Partecipanti al Sinodo dei vescovi.
Papa e Vaticano

Sinodo: un documento di sintesi in una stagione unica di riforme

di Gioele Anni*

Non un vero «Documento finale», ma una più semplice «Relazione di sintesi». La prima delle due assemblee universali sul tema della sinodalità si è conclusa con l’approvazione di un testo che è come un «ponte» ideale: collega da un lato i due anni di consultazione in tutto il mondo, culminati appunto con il primo incontro di padri e madri sinodali (a Roma dal 4 al 29 ottobre scorsi); e dall’altro lato permette di indirizzarsi già verso la seconda e ultima assemblea universale – prevista sempre a Roma nell’ottobre 2024 – a cui si arriverà dopo un rilancio delle discussioni a tutti i livelli: dalle comunità parrocchiali fino agli spazi di confronto nazionali e continentali. Veniamo ad analizzare dunque la Relazione di sintesi. Il Sinodo ha approvato un testo di una quarantina di pagine diviso in tre parti. Il primo capitolo, «Il volto della Chiesa sinodale», mette a tema alcune sfide che riguardano l’annuncio della fede nel tempo di oggi. Il secondo capitolo, «Tutti discepoli, tutti missionari» riflette su quale forma di Chiesa è necessaria a mettere in atto questo annuncio. Infine il terzo capitolo, «Tessere legami, costruire comunità», si concentra su alcuni nodi teologici e pastorali (dalle disposizioni di morale sociale e sessuale, fino alle revisioni degli organismi decisionali). Ogni questione viene affrontata secondo uno schema tripartito: convergenze, questioni da affrontare e proposte. Tutte le posizioni che hanno raccolto un certo consenso sono state rappresentate. E ogni singolo punto del testo è stato approvato a larga maggioranza, ottenendo sempre almeno i due terzi del consenso assembleare. Il paragrafo che ha ottenuto più voti contrari è quello che cita esplicitamente la riflessione relativa al diaconato femminile (la possibilità dunque anche per le donne di «sostituire» all’altare i sacerdoti in alcune funzioni come celebrare matrimoni, amministrare i sacramenti, benedire e predicare: questo punto ha ricevuto 69 «no» e 277 «sì», gli aventi diritto di voto erano in tutto 365).

Evidentemente questo tema, come altri, necessita di maggiore confronto. Tra i paragrafi che hanno raccolto un numero rilevante di voti contrari ci sono: la discussione sul celibato dei sacerdoti (55 «no» e 291 «sì»); alcuni passaggi su revisioni interne alla Curia romana; e la richiesta di approfondimento riguardo a varie questioni tra cui quelle relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale, al fine vita, alle situazioni matrimoniali difficili, alle problematiche etiche connesse all’intelligenza artificiale (39 «no» e 307 «sì»). La Chiesa sinodale è una Chiesa in cammino, che per il momento pone delle domande: le risposte arriveranno nell’Ottobre del 2024 al termine della seconda assemblea universale, e poi nei mesi successivi con l’esortazione apostolica post-sinodale del Papa. Tra un anno il Sinodo non potrà limitarsi a riportare di nuovo tutte le posizioni emerse nel dibattito, ma dovrà fare delle scelte. Si avvieranno, per esempio, dei processi di riforma del diritto canonico, e in che direzione? Cambieranno alcune formulazioni del catechismo della Chiesa cattolica? Verranno riformati i ministeri esistenti, o ne saranno istituiti di nuovi? E a chi sarà consentito l’accesso? In attesa che il cammino del Sinodo si avvii verso la meta, al termine di questa prima assemblea sinodale – anche grazie alle interviste che troverete in queste pagine – si può cogliere la vitalità di una Chiesa che vive una stagione unica di riforma. Un tempo prezioso che non può essere sprecato.

*Membro della Presidenza del Cammino Sinodale della Chiesa italiana

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4 Novembre 2023 | 14:47
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