«Magnificat», lo sguardo delle donne della Chiesa ambrosiana sull'attualità

Una convocazione, una richiesta: far capire come le donne si posizionano rispetto alle tematiche d’attualità, vedere il mondo con i loro occhi ma, soprattutto, la loro sensibilità. La richiesta è stata formulata, due anni fa, da mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, alla giornalista Annamaria Braccini. «Voleva capire come affrontassimo, da donne, determinate questioni. Ne sono nati degli incontri di riflessione. Da me è partita l’idea di convocare altre 13 donne che mi aiutassero nel compito. Finché, di giorno in giorno, si è profilato un progetto: quello di un blog di donne della Chiesa ambrosiana», ci spiega la Braccini.

Nasce così, il 8 marzo 2018, «Magnificat» (magnificatnet.it). La redazione è composta da giornaliste, studiose, donne impegnate in Università e nella società: donne scelte per le loro competenze umane e professionali, «al di fuori di ogni appartenenza ecclesiale», specifica Annamaria, «coinvolte semplicemente a partire dalla stima che porto loro».

«Crediamo – affermano le «Magnificat» nel presentarsi online – che, in questi anni, sia in atto un cambiamento di coscienza e di dignità delle donne che rappresenta una svolta storica e che vorremmo – con semplicità e concretezza – provare a interpretare, viaggiando con passione nella quotidianità, guardando al domani con fiducia e con speranza». Il blog si suddivide in sei aree tematiche: «Noi pensiamo così», «Donne oltre i confini», «Tra le generazioni», «Nella città mondo», «Restiamo umani», «Tante storie». Scorrendo i contributi – che vanno dall’umanesimo femminile di Paolo VI» a un toccante articolo sulle «Donne e la Shoah» – il comune denominatore sembra essere la grande, incrollabile, fede nell’umano. Tanti gli spunti per riflettere, tante le domande che le stesse autrici si pongono: «Donne salvate in mare, donne al lavoro, sulle strade, indaffarate con i loro bambini, velate o svelate, in laboratorio, vulnerabili alla violenza.. quanti volti hanno le donne. E allora perché ridurle a uno solo?».

Ma qual è il pensiero di fondo che anima questo progetto? «In realtà, – ci spiega la Braccini- siamo partite da una richiesta precisa dell’Arcivescovo: riflettere, in modo anche critico sulla questione del «genio femminile». Non c’è bisogno di rivendicazione, di pretese urlate quando sei semplicemente riconosciuta per quello che sei. Questo ci ha spinto a lavorare per essere propositive. Se dici le cose chiaramente, non hai bisogno di urlarle perché vengano capite».

In questo tempo non mancano segnali incoraggianti nella Chiesa, fa notare Annamaria: sempre più donne hanno ruoli di responsabilità anche in seno alla comunicazione ecclesiale. «Penso pure alla bella idea del cardinale Ravasi di istituire una Consulta femminile per il Pontificio Consiglio della cultura», sottolinea, riferendosi all’iniziativa, con la quale nel 2017 il cardinale ha dato voce, entro il Consiglio pontificio, a 37 donne attive nel mondo delle professioni, del giornalismo, dello spettacolo e della moda. Insomma, nella Chiesa si dischiudono con sempre maggior frequenza nuovi spazi per rendere concreto il volto di quel «genio femminile» che esiste, ma è ancora alla ricerca di una sua più completa espressione, sia a livello ecclesiale che sociale.

Laura Quadri

12 Settembre 2019 | 15:06
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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