Ticino e Grigionitaliano

«La religione si insegna in dialogo con le altre materie»

Negli ultimi anni in Ticino il numero dei ragazzi del ciclo medio-superiore che scelgono di frequentare l’ora di cultura religiosa facoltativa all’interno dei licei e delle scuole di pari grado dove viene proposta, ha conosciuto una flessione preoccupante. Tanto il dibattito sull’ora di religione all’interno della scuola dell’obbligo era stato vivace ed in grado di partorire soluzioni nuove, quali l’ora di «storia delle religioni» obbligatoria per le quarte medie; tanto il ciclo medio- superiore è stato abbastanza dimenticato nell’ambito del dibattito culturale anche massmediale. Anche per questa ragione l’Ufficio dell’Istruzione Religiosa Scolastica (UIRS) nel maggio 2015 organizzò, con altre istituzioni ticinesi, un convegno per tematizzare il binomio istruzione religiosa-adolescenti e per cercare di porre le basi per una nuova proposta formativa, circa la dimensione religiosa della cultura, per allieve ed allievi tra i 15 e i 19 anni, proposta all’altezza delle sfide del mondo interreligioso ed interculturale dell’oggi e del domani. Non sono mai brevi i percorsi che si prefiggono di procedere in maniera «sinodale», interpellando cioè tutti gli attori coinvolti nel processo. Ma ora l’UIRS – alla vigilia del nuovo anno scolastico – ha reso pubblico attraverso un documento di sei pagine, quelle che sono le nuove linee programmatiche per l’insegnamento di cultura religiosa cattolica nelle scuole superiori ticinesi. Ne abbiamo parlato con il coordinatore del progetto, il professor Ernesto Borghi, dal 2005 membro di diritto dell’UIRS in quanto esperto di religione cattolica per le Scuole Medie Superiori ticinesi.

Quali sono le novità che queste linee guida propongono all’insegnamento scolastico medio-superiore? «La sfida che abbiamo tentato di raccogliere è stata quella di trovare un equilibrio tra una serie di contenuti che reputiamo essenziali per ragazze e ragazzi di qualsiasi ordine di scuola e alcuni percorsi specifici per i diversi curricula scolastici (licei, scuole di commercio, istituti variamente tecnici, scuole artistiche, ecc.). L’ora di religione, infatti, ha un futuro – e qui non parlo tanto dei licei ma di altre scuole superiori, quali la CSIA, la scuola Arti e Mestieri, la SSPSS, ecc. – se viene posta in relazione con una delle materie fondamentali di quell’ordine di studio ».

Può farci un esempio? «Certamente. Quest’anno partirà l’ora di religione cattolica alla CSIA. Accanto al docente di religione, che ne sarà responsabile, vi sarà anche il docente di storia dell’arte che garantirà il suo apporto didattico per alcune ore di lezione. E questa nuova formula ha avuto quale effetto immediato l’aumento assai consistente degli iscritti al corso, che erano poche unità e quest’anno sono trentadue. Ovviamente ora si tratterà di vedere come tale insegnamento sarà proposto e, come si dice, «una rondine non fa primavera», ma, quando si dà la sensazione che la religione ha una dignità culturale in sé, anche nei molteplici riferimenti in campi diversi della cultura, dunque una serie di ricadute importanti in altre materie specifiche di un singolo curriculum di studio, il salto di qualità, in termini di interesse diffuso, potrebbe essere significativo».

Queste linee programmatiche in quale misura influenzeranno i docenti e le loro scelte? «Occorre anzitutto dire che si tratta di «linee programmatiche», non di programmi. Esse nascono anche da rilevanti suggerimenti dei docenti di religione cattolica delle SMS, che, dopo aver ricevuto il documento nelle fasi di elaborazione, hanno voluto inviare suggerimenti migliorativi di vario genere. I docenti già stanno svolgendo un lavoro certo apprezzabile. In nessun modo queste nostre «linee» andranno ad incidere sulla loro autonomia. D’altra parte questo documento, oltre ad essere per loro il punto di riferimento, crediamo, fondamentale nell’elaborazione dei programmi d’insegnamento dei prossimi anni, contribuirà a dare, più di prima, alle istituzioni pubbliche, ad allieve ed allievi e alle loro famiglie, la consapevolezza che la disciplina «cultura religiosa» è, anche nelle scuole medie superiori, una materia che deve godere, anzitutto a livello formativo, della medesima dignità delle altre. Si tratta di una responsabilità ed opportunità importante per tutti».

Il documento presenta un’impostazione generale che riposa su una duplice consapevolezza: da un lato quella che i ragazzi abitano in un’area storico- geografica in cui il cristianesimo ha avuto ed ha una rilevanza socio- culturale dalle radici plurisecolari che ha lasciato tracce in campo umanistico, artistico e scientifico, e dall’altro che oggi i contesti sociali (Ticino, Svizzera, Europa, mondo) sono tutti interconnessi e connotati sempre più in società multietniche, multiculturali e multi religiosi. E con questa costante attenzione al «glocal» sono stati identificati quattro ambiti tematici: scienze delle religioni, Bibbia/teologia, storia/teologia ed etica/scienze umane, che sono stati ritenuti come parte irrinunciabile del bagaglio formativo di ragazzi e ragazze che frequentano il ciclo medio-superiore. Per quanto riguarda, invece gli itinerari specifici complementari, per i licei, i percorsi proposti partono dal rapporto personale con la trascendenza in chiave culturale, per aprirsi alla conoscenza delle altre religioni e far comprendere l’influenza che il cristianesimo, dalla confessione cattolica alle altre, ha avuto nei secoli, nel campo della filosofia, dell’arte, della letteratura, della storia, durante i periodi che stanno affrontando nel corso degli studi. Per le scuole di commercio e gli istituti di carattere artistico, socio-sanitario, artigianale e tecnici (elettronica, informatica, ecc.) si sono ideati percorsi che mettono in relazione temi religiosi ed etici con aspetti fondamentali delle professioni a cui si preparano coloro che frequentano tali scuole.

Corinne Zaugg

31 Agosto 2020 | 05:50
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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