«Dante e il suo poema», affresco di Domenico di Michelino nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze.
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Maria nella «Divina Commedia». Una conferenza presso la parrocchia di Besso

di Silvia Guggiari

In occasione del mese mariano appena iniziato, questa sera le parrocchie di San Nicolao della Flüe a Besso e di Santa Lucia a Massagno propongono un momento culturale dedicato alla figura della Madonna all’interno della Divina Commedia (alle 20.30 nella chiesa di San Nicolao a Besso, ingresso libero). Una bella occasione per divulgare la cultura dantesca a tutti e per far scoprire a chi magari ha già dimestichezza con il testo dantesco qualche lato ancora nascosto dell’imponente e straordinaria opera. Il professor Domenico Casiraghi presenterà alcune terzine dantesche che verranno poi recitate da Marco Robuelli. A completare la serata l’interpretazione canora della solista Sofia Riva che, accompagnata all’organo dal maestro Francesco Parravicini, interpreterà cinque canti mariani, l’ultimo dei quali ispirato dalle parole di Dante nella famosa preghiera di San Bernardo.
Partendo dall’inferno fino a giungere al Paradiso, il prof. Casiraghi ripercorrerà i punti dell’opera nei quali Dante cita la Madonna: «Inizierò citando il secondo Canto dell’Inferno – ci spiega il professore –, all’interno del quale Maria prende l’iniziativa per scomodare Lucia, la quale a sua volta si rivolge a Beatrice per invitarla a recarsi nel Limbo e sollecitare il poeta latino Virgilio perché soccorra Dante smarrito nella «selva oscura»». Un intervento, quello di Maria, determinante per la riuscita del viaggio dantesco.
Per tutta la cantica dell’Inferno, come nota il prof. Casiraghi, «né il nome della Madonna né quello di Dio vengono mai pronunciati, ma vengono utilizzate delle parafrasi». Per indicare Dio, ad esempio, nel terzo Canto rivolgendosi a Caronte e nel quinto Canto rivolgendosi a Minosse, Dante fa dire a Virgilio la stessa espressione, ovvero: «Vuolsì così colà dove si puote ciò che si vuole», per indicare l’autorità divina. Mentre per indicare la Madonna, nel secondo Canto dell’Inferno,utilizza l’espressione «donna gentil». Per leggere il nome della Madonna, spiega il prof. Casiraghi, «dobbiamo arrivare al Canto terzo del Purgatorio quando Dante scrive che «se avessimo potuto sapere non solo le realtà naturali ma anche quelle divine sarebbe stato inutile che la Madonna partorisse», ovvero che Gesù Cristo si incarnasse».
Ancora nel Purgatorio, nell’VIII Canto, quello dei «Principi negligenti», vi è l’intervento della Madonna che con due angeli fa scappare un serpente. Si passa poi al Paradiso dove «assistiamo al Trionfo della Madonna, con l’invito a Dante di rivolgersi ad ella per poter avere il privilegio di vedere Dio faccia a faccia».
Nella serata a Besso, attraverso la lettura di alcune terzine dantesche, «avremo modo di conoscere approfonditamente l’originalità e la bellezza di questa donna straordinaria che è la Madonna», conclude il prof. Casiraghi.

«Dante e il suo poema», affresco di Domenico di Michelino nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze.
6 Maggio 2023 | 07:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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