La locandina dello spettacolo "Siamo quelli giusti".
Ticino e Grigionitaliano

Lalitha: uno spettacolo per vincere gli stereotipi

di Silvia Guggiari

Quello dell’adozione è un percorso impegnativo non solo per i genitori ma anche per i figli che, in tanti casi, devono fare i conti con la loro storia e con una società ancora governata da certi stereotipi. Incontrando Lalitha si ha bene la percezione del peso interiore che per anni l’ha tormentata nel suo percorso di crescita. Adottata all’età di un anno e mezzo da Bangalore in India, Lalitha Del Parente è cresciuta a Pedrinate, con i genitori e un fratello anche egli adottato dall’India, frequenta le scuole a Chiasso e si diploma in violino presso il conservatorio di Como. Oggi è una insegnate e violinista.

«Da bambina sfogliavo spesso libri sull’India, ma dall’adolescenza non ho più voluto parlarne. Non volevo essere diversa dai miei coetanei; volevo semplicemente sentirmi svizzera. L’India, d’altronde, era il Paese che mi aveva abbandonata e io non ne volevo sentirne parlare». Una fase, quella del rifiuto, che è durata a lungo, fino ai 25 anni circa, quando Lalitha sente il desiderio di tornare nel suo Paese di origine «per conoscere le mie radici, scoprire una parte di me e sciogliere quel «nodo» che da anni mi opprimeva. Rimaneva una terra fondamentale per la mia vita, che aveva visto il passaggio della mia madre biologica e di quella adottiva. Per me era un rito di passaggio».

Lalitha si prepara a lungo a questo viaggio che vive insieme a una cara amica: «l’agenzia di viaggio ci preparò un itinerario che vedeva come ultima tappa Bangalore, sede del mio orfanotrofio. Una domenica a pranzo dissi ai miei genitori la mia intenzione e loro, con grande emozione e ognuno a suo modo, mi mostrarono grande appoggio». Nel 2017, all’età di 29 anni, la giovane torna in India e decide di raccontare il viaggio pubblicamente attraverso la pagina Facebook «Lalindia». La ragazza scopre un Paese stupendo, pieno di persone belle e luoghi meravigliosi: «sapevo che non avrei trovato i miei genitori biologici ma avevo bisogno di riappacificarmi con le mie origini. All’orfanotrofio di Bangalore, ho trovato la suora che si era occupata di me. Siamo rimaste due giorni prendendoci cura degli otto neonati che lì erano accolti». Lalitha si accorge che in quel luogo i bambini venivano trattati con una certa cura, erano tutti sani e felici. «Non mi ricordavo nulla, ma l’emozione era fortissima: mia mamma adottiva era stata lì a prendere me, e forse anche la mia mamma biologica era passata da lì».

La ragazza torna in Ticino sentendo di aver chiuso un importante capitolo del suo passato. Dopo qualche anno, grazie a un corso sulla scrittura teatrale, sente il desiderio di scrivere un testo sul suo punto di vista di figlia adottata.

Lalitha Del Parente.

Al Foce di Lugano il 10 maggio

Il testo è diventato uno spettacolo teatrale dal titolo «Siamo quelli giusti» che ha già debuttato a Chiasso e a Bellinzona e che il 10 maggio sarà al Teatro Foce di Lugano (per info: siamoquelligiusti. ch). Una opera che tratta il tema dell’adozione internazionale ribaltando i ruoli, come spiega Lalitha: «Mi sono chiesta, ma se un bambino dovesse scegliere i suoi genitori, come li sceglierebbe?». «La società troppo spesso pronuncia commenti sull’adozione che rivelano pregiudizi e forme di razzismo. Sarebbe bello che si vincessero alcuni stereotipi, andando oltre l’idea di cosa è giusto e cosa è sbagliato». Uno spettacolo in cui viene liberamente interpretato il testo di Lalitha e nel quale vengono messe in scena le domande scomode dei figli adottati che faticano a trovare risposta.

La locandina dello spettacolo «Siamo quelli giusti».
11 Aprile 2023 | 11:28
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