Ticino e Grigionitaliano

In Africa un «Grest» con 500 bambini: l’esperienza di tre giovani ticinesi

Qualche anno fa, alcuni giovani ticinesi, con alle spalle diversi anni di esperienza con la colonia diurna «Grest», hanno espresso il desiderio di vivere un’esperienza analoga nella Republica democratica del Congo, un Paese poverissimo dell’Africa centrale che conta oggi più di 80 milioni di abitanti a maggioranza cristiana. Sono stati aiutati in questa avventura da don Didier Mafuta, sacerdote congolese che per studi è stato diversi anni nella Svizzera italiana.

«Durante il mio soggiorno in Ticino nel mese di dicembre 2022 – racconta don Didier – abbiamo preparato la colonia estiva e abbiamo riflettuto su cosa fare e come realizzarlo al meglio. Ho suggerito loro di essere soprattutto una presenza significativa per la gente del posto: non si trattava di fare tante cose per loro, ma di essere con loro».

E’ così che, senza nascondere qualche preoccupazione, ma con tanto entusiasmo, l’8 agosto scorso, Sara, Giacomo e Luca Badaracco di Cureglia hanno preso l’aereo con destinazione Kinshasa. Ad accoglierli c’era naturalmente don Didier che con una jeep tutta nuova – acquistata con il sostegno di amici ticinesi – li ha accompagnati nella comunità delle suore Cooperatrice Missionari Oblati di Maria per essere ospitati per qualche giorno. Successivamente, il 12 agosto, si sono trasferiti a Ifwanzondo, un villaggio di circa 5’000 abitanti. «Da Kinshasa fino al mio villaggio ci sono 720 km – prosegue don Didier – ma dalle mie parti non ci sono le autostrade e sono necessari due giorni di viaggio! Siamo arrivati di domenica e con la comunità abbiamo celebrato la santa messa. Un momento festoso della durata di 4 ore!  Alla fine della celebrazione il superiore provinciale degli oblati ha annunciato ufficialmente l’inizio della colonia per la gioia di tutti i bambini».

«Qui le persone sono molto gioiose», racconta Sara Badaracco. «Ballano e cantano sempre. Mi ha colpito vedere come già in tenera età qui in Africa hanno molte responsabilità: durante la colonia c’erano spesso dei bambini tra 1 e 3 anni in braccio alle sorelline di pochi anni in più! Mentre eravamo al villaggio si è svolta l’iniziazione ovvero un periodo di un mese durante il quale i bambini dai 7 ai 10 anni vengono lasciati nella foresta e devono cavarsela da soli. Questo per insegnare loro fin da subito che la vita è dura ma che bisogna avere coraggio nel affrontare le avversità che la vita ti pone davanti. Ma l’esperienza più toccante è stata la morte di un bambino, durante la notte, dopo il nostro arrivo, a causa del mal nutrimento. Questo mi ha colpito molto perché, per quanto sappia che i bambini nel mondo muoiono di fame, viverlo così da vicino mi ha fatto percepire molto di più l’ingiustizia di quello che accade nell’indifferenza dei più». 

«Sicuramente è stata un’esperienza positiva di incontro con una altra cultura e questo fa crescere e maturare. Non è stato tutto facile, ma penso siano stati giorni lieti per tutti. I tre giovani svizzeri hanno avuto a che fare con gente molto povera ma sono persone che non mollano mai che vivono la loro realtà con grande dignità», conclude don Didier.

| © catt
30 Agosto 2023 | 06:42
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