Ticino e Grigionitaliano

Lugano: oggi in Cattedrale la S. Messa per tutti i consacrati (laici, religiosi e religiose). La testimonianza di alcuni di loro

«Credo che la Giornata della Vita consacrata abbia due valenze principali: riproporre l’attualità del nostro «sì» a Dio come segno di vitalità e poi, non meno importante, avere la possibilità una volta all’anno di festeggiarci reciprocamente, liete al contempo che la Chiesa abbia di recente riscoperto anche nuove forme di partecipazione alla comunità ecclesiale, anche per i laici». Così suor Marina, priora della Comunità delle Suore della Piccola Famiglia di S. Teresa di Gesù Bambino, realtà che gestisce, a Lugano, il Centro Infanzia Arnaboldi – luogo di ritrovo quotidiano per oltre 80 bambini e le loro famiglie – pensa all’annuale festa dedicata a tutti i consacrati e che nella diocesi di Lugano viene celebrata oggi, 4 febbraio, con una S. Messa in cattedrale, presieduta da mons. Alain de Raemy, per la prima volta estesa anche ai consacrati laici di movimenti o diocesani.

«Chiesa in uscita» vicina alle famiglie e ai bambini

Fermarsi e riflettere, in occasione della Giornata della Vita consacrata, sulla propria vocazione e il proprio modo di essere segno di Dio nel mondo le permette di ripensare anche al proprio impegno educativo: «Alla Culla accogliamo tutti, sia bambini cattolici che non. Io porto loro quella che sono, anzitutto. Vorremmo che i bambini imparassero a essere migliori indipendentemente dalla fede professata, per scoprire poi di appartenere a Dio, in un reciproco rapporto di amore ricevuto e poi donato. Come ci dice il Vangelo «Guardate come si amano!»: questo dovrebbe essere il segno distintivo delle comunità di religiosi e religiose, anche nei loro rapporti con il mondo, nel nostro caso i bambini e le loro famiglie. Raccogliendo infine anche l’invito di papa Francesco a non essere semplicemente Chiesa da «sagrestia», ma operosamente in uscita. Ora et labora: preghiera e opere non si escludono; si integrano».

Dalla Casa «Carmelo S. Teresa» a Brione sopra Minusio

Dai monasteri all’accompagnamento dei bambini e alla vicinanza alle suore anziane: la vita consacrata, anche in Ticino, si dimostra capace, oggi come ieri, di permeare la società, facendosi occasione di prossimità nelle situazioni più varie, segno di luce e speranza e orientamento nel cammino di tutti, giovani, famiglie e anziani. Lo dimostra la quotidianità delle suore del «Carmelo Santa Teresa » a Brione sopra Minusio, casa medicalizzata per religiose anziane fondata nel 1935. Da quasi due anni, responsabile della comunità troviamo suor Flaviana, con il compito principale di accompagnare, soprattutto spiritualmente, le 28 religiose oggi ospitate nella struttura, provenienti da diversi Ordini e Congregazioni presenti in Ticino. «Di recente, dopo la chiusura del Monastero S. Caterina a Locarno, abbiamo potuto accogliere alcune sorelle agostiniane. Aiutarci, capirci, ascoltarci, supportarci e anche consolarci (lo stare «con»), rafforza il nostro vivere comunitario nonostante la nostra diversa provenienza. Ho 50 anni di vita religiosa alle spalle, ma stare accanto alle consorelle malate ogni volta mi suscita nuova meraviglia. Sono religiose che sanno accettare ciò che la vita dona loro anche in quest’ultimo tratto; accettano e donano, offrendo la loro sofferenza per i bisogni del mondo e della Chiesa. Dedicare a noi tutte un pensiero, una volta all’anno, come oggi con la S. Messa che verrà celebrata in Cattedrale, è stimolo per rinnovare personalmente la nostra adesione alla chiamata che abbiamo ricevuto e occasione per ribadire, in primis a noi stesse, che ci crediamo davvero. La vita consacrata nasce, vive e fruttifica nella Chiesa. Questo ci dà grande forza e ci fa vivere serene».

La vita in convento: fratelli nella vita concreta

Aiuto, presenza, cura: sono questi i tre tratti con cui, infine, anche fra Edy Rossi-Pedruzzi rilegge la sua vocazione. Guardiano della comunità dei Cappuccini di Faido, vive e lavora nel convento, si occupa di varie attività, è stato cappellano all’ospedale e in casa anziani, va nelle scuole per l’istruzione religiosa. «Gesù pone una domanda: «Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?» (Mc 3,33). Ci interpella così anche come religiosi. Per me sono i frati con i quali condividiamo la vita concreta. La fraternità non è qualcosa da idealizzare, ma da vivere concretamente. Non bisogna scomodare i grandi principi per capire cosa voglia dire vivere da fratelli, basta la realtà di ogni famiglia normale: nella buona e nella cattiva sorte. La nostra formula della professione religiosa recita: «finché avrò vita». Questo auguro a me e a tutti i religiosi: pienezza di vita».

In Cattedrale

Oggi, sabato 4 febbraio, alle ore 9.30, presso la Cattedrale di San Lorenzo a Lugano, mons. Alain de Raemy, amministratore apostolico della Diocesi di Lugano, presiederà la Santa Messa per festeggiare insieme a tutti consacrati (laici, religiosi e religiose) in Ticino la Giornata Mondiale delle Vita Consacrata.

Laura Quadri

4 Febbraio 2023 | 06:00
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