Eugenio Corecco (1931 - 1995), fu vescovo di Lugano dal 1986 alla morte.
Ticino e Grigionitaliano

La storica Moretti sull’epistolario di Corecco: «La sua corrispondenza era intensa e non amava lasciare lettere inevase»

di Federico Anzini

Il rapporto dell’università di Zurigo cita espressamente il vescovo Corecco in merito alla distruzione da lui ordinata prima della morte avvenuta il 1. marzo 1995 di lettere private e che quindi non figurano negli archivi della diocesi esplorati dai ricercatori. Ci siamo rivolti alla storica Antonietta Moretti, che cura l’archivio dove è raccolta anche la corrispondenza personale di Corecco. Questo archivio non è stato ancora esplorato dagli esperti di Zurigo. La sede dello stesso è a Lugano, presso l’Associazione Internazionale Amici Eugenio Corecco.

Dott.ssa Moretti, cosa può dirci delle lettere personali, conservate nel suo studio, che Corecco prima della morte, ha chiesto ad un collaboratore di distruggere?
«Circa le carte distrutte negli ultimi giorni di vita di Corecco, non ho notizia certa. Se dovessi azzardare un’ipotesi direi che si trattava quasi certamente di lettere che terze persone gli avevano mandato, in cui aprivano a lui il loro cuore e quindi non era il caso che i loro fatti divenissero di pubblico dominio. Inoltre, Corecco non amava lasciare questioni aperte: la probabile imminente morte può averlo spinto a far distruggere quella parte di corrispondenza che non aveva ancora evaso completamente».

Quanti erano i rapporti epistolari di Corecco e in particolare, cosa significavano per lui?
«Corecco aveva una corrispondenza intensissima, per lui le lettere erano veramente un mezzo privilegiato di comunicazione, passava le notti ad evadere la corrispondenza. Le faccio un esempio. Nel mese di giugno del 1994, Corecco era alla Salette in Francia con 150 giovani ticinesi. Stava male, molto male, condizione confermata dalla dottoressa Rita Monotti e da don Carmelo Andreatta, che lo coadiuvava nel lavoro con i giovani. Temeva di non poter tenere le meditazioni per i ragazzi, eppure è da lì che, dopo aver svolto il suo compito, ancora scrive delle lettere, delle quali una a mons. Martinoli, di cui abbiamo notizia grazie alla commovente risposta. Un’altra, se non erro, è per un suo figlioccio di 9 anni che all’epoca viveva con i genitori missionari in America Latina».

Dato che lei cura l’epistolario di Corecco saprà dirci se ha trovato traccia di segnalazione di abusi…
«Se Corecco ne ha avute, non ne è rimasta traccia nella documentazione, che è a disposizione di uno storico che intende fare un lavoro su Corecco. È vero che le carte più recenti nell’archivio diocesano sono in un certo disordine e, quando meno te l’aspetti, si scoprono nuovi documenti, ma non si tratta certo di dossier. Si tratta di carte sparse, qualche lettera. Devo dire che Eugenio Corecco ha dovuto affrontare parecchie campagne stampa ostili, un’ostilità riscontrata anche all’interno degli organismi diocesani. A suo tempo è stato accusato di puntare solo ai soldi, di non ascoltare nessuno ma solo i suoi amici, di avere esagerate ambizioni, di essere autoritario, accentratore e altro ancora… non credo quindi che se ci fosse stato il benché minimo segnale per accusarlo anche sul fronte degli abusi, questo sarebbe stato silenziato».

Eugenio Corecco (1931 – 1995), fu vescovo di Lugano dal 1986 alla morte.
18 Settembre 2023 | 10:31
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