La cerimonia di apertura del Festival della dottrina sociale del 2020. Da sinistra: il prof. Krienke. il sindaco Borradori, mons. Lazzeri.
Ticino e Grigionitaliano

Le iniziative di Lugano e della città lariana sono frutto del pensiero sociale del Papa

Il progetto comasco si fa promotore di un nuovo patto cittadino che, a partire dagli ultimi, porta ogni persona a scoprire nell’altro un fratello o una sorella di cui prendersi cura. Attraverso un’innovativa piattaforma digitale, vengono messi in rete da una parte i bisogni delle persone che sul territorio vivono situazioni di fragilità e dall’altra la disponibilità e le competenze di associazioni, imprese, privati cittadini, che possono dare il proprio contributo per rispondere alle richieste. Un realtà che sotto tanti aspetti, a partire dalla stessa ispirazione proveniente da un’Enciclica sociale del Papa potrebbe dialogare con la Rete ticinese Laudatosi’. Ne parliamo a Lugano con il prof. Markus Krienke che fa parte della Rete ticinese.

Prof. Krienke, come giudica l’esperimento comasco? Potrebbe ispirare anche in Ticino?

Questo progetto nasce dall’esperienza della pandemia e vuole proporre un nuovo modello sociale o «patto tra i cittadini», fatto di solidarietà, inclusione e umanità: perciò convince molto, proprio perché nasce «dal basso » e si coordina con il mezzo del digitale. Con questa formula intende favorire la comunicazione tra i cittadini per coordinare al meglio le risorse del territorio, quelle umane ma anche materiali. Così riavvicina i cittadini tra di loro, e alle associazioni: l’esperimento comasco è – di fatto – integrativo rispetto ad una Rete come la Laudato si’, e non starebbe affatto in concorrenza come «ancora una rete in più». Siccome l’intenzione del progetto è di contagiare altre città, e qui in Ticino siamo direttamente confinanti, perché non dovrebbe ispirare anche il nostro territorio?

L’iniziativa comasca e quella ticinese della Rete Laudato si’ prendono spunto da due encicliche di Francesco per aprirsi al dialogo con istanze anche nel territorio. Le Encicliche parlano quindi a tutti? 

La Laudato si’ descrive il necessario cambiamento di mentalità e stile di vita che le nostre società sono chiamate a realizzare con convinzione e protagonismo. Infatti la domanda non è circa il «se» ma il come questo cambiamento avverrà. Atal fine l’enciclica propone principi e valori, in una prospettiva «integrale» sul rapporto uomo-natura. La Fratelli tutti, invece, ne illustra la dimensione politica e come i cristiani, e tutti quanti intendono collaborare, possono contribuire. Essa delinea come le società, seguendo il principio della carità e dell’inclusione, possono cambiare in meglio. Con queste due proposte, il messaggio cristiano vuole coinvolgere tutti, anche i cittadini laici, nel miglioramento della società ed esprimere il carattere universale dell’etica cristiana.

Come procede il cammino della Rete Laudato si’ in Ticino?

Dopo solo due anni siamo una realtà ben identificabile con una doppia proposta precisa: il Festival della Dottrina sociale e la Summer school, oltre a una serie di conferenze. Le due iniziative rendono la Rete concreta azione sociale sul territorio che vuole coinvolgere i cittadini e le associazioni secondo le caratteristiche proprie. La Rete sta lavorando per il proprio consolidamento nella realtà ticinese, nell’intenzione di diventare più ecumenica e aprirsi a qualunque associazione che condivida i valori e le finalità etico-sociali della Laudatosi’.

di Silvia Guggiari

La cerimonia di apertura del Festival della dottrina sociale del 2020. Da sinistra: il prof. Krienke. il sindaco Borradori, mons. Lazzeri.
9 Febbraio 2022 | 14:22
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