Un'immagine del Santuario di Morbio Inferiore.
Ticino e Grigionitaliano

L'intensa notte del Santuario di Santa Maria dei Miracoli a Morbio

È da poco scoccata la mezzanotte affacciata sul 29 luglio di Morbio e del suo Santuario, dove, ben 428 anni fa, due fanciulle, Caterina e Angela, giunte con le loro madri da Milano, furono guarite davanti alla quattrocentesca effigie di Santa Maria dei Miracoli, sopravvissuta, protetta da provvidenziali cespugli e roveti, al castello che un tempo sorgeva sul colle di Morbio.
Le porte della chiesa si aprono al vento e ai primi pellegrini che, fedeli ad un appuntamento tanto atteso quanto ben preparato da un’intensa novena, salgono verso il Santuario, la cui facciata è divenuta per alcuni giorni lo schermo gigante dove rivedere, con affetto, i volti di tante persone vicine o lontane nel tempo che hanno dato vita, di anno in anno, ai suggestivi «quadri viventi» lungo la processione serale del 29 luglio.

Alle ore 3, in piena fedeltà ad una tradizione quasi ormai secolare, viene celebrata la prima Santa Messa, presieduta dal Vescovo emerito Pier Giacomo Grampa. La sua parola scende nei cuori come luce e preghiera: «La Madonna ci doni Gesù, la sorgente inesauribile del perdono, della grazia, di ogni benedizione e di aiuto per il nostro cammino di ogni giorno», lungo il quale Maria «ci aiuti a guardare ai drammi della storia, alle fatiche quotidiane, alle prove, alle malattie, agli imprevisti con occhi luminosi e cuore generoso, fiducioso e forte».

La celebrazione dell’Eucaristia scandisce la notte, l’alba, le prime ore già inondate dal sole. Alle 10.30 la Santa Messa è presieduta dal Vescovo Valerio Lazzeri; con lui concelebrano il Vescovo Pier Giacomo e diversi Presbiteri del Ticino e delle vicine parrocchie italiane.
Il saluto del Vescovo di Lugano è paterno e accogliente: «Benvenuti nella giornata dedicata a questo santuario, luogo prezioso per ritrovare il senso del nostro pellegrinare nel tempo e per rinnovare sotto lo sguardo di Maria il nostro proposito». Ricorda così quelle due madri e le loro fanciulle «giunte a Morbio da Milano» al termine di «un viaggio a piedi» ed «è bastato uno sguardo su Maria e il suo Figlio dipinti su una parete diroccata per essere rigenerate». Inoltre, «non è indifferente che Colei che invochiamo Santa Maria dei
Miracoli sia rappresentata come una madre che allatta il suo bambino, come una delle tante Madonne del latte, presenti fin dall’antichità nella tradizione cristiana». Segue un commento tanto sapiente, quanto profondamente pastorale: «Questo modo di raffigurare la Madre, nel momento della massima intimità con il Figlio infante, è in grado di raggiungere le ferite più profonde della nostra condizione umana». Così «da questa immagine siamo raggiunti nel nostro bisogno di essere nutriti, accuditi, custoditi», mentre «veniamo guidati verso la guarigione, verso la liberazione dal nostro incentrare tutto su noi stessi, dalla nostra avidità di riconoscimento esteriore, dalla nostra ansia divorante di essere riconosciuti a qualsiasi costo». L’icona quattrocentesca di Santa Maria dei Miracoli è da contemplare quindi come richiamo a fare della nostra esistenza un cammino serio e sereno, nella consapevolezza che «siamo stati amati da Dio» e che noi, seguendo l’invito di Gesù, «dobbiamo amarci gli uni gli altri».

Prima della benedizione finale, il Rettore del Santuario, Don Simone Bernasconi, rivolge, anche a nome dell’arciprete Don Guido Pagnamenta, un sentito grazie ai Vescovi Valerio e Pier Giacomo, ai Presbiteri concelebranti, alla Corale parrocchiale, ai generosi collaboratori per l’impegno profuso nell’incedere della novena e nella giornata di festa e ricordo. Il Vescovo Valerio saluta i fedeli con l’augurio di attingere in questo Santuario la forza per proseguire con coraggio il cammino, rinnovati nel profondo dalla consapevolezza «che lo sguardo di Dio e di Maria è su di noi».

Nel pomeriggio il salire verso il Santuario è un costante pellegrinaggio luminoso di silenzio, preghiera e fiducia, con il cuore rivolto a Maria e con la celebrazione dell’Eucaristia alle 15.30 e 17.30, sempre preceduta dalla preghiera del Rosario e accompagnata dal Gruppo Canti.
Alla sera la Celebrazione mariana presieduta dal Vescovo Pier Giacomo, con la partecipazione della Corale e della locale Civica Filarmonica, è prezioso coronamento dell’intensa e ben vissuta giornata. Vera devozione mariana, sottolinea il Vescovo Pier Giacomo, «è seguire l’esempio di Maria, diventando come lei persone a servizio del Vangelo, che sostano accanto alle infinite croci dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli: i rifugiati, i migranti, i naufraghi, i malati, i deboli, gli anziani, le vittime», cogliendo «in Maria e nei Santi un esempio forte e significativo».
Alle 22, quando ormai la notte ha riabbracciato il colle del miracolo, l’ultima Santa Messa. Infine, il silenzio, intenso di vento e di luce, mentre il Santuario su in alto rimane fedele al suo compito di custode sereno, richiamando che la Madre veglia sui suoi figli, sempre e ovunque.

Gianni Ballabio

Un'immagine del Santuario di Morbio Inferiore.
4 Agosto 2022 | 07:45
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