Un momento del giuramento.
Ticino e Grigionitaliano

L'onore di servire il Papa: le tre nuove guardie svizzere della Svizzera italiana si raccontano

«Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro». Recita così la formula del giuramento recitata dalle 38 nuove reclute della Guardia Pontificia durante la cerimonia di domenica scorsa nel cortile di San Damaso in Vaticano. Una cerimonia attesa dalle giovani guardie per ben cinque mesi: prevista come da tradizione il 6 maggio, in commemorazione dell’eroica morte dei 147 soldati elvetici caduti in difesa del Papa Clemente VII durante il Sacco di Roma del 1527, era stata rimandata a causa dell’emergenza covid. Diverse le restrizioni attuate comunque alla giornata di festa, prima tra tutte quella di aprire la cerimonia ai soli parenti più stretti, genitori con fratelli e sorelle. Ma nonostante ciò è stata comunque una grande emozione, come ci confermano i tre alabardieri originari della Svizzera Italiana.

Un grande desiderio divenuto realtà

L’alabardiere Jonas Blumenthal.

L’alabardiere Jonas Blumenthal di Mesocco (GR) ci rivela essere da sempre affascinato dalla Guardia Pontificia: un percorso che ha intrapreso dopo il diploma come pittore e dopo aver frequentato il militare. «Una volta preso il grado di sergente – ci racconta – ho deciso di presentare la domanda per entrare nella Guardia Pontificia. Era un grande desiderio che ora è diventato realtà, fin quando da piccolo partecipavo alla messa con i miei genitori». Dalle parole di Jonas trapela grande entusiasmo per il percorso fatto fino ad ora e per quello che lo aspetterà nei prossimi mesi: «siamo rimasti un po’ delusi quando ci hanno comunicato che la cerimonia non si sarebbe svolta il 6 maggio, ma abbiamo comunque compreso le motivazioni e la gravità della situazione. Ora finalmente abbiamo vissuto la grande cerimonia ed è stato un momento davvero molto intenso, in cui ho giurato che darei la vita per salvaguardare quella del Pontefice». Jonas ci racconta anche del primo incontro con Bergoglio, avvenuto «durante un servizio speciale dopo pochi mesi che ero qua a Roma. Ho avuto il privilegio di stringergli la mano e di salutarlo. È stata una emozione pazzesca».

Una scuola di vita

L’alabardiere Loris Rizzello.

Loris Rizzello, nato a Zurigo e cresciuto in Ticino, ci confida che quella di diventare Guardia Pontificia è una idea arrivata negli ultimi anni, dopo il percorso scolastico e quello del militare, «da piccolo mai avrei pensato di indossare questa uniforme». È proprio durante l’esperienza del militare che Loris conosce la Guardia Pontificia e inizia a pensare che potrebbe essere una proposta adatta a lui e alla sua giovane età: «Ero attratto dall’idea di fare qualcosa di straordinario, di trascorrere un periodo di tempo nella città eterna, piena di storia e di cultura, che da sempre mi affascina. Dopo un anno di servizio posso dire di aver imparato già tantissimo e che anche a livello personale questa esperienza mi sta offrendo molto. Si sta rivelando per me una scuola di vita, all’interno della quale si ha modo di approfondire anche il proprio cammino spirituale e di fede». Il giuramento «è stato il culmine di un percorso molto intenso vissuto negli ultimi mesi che ha richiesto grande impegno e sacrificio. Ho giurato di servire il Papa fino a dare la vita per lui, è stato un momento importante che fortunatamente ho potuto condividere con la mia famiglia».

Il sogno fin da bambino

L’alabardiere Joshua Lunghi.

Joshua Lunghi di Dino confessa che «è un onore mettere la propria vita per seguire il Santo Padre. Sembrerà assurdo – confida Joshua – ma a 4-5 anni avevo ben chiara la mia idea. Mi ricordo che ero a casa di mia nonna, c’era una udienza di San Giovanni Paolo II sulla piazza e io ero rimasto incantato da quegli strani vestiti tutti colorati e mi son detto che avrei voluto diventare uno di loro». E così è stato. «Adesso che vesto i panni di uno di loro è un’emozione molto forte ogni volta che ci penso».

Silvia Guggiari

Un momento del giuramento. | © Guardia Pontificia
7 Ottobre 2020 | 11:24
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