Festa della comunità Gesù Cristo Redentore dell’Uomo di Bellinzona (foto d'archivio)
Ticino e Grigionitaliano

La chiesa del Cristo Redentore dell’Uomo a Bellinzona in festa per i suoi 30 anni

È una comunità in continua crescita quella che trent’anni fa è nata attorno alla chiesa del Gesù Cristo Redentore dell’Uomo nel quartiere delle Semine a Bellinzona. «L’intuizione dell’allora vescovo di Lugano Eugenio Corecco è stata un segno profetico», sottolinea l’attuale curato venezuelano don José Rosales. «Qui l’Eucaristia fa presente la forza della vittoria di Cristo sul nostro egoismo creando in noi la comunione ». Inaugurato il primo ottobre 1989, il prefabbricato adibito a chiesa è stato voluto da monsignor Corecco come punto di riferimento per un quartiere popolare abitato soprattutto da persone emigrate da altri paesi. La risposta è stata fin da subito positiva e ancora oggi è un importante luogo d’incontro per le famiglie provenienti da realtà diverse. Ad accompagnare la nascita e la crescita di questa comunità è stato per molti anni don Carlo Scorti, insieme a suor Maria Letizia e suor Giovanna Pia, della Comunità delle Suore della Santa Croce di Menzingen, che hanno saputo alimentare lo spirito di condivisione e il desiderio di incontrare l’altro presente in questo quartiere popolare. «L’altro è accolto per la sua diversità, per vivere un momento di comunione, lasciandosi guidare dallo spirito santo», evidenzia don José, che ci confida: «ho ricevuto in eredità una comunità viva e piena di buona volontà, che si sente interpellata. È per me una gioia, un dono di Dio essere qui». L’invito del vescovo monsignor Eugenio Corecco trent’anni fa di non avere paura di aprire le porte a Cristo risuona ed è vivo ancora oggi, così come pure la volontà d’inserirsi in un percorso di nuova evangelizzazione. Si è iniziato con il ritrovarsi per la Santa Messa domenicale e per le attività parrocchiali. In seguito, è stato aperto l’oratorio e con il passare degli anni è stato proposto anche il preasilo e il doposcuola. D’estate il grande prato delle Semine accoglie i numerosissimi ragazzi dei campi diurni Grest. Tutte attività rivolte a chiunque, senza distinzione.

Inoltre, la comunità ha aperto le porte a diversi movimenti ecclesiali che danno un importante contributo alla crescita della comunità. E non solo. «Mettiamo a disposizione i nostri spazi, per le loro attività, anche alle comunità di altre religioni », evidenzia don José. In questo modo si moltiplicano le opportunità per conoscersi: incontri fra culture, religioni e anche generazioni. «Per il campo diurno Grest, ad esempio, anche persone anziane hanno offerto il loro servizio nel gruppo di appoggio, e si sono così creati dei legami, che sono rimasti impressi nei ragazzi», ci racconta il curato.

Ce lo conferma anche la catechista e animatrice Raffaela Quadroni, che ha preso parte alla nascita di questa comunità trent’anni fa. «Con i bambini e i ragazzi organizziamo anche visite e attività in casa anziani ». Le attività di preasilo, doposcuola, oratorio, preparazione ai sacramenti proposte in parrocchia sono sempre ben frequentate e possono contare su partecipanti entusiasti. Anche le due Feste a inizio estate e in autunno (legata, quest’ultima, all’anniversario), sono diventate un momento di ritrovo importante per tutto il quartiere. In tutto sono una trentina le collaboratrici e i collaboratori volontari che partecipano attivamente ad animare le varie proposte.

«Coinvolgiamo anche i giovani, così da garantire la continuità dello spirito della nostra comunità», sottolinea Raffaela. Molte famiglie, molti giovani, molti movimenti, dunque. Ma poco spazio, come evidenzia la catechista. L’edificio della chiesa, un prefabbricato che doveva essere provvisorio, è rimasto tale. Il progetto per la realizzazione di un centro parrocchiale non è ancora realtà. «Alcune catechiste aprono le porte delle proprie case, ma la necessità di avere spazi adeguati per le attività si fa sempre più sentire», evidenzia Raffaela. Per la sua realizzazione e la raccolta fondi è stata creata l’associazione Nuovo Centro parrocchiale alle Semine, che sta studiando varie possibilità. La volontà è soprattutto quella di rispondere ai bisogni della comunità, tenendo in considerazione anche lo spirito che la anima e il contesto nel quale è inserita.

Integrazione: l’esempio del quartiere delle Semine

Sara Demir è cresciuta nel quartiere delle Semine di Bellinzona e ha dunque visto nascere la comunità di Gesù Cristo Redentore dell’Uomo. È di origine aramaica (sud-est della Turchia) e di culto cristiano-ortodosso. È stata la madre ad accompagnarla per la prima volta in questo prefabbricato adibito a chiesa quando aveva sette anni. «La forte presenza di don Carlo Scorti, il parroco di allora, e la sua apertura al dialogo mi hanno colpita», ci confida. «Avvicinava tutti, di qualsiasi cultura o religione, ed è così che si fa integrazione, parlando, rimanendo all’ascolto, facendo capire di esserci nel momento di bisogno». E con questo spirito è nata una comunità, alla quale in molti di coloro che sono cresciuti alle Semine si sentono legati. Sara, che oggi ha 37 anni, ha partecipato attivamente alla vita della parrocchia, in particolare attraverso la sua chitarra e il canto «una forma di preghiera». Si è messa al servizio anche nell’ambito dell’integrazione, seguendo le orme di sua madre. «Per molti anni ho proposto ai figli di immigrati, dei corsi per accompagnarli nella conoscenza di territorio, lingua, usanze, regole, a sbrigare delle faccende quotidiane, come ad esempio recarsi all’ufficio postale». Un percorso che ha aiutato anche i genitori. Inoltre, è stata membro nella Commissione cantonale per l’integrazione degli stranieri. Sara, che oggi lavora per la città di Bellinzona, è stata attiva in politica, in particolare in Consiglio comunale. Ancora oggi segue da vicino ciò che succede nel quartiere delle Semine. Di recente, si è fatta promotrice di un incontro fra la popolazione e gli imprenditori di un progetto che sta sorgendo a fianco della chiesa, per dare la possibilità a tutti di essere partecipi dello sviluppo del quartiere che negli ultimi anni è oggetto di un fermento edilizio.

Sara Demir

La festa

Domenica 29 settembre nel quartiere delle Semine di Bellinzona si festeggiano i trent’anni dall’edificazione della chiesa di Gesù Cristo Redentore dell’Uomo e della sua comunità. Alle 10.30 è prevista la Santa Messa presieduta dal vescovo Valerio Lazzeri. Dalle 12 sul prato della chiesa la maccheronata, con musica, lotteria per i bambini giochi e una sorpresa speciale. Il ricavato della festa è interamente a favore di un nuovo centro parrocchiale. In caso di cattivo tempo ci sarà solo la Santa Messa.

Katia Guerra

Festa della comunità Gesù Cristo Redentore dell’Uomo di Bellinzona (foto d'archivio) | © catt.ch
28 Settembre 2019 | 13:34
Tempo di lettura: ca. 4 min.
Condividere questo articolo!