Mons. Nicola Zanini, Delegato dell’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano
Ticino e Grigionitaliano

Il vicario generale Zanini: a Natale in 50 a Messa nelle parrocchie del Ticino

Non c’è pandemia che riesca a spegnere la luce del Natale. Papa Francesco continua a ripeterlo, forse perché avverte che i fedeli guardano alle prossime festività con una certa apprensione. Come sarà questo Natale ormai alle porte? Come festeggiarlo senza violare le norme anti-Covid? Queste, cambieranno ancora prima del 24 dicembre? E soprattutto, come far sì che la Luce del Natale possa sbocciare nei cuori nonostante le restrizioni che continuano a condizionare lo svolgimento delle celebrazioni? Con mons. Nicola Zanini, vicario generale della diocesi di Lugano, cerchiamo di comprendere come compiere questi ultimi passi che ci separano dalla nascita di Gesù e soprattutto come le ultime norme influenzeranno la messa di Natale e la partecipazione dei fedeli. L’avvicinamento al Natale è un percorso che per molti coincide anche con la volontà di accostarsi alla confessione. Confessione che in molte parrocchie comprende un duplice momento: uno di preparazione comunitaria (spesso molto frequentato), seguito da un secondo momento, in dialogo personale con il sacerdote. «Purtroppo, proprio per il grande numero di persone che abitualmente le frequentano, le celebrazioni comunitarie in preparazione al sacramento della riconciliazione, quest’anno non si potranno svolgere. Mentre sarà invece possibile accedervi in forma privata, prevedendo l’incontro col sacerdote in uno spazio sufficientemente ampio ma che naturalmente garantisca la riservatezza», spiega don Nicola. Sì, dunque, alle confessioni individuali ma non all’interno dei tradizionali confessionali. Nel corso di un incontro con il presidente del Consiglio di Stato e il suo staff, tenutosi lo scorso 11 dicembre e definito da don Nicola molto cordiale, è stato ritoccato il numero delle persone che potranno partecipare alle messe a partire dal 24 dicembre: dalle trenta previste fino al giorno prima, si passerà alle cinquanta a partire dalla vigilia di Natale. Questo allargamento del numero dei fedeli consentirà certamente una normalizzazione almeno delle celebrazioni natalizie. Soprattutto nei piccoli centri e nelle piccole chiese. Cosa accadrà invece, a Biasca, Bellinzona, Locarno, Lugano, Mendrisio, Chiasso dove vi sono chiese che hanno una capienza ben maggiore e che a Natale, di solito, registrano il «pienone»? «In molti di questi centri – continua il vicario – i parroci hanno predisposto un maggior numero di celebrazioni, in orari diversi. E la messa verrà naturalmente diffusa anche in televisione e alla radio. Ma ci tengo molto a dire che chi celebra l’eucarestia avrà un pensiero particolare per coloro che non sono fisicamente presenti, portandoli nel cuore e nella preghiera». E per quanto riguarda il canto? Sentiremo intonare «Tu scendi dalle stelle» o -»Astro del ciel?» «Purtroppo, il canto corale ed assembleare dovrà essere ridotto quest’anno, nelle nostre chiese», precisa don Nicola. «Magari si potrà ovviare con uno o più solisti. Mentre il Gloria, il Santo e il salmo responsoriale, considerati parti irrinunciabili della celebrazione, potranno essere espressi coralmente dall’assemblea». Piccoli e grandi cambiamenti che, don Nicola, non teme possano modificare i comportamenti dei fedeli anche dopo il rientro delle misure anti-Covid? «Per me questo virus ha dimostrato che facciamo fatica in assenza di un ordinamento liturgico che si svolge come d’abitudine, e che il desiderio dei fedeli è quello di poterlo riprendere quanto prima. Chi è abituato a vivere all’interno di una comunità, vuole recuperare il prima possibile quella dimensione».

Per le misure di prevenzione nelle parrocchie, consultare il sito della diocesi di Lugano

Corinne Zaugg

Mons. Nicola Zanini, Delegato dell’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano | © fotogonnella
18 Dicembre 2020 | 18:05
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