Giovanni Paolo II, papa Francesco prende sul serio il fatto che il rinnovamento della liturgia è il risultato dell’azione dello Spirito Santo. Non si tratta dell’imposizione di un’ideologia alla Chiesa da parte di una persona o di un gruppo», ha detto il cardinale Cupich.

Il Papa polacco all’epoca aveva constatato che: «Alcuni hanno accolto i nuovi libri con indifferenza o senza cercare di capire o far capire le ragioni dei cambiamenti; altri, purtroppo, hanno ripiegato unilateralmente ed esclusivamente sulle forme liturgiche precedenti, percepite da alcuni come l’unica garanzia di sicurezza nella fede; altri, infine, hanno promosso innovazioni fantasiose, allontanandosi dalle norme stabilite dall’autorità della Sede Apostolica o dai vescovi». «Se noi vescovi vogliamo davvero aiutare i cattolici a ricevere pienamente gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, abbiamo l’obbligo di promuovere, in unione con il successore di Pietro, la piena adozione delle riforme liturgiche del Concilio», conclude Cupich.

Il regno delle deroghe

Nelle settimane e nei mesi successivi alla promulgazione di Traditionis custodes, diversi vescovi americani hanno concesso deroghe per la celebrazione della Messa tridentina nelle chiese parrocchiali, adducendo l’assenza di altri luoghi adatti. Alcuni hanno chiesto l’approvazione preventiva del Dicastero per il Culto divino e, in genere, hanno ottenuto un periodo di transizione di uno o due anni per prendere altre disposizioni, riferisce sempre il sito americano di informazione religiosa The Pillar.

Molti vescovi hanno deciso di destinare all’uso della Messa tradizionale ex chiese parrocchiali non più usate, dopo che era avvenuta una fusione di comunità parrocchiali. Molti commentatori hanno descritto questi come modi intelligenti per aggirare l’intenzione e la volontà di papa Francesco. Finora, l’effetto di Traditionis custodes non ha portato alla totale abolizione delle Messe secondo il rito straordinario che alcuni temevano.

Frattura liturgica nelle diocesi americane

La situazione è ancora in evoluzione, ma mostrerebbe – secondo taluni osservatori -, una mappa liturgica delle diocesi americane sempre più divisa. Da un lato c’è la diffusione di Messe in latino, mentre dall’altro lato alcuni vescovi hanno preso provvedimenti non solo per ridurre la celebrazione con l’Antico Rito, ma anche per imporre nuove norme per la Forma Ordinaria: in particolare sulla questione del latino o su quella della celebrazione rivolta verso il popolo o verso l’altare «ad orientem«, anche se la Traditionis custodes non prevede nulla del genere. In entrambi i casi, la Santa Sede sembra adottare un approccio indeterminato riguardo alle tendenze emergenti, esitando tra l’intervento aggressivo e la tolleranza discreta.

Una questione teologica

In realtà, il dibattito sulla Traditionis custodes va oltre le semplici preferenze e pratiche liturgiche. Secondo molti vescovi, compreso papa Francesco, si tratta di una questione teologica. La stragrande maggioranza dei fedeli della liturgia antica probabilmente dirà di essere attratta dalle forme di riverenza e solennità. Pochi sarebbero contrari ad accettare l’autorità didattica della Chiesa, compreso il Concilio Vaticano II. Ma non si può dire lo stesso del clero e dei vescovi nel mondo americano. L’ultimo decennio ha visto l’ascesa di figure populiste che collegano le loro preferenze per l’antica liturgia a una critica teologica della direzione della Chiesa sotto il pontificato di Francesco, in materia di morale, ecologia, migrazione o economia. Tra questi, l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, l’arcivescovo Carlo Maria Vigano, il cardinale Raymond Burke, il vescovo Joseph Strickland di Tyler, Texas, e padre James Altman della diocesi di Lacrosse, Wisconsin. Queste figure, e i cattolici che guardano a loro per guidare la lotta contro quello che sostengono essere un complotto papale per minare l’insegnamento della Chiesa, sembrano meritare il sospetto e la preoccupazione espressi da Traditionis custodes.

Dibattiti incresciosi

Oltre all’attuazione di Traditionis custodes, che è variata da diocesi a diocesi, i vescovi statunitensi si sono impegnati in una serie di dibattiti sull’Eucaristia, sugli insegnamenti sacramentali e morali della Chiesa e sul sinodo sulla sinodalità. Si può notare che l’applicazione rigorosa di Traditionis custodes corrisponde a diocesi guidate da vescovi che hanno adottato una posizione più progressista su questioni morali e dottrinali, e viceversa, osserva sempre il sito The Pillar.

Contro una Chiesa fortezza

Gran parte dei dieci anni di papa Francesco sulla cattedra di San Pietro sono stati segnati da critiche persistenti e dalla resistenza ostinata dell’ala conservatrice della Chiesa cattolica, in particolare nel mondo anglofono.

Papa Francesco

Questa tendenza di certa Chiesa anglofona è un’opinione che lo stesso papa Francesco ha recentemente condiviso in un’intervista con i suoi confratelli gesuiti durante la sua visita in Portogallo. Papa Francesco ha deplorato il «clima di chiusura» negli Stati Uniti. «E lì, possiamo perdere la vera tradizione e rivolgerci alle ideologie per avere un sostegno. In altre parole, l’ideologia sostituisce la fede, l’appartenenza a un settore della Chiesa sostituisce l’appartenenza alla Chiesa». A suo avviso, la situazione negli Stati Uniti non è facile a causa di un «atteggiamento reazionario molto forte e organizzato». Usando il termine italiano «indiestrismo», che può essere tradotto come retrogrado, ha spiegato che: «Quando si va indietro, si forma qualcosa di chiuso, scollegato dalle radici della Chiesa e si perde la linfa della rivelazione. Se non cambiamo verso l’alto, andiamo indietro». (cath.ch/The Pillar/mp/traduzione e adattamento a cura di redazionecatt)

Maurice Page/cath.ch/traduzione e adattamento catt.ch

leggi anche: sui dissapori tra certa Chiesa americana e il Papa, alcune recenti considerazioni rilasciate da papa Francesco

Leggi anche: la lettera apostolica Vicesimus Quintus Annus di Giovanni Paolo II citata nell’articolo dal cardinale Cupich

Messa nel rito antico | © Claude Truong Ngoc/Wikimedia Commons/CC BY-SA 3.0
3 Settembre 2023 | 15:55
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