La prof.ssa Gabriella Gambino è docente al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.
Internazionale

«La Chiesa guardi alla famiglia per comprendere sé stessa»

di Cristina Uguccioni 

«L’amore familiare: vocazione e via di santità» è il tema scelto per la decima edizione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a fine giugno a Roma e nelle diocesi del mondo. In occasione di questo appuntamento ecclesiale dialoga con catholica e catt.ch Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e docente al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.

Professoressa Gambino, l’Incontro Mondiale delle Famiglie concluderà l’Anno «Famiglia Amoris Laetitia » istituito in occasione del quinto anniversario dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia. Se dovesse tracciare un bilancio di questo anno speciale, quali aspetti vorrebbe evidenziare?

L’Anno è stato un’occasione decisiva per dare impulso alla pastorale familiare: nel mondo tutte le realtà ecclesiali si sono lasciate coinvolgere in questo processo di rinnovamento. Il nostro Dicastero ha avviato un inedito, costruttivo, stabile dialogo con le Conferenze episcopali circa obiettivi e strategie comuni per la pastorale familiare. Alcuni ambiti di azione sono stati privilegiati, per ora, rispetto ad altri: la preparazione al matrimonio, la formazione dei formatori, l’educazione dei figli, la pastorale degli anziani e delle persone con disabilità, l’accompagnamento delle coppie in crisi. Ma le prospettive di lavoro si stanno estendendo ad altre questioni urgenti: ad esempio, la necessità di far lavorare la pastorale e la cultura insieme, in sinergia, a favore della famiglia, l’accompagnamento spirituale dei divorziati risposati e quello dei conviventi intenzionati a sposarsi. 

Alla famiglia – ha detto papa Francesco – Dio ha affidato «non la cura di un’intimità fine a se stessa, bensì l’emozionante progetto di rendere domestico il mondo». Pensa sia cresciuta tra le famiglie la consapevolezza di questo entusiasmante progetto? 

Come si legge in Amoris Laetitia, bisogna compiere uno sforzo per rendere le famiglie soggetti attivi della pastorale familiare nella prospettiva della nuova evangelizzazione. Le famiglie sono generatrici di legami, vincoli familiari e sociali, comportamenti virtuosi e valori che possono trasformare la società individualista contemporanea. Ma non tutte le famiglie se ne rendono conto, soprattutto perché purtroppo esistono ancora spazi di clericalismo che non consentono alle comunità di volgere lo sguardo verso le famiglie rendendole consapevoli della loro corresponsabilità sociale ed ecclesiale. Alla famiglia, in quanto tale, raramente viene riconosciuto un compito. Penso, ad esempio, al processo sinodale in corso: siamo consapevoli che le famiglie non solo vanno ascoltate ma che, in virtù della relazione intima e mutua tra Chiesa e famiglia, la Chiesa può guardare alla famiglia per comprendere se stessa? Che cosa può imparare la Chiesa dallo stile dell’amore familiare? Dalla fraternità e dalla comunione che si apprendono in famiglia? C’è ancora molto lavoro da compiere per rendere le famiglie consapevoli della bellezza della missione ecclesiale che deriva loro dal battesimo e dal matrimonio. 

I legami familiari sono stati duramente provati dalla pandemia, ma allo stesso tempo si sono rivelati sostegno tenace e punto di riferimento insostituibile per la tenuta dell’intera comunità. Ritiene che questa resistenza dello spirito familiare stia aprendo la strada a società più giuste, nelle quali i rapporti sociali si mostrano permeati – come auspica il Papa – da «una robusta iniezione di spirito familiare»? 

La famiglia ha la naturale capacità di creare comunione sia tra le proprie mura domestiche sia nelle relazioni con gli altri soggetti sociali. Essa genera vincoli, coltiva legami, sa creare reti d’integrazione e costruire una solida trama sociale. Contribuisce dunque, in maniera sostanziale, al bene comune. Tuttavia, questo ruolo, benché riconosciuto e quasi ovunque condiviso sul piano teorico, non trova ancora sufficiente attuazione sul piano pratico. Né a livello politico istituzionale, né socio-economico. I cambiamenti antropologico-culturali in cui siamo immersi hanno indebolito la famiglia, ma essa continuerà sempre a costruirsi intorno al suo munus, alle proprie relazioni d’amore familiare. Queste relazioni, se generative, estendendosi nella società possono guarire la solitudine, generare solidarietà. Il salto che dobbiamo compiere sta nel renderci conto che delle relazioni familiari e sociali bisogna prendersi cura, sempre. È questo «prendersi cura», appreso in famiglia, che umanizza e trasforma la società.

Non solo un raduno mondiale

Si avvicina il decimo incontro mondiale delle famiglie, che a Roma si aprirà il prossimo 22 giugno. L’evento si sarebbe dovuto svolgere nel 2021 ma è stato rinviato a causa della pandemia. Si inizierà con il Festival delle famiglie alla presenza di papa Francesco in Aula Paolo VI. Da giovedì 23 a sabato 25 giugno ci sarà il Congresso pastorale, sempre nell’Aula Paolo VI. Rispetto alle edizioni precedenti, questo appuntamento non avrà conferenze strutturate accademicamente con contenuti teologico-dottrinali, ma sarà un momento di incontro, ascolto e confronto tra operatori della pastorale familiare e matrimoniale sul tema scelto dal Papa: «L’amore familiare: vocazione e via di santità». Sabato 25 giugno, nel pomeriggio, la Messa in Piazza San Pietro con il Santo Padre, mentre il giorno successivo è previsto l’Angelus e il Mandato del Santo Padre alle famiglie.

Svizzera e Ticino

Al Congresso pastorale parteciperanno anche alcune coppie delegate dalla Conferenza dei Vescovi Svizzeri, una delle quali proveniente dal Ticino. La Pastorale Familiare della Diocesi di Lugano, scegliendo di seguire le indicazioni giunte da Roma, ha organizzato un incontro locale. Il decimo incontro mondiale delle famiglie si caratterizza infatti per la formula multicentrica e diffusa (gli eventi non sono centralizzati a Roma, ma sono proposti anche nelle varie diocesi): sabato 11 giugno, c’è stato un incontro diocesano sul Monte Tamaro.

Ma c’è anche chi andrà a Roma: le «Famiglie in rete» del Mendrisiotto hanno infatti deciso di organizzare un pellegrinaggio a Roma, al quale sono iscritte una cinquantina di persone. La partenza sarà giovedì 23 giugno. Le famiglie parteciperanno alla Messa in Piazza San Pietro il 25 giugno e all’Angelus, il giorno successivo.

La prof.ssa Gabriella Gambino è docente al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia. | © Vatican News
15 Giugno 2022 | 11:28
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