Ticino e Grigionitaliano

Lettura della Bibbia e giovani: a scuola, in chiesa e nella società

di Ernesto Borghi*
Il rapporto tra i testi e i valori biblici e coloro che stanno vivendo l’adolescenza e la giovinezza è un argomento difficile ed affascinante.
Difficile perché le occasioni nelle quali queste componenti della popolazione hanno occasione di confrontarsi con le Scritture primo e neotestamentarie sono, salvo situazioni eccezionali, relativamente limitate.
Affascinante perché negli anni caratterizzati dalla trasformazione psicofisica e sociale più rilevante dell’esistenza umana – quelli dall’adolescenza alla giovinezza – appare interessantissimo cercare di comprendere gli esiti di un’interazione con fonti culturali che propongono da millenni il cambiamento interiore e sociale verso un’apertura a valori dello spirito profondamente umanizzanti.
Le ore di lezione scolastica di «religione» e gli incontri di catechesi in parrocchie, gruppi e movimenti sono i due ambiti in cui «normalmente» adolescenti e giovani possono confrontarsi con i testi biblici.
In questo numero di «Parola&parole – monografie» (il 34esimo dal 2003 ad oggi) abbiamo cercato di considerare il tema citato senza alcuna pretesa di scientificità propria, ma concentrando un’attenzione significativa sull’esperienza di lettura e conoscenza della Bibbia di ragazze e ragazzi tra i dodici e i diciannove anni in contesti scolastici e in quelli dell’educazione alla fede cristiana.
Nella prima parte del periodico, abbiamo pubblicato i dati emergenti dalle opinioni di un gruppo ampio di allieve ed allievi (84 di Scuola Media nel Canton Ticino, 882 di Scuola Superiore in Italia e nel Canton Ticino), che hanno risposto ad un breve questionario sul rapporto tra la Bibbia e i giovani.
Subito dopo le docenti Muriel Pusterla (anche curatrice, insieme a Stefano Dolfini, del volumetto) e Rossella Difonte e i docenti Alessandro Faggian, Rolando Leo e Orazio Antoniazzi hanno presentato alcune idee e taluni percorsi didattici atti a proporre il rapporto con la Bibbia a livello scolastico.

In campo ecclesiale sono stati illustrati tre itinerari formativi, uno in campo protestante (da parte del pastore e docente Daniele Campoli), due in quello cattolico (da parte del direttore dell’Ufficio Catechistico di Benevento Salvatore Soreca e del docente ed educatore penitenziario Antonio Spagnoli), che fanno riflettere su alcuni aspetti qualificanti dell’educatività della Bibbia nella crescita di adolescenti e giovani.
Confidiamo che i contenuti di queste pagine rafforzino la coscienza di quanto possa essere importante, a livello formativo ed educativo, un rapporto intelligente ed appassionato con i testi e i valori biblici secondo una prospettiva culturale di ampio respiro.
La Bibbia deve essere considerata, nei sistemi scolastici ed universitari, anche didatticamente allo stesso livello dei grandi classici della letteratura antica, moderna e contemporanea. Le Scritture bibliche devono risultare, nelle comunità cristiane, al centro dell’educazione alla fede. Infatti, in tante occasioni, ci sono energie e attenzioni significative per proporre molto in modo diverso, cioè innovativo e stimolante.

*presidente ABSI ed esperto di religione nelle Scuole Medie Superiori

Chi desiderasse ricevere copie della pubblicazione in questione, può scrivere a: info@absi.ch. Maggiori informazioni su www.absi.ch.

L’intervista a Rossella Difonte, docente di religione alle Medie di Biasca

Sorpresa! Il testo sacro piace ai ragazzi

Cosa si scopre dall’indagine svolta tra gli 84 allievi di scuola media in Ticino (classi di Biasca e Riva San Vitale)? Sorpresa: la Bibbia interessa ai ragazzi! «Il giudizio degli allievi rileva la loro curiosità, il desiderio di scoprire cose nuove. I ragazzi – che sanno collocare storicamente i testi biblici – grazie al percorso didattico proposto, sono consapevoli che il testo parla loro culturalmente anche oggi» ci spiega la professoressa Rossella Difonte, docente IRC presso le scuole medie di Biasca. La Difonte ha partecipato con le sue classi all’indagine. «Nelle risposte dei ragazzi si nota che hanno compreso le dimensioni relazionali, dell’amicizia, dell’incontro con gli altri, della comunicazione delle emozioni presenti nei testi biblici: tutti temi che sono al centro dell’adolescenza». Tra gli esempi portati dalla docente c’è un allievo che presentando l’ultima cena raffigurata da Leonardo Da Vinci, ha scritto: «La vera amicizia consiste nel poter rivelare all’altro la verità». «È esattamente quanto avviene nell’episodio evangelico dell’Ultima Cena», commenta la professoressa. «Emerge così la parola forte della Bibbia per la vita di tutti i giorni che i ragazzi – grazie alla loro capacità immaginifica – collegano alla realtà di oggi». Sempre gli allievi, infatti, hanno scritto: «La Bibbia insegna a comportarsi in modo gentile. Insegna a vivere». Ma nell’epoca della realtà virtuale, la Bibbia ha ancora una parola da dire agli adolescenti? «I giovani vivono nei social network dove condividono le loro storie. Se gli si aiuta ad abitare questi spazi con un’attenzione alla cultura dell’essere e non solo dell’avere si genera un cambiamento culturale rilevante», commenta la Difonte. «Un bisogno di dialogare virtualmente, mediante «storie»che si riscontra anche nella Bibbia, che «narra», dialogando con l’umanità». Ma il linguaggio simbolico dei testi sacri, non è lontano dai giovani? «Si deve partire dal mondo dei ragazzi, andare loro incontro come ha fatto Gesù stesso, al suo tempo. Va usato il linguaggio dei giovani di oggi anche durante le lezioni, introducendo – ad esempio – emoticon o hashtag. Il genere letterario dei testi sacri è certamente simbolico, ma non dimentichiamo che i giovani comunicano proprio usando simboli!», conclude la Difonte. (c.v.)

18 Luglio 2022 | 17:12
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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