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Ticino e Grigionitaliano

I dieci anni di CATISHOP.CH. Luoghi dove le cose trovano un’altra vita e le persone nuove possibilità

di Silvia Guggiari

Dieci anni fa, da un’idea dell’allora direttore Roby Noris, Caritas Ticino lanciava il progetto CATISHOP.CH, dove gli oggetti potevano trovare nuova vita e le persone nuove possibilità professionali. Il Mercatino già presente dal 2005 a Giubiasco veniva trasformato «in un negozio, curato, dove gli stessi oggetti assumevano un valore differente». Nel 2012, l’apertura del primo punto vendita a Lugano-Pregassona, seguita poi da quello di Chiasso e di Locarno. Con direttore di Caritas Ticino, Stefano Frisoli, ripercorriamo questi anni e il lavoro svolto.

«A ripensare a questo decennio, il primo dato che emerge è una gratitudine rispetto al percorso fatto, rispetto a chi c’è stato, a chi ha sostenuto, chi ha lavorato, chi è passato condividendo la propria storia e la propria vita. Poi vi è un bilancio più legato all’attività in sé: il nostro è un luogo di inserimento socio-professionale dove poter ragionare di lavoro e progettualità, e anche solo il fatto di aver cambiato nome, da Mercatino a CATISHOP.CH, è un segno concreto della volontà di inserirsi nella professionalizzazione. Per noi riqualificare un oggetto ha una serie di componenti molto diverse: dalla valorizzazione di chi sceglie di donarlo, di chi decide di acquistarlo nei nostri negozi, ma anche dalla valorizzazione del lavoro delle persone che hanno contribuito a gestire tutta questa filiera. CATISHOP.CH oggi è l’insieme di tutte queste caratteristiche».

Attualmente sono quattro i negozi distribuiti su tutto il territorio cantonale. Quante sono le persone impiegate in questi luoghi?

Sono luoghi diversi, ognuno con una storia sua: Giubiasco apre nel 2005 (ma presente dal 1995, così come a Lugano dal 1988), ma il cambiamento dell’impostazione avviene proprio con l’apertura del CATISHOP.CH di Lugano che apre una stagione nuova. L’équipe è composta da 5-6 colleghi per ogni sede e poi in ogni luogo, a seconda della grandezza, vengono accolte una quindicina di persone in misura, sia in disoccupazione che in assistenza.

Quali sono i prossimi obiettivi?

L’apertura di Locarno è stato un passaggio importante perché si trova in una zona che da tempo stavamo cercando di presidiare. L’occasione giusta è stata possibile grazie anche all’avvio nel 2013 del progetto di raccolta tramite i cassonetti di abiti che poi vengono lavorati nella sede di Ligornetto. Un progetto che ha dato la possibilità di creare concretamente posti di lavoro in più. In questo momento i nostri sforzi per quanto riguarda i CATISHOP.CH sono volti a rafforzare i diversi punti vendita. Per quanto riguarda il futuro, nel 2023 diventerà operativa la nuova sede dell’azienda agricola che da Pollegio si trasferisce a Sant’Antonino: è un progetto molto interessante perché avvia una nuova fase di lavoro con il territorio, sia in termine di formazione che di produzione all’interno di una filiera di cibo biologico e questo diventa per noi un elemento anche culturale.

Un’offerta dunque che si allarga sempre più dando ancora maggiori possibilità di impiego…

Sicuramente la nostra offerta oggi è molto ampia e si allarga anche a tutto il tema del recupero di materiale elettronico nelle sedi di Ligornetto e di Pollegio. Abbiamo diverse possibilità di re-inserimento delle persone che vengono segnalate a noi dai centri di collocamento piuttosto che dai vari uffici cantonali. Negli ultimi anni, inoltre, è cresciuta la quota di attività formative interne rispetto alle attività che le persone sono chiamate a svolgere e che poi potranno spendere nel mercato del lavoro: dalla logistica, alle vendite, alla parte agricola, al posizionamento legato al riciclaggio.

I CATISHOP.CH sono dunque dei luoghi che danno nuova vita alle cose e nuove possibilità alle persone…

Assolutamente. Un aspetto su cui continueremo a lavorare sarà quello di far diventare questi luoghi degli interfaccia sempre più puntuali di quello che accade nel mondo Caritas rispetto all’esterno. Gli oggetti, come i negozi, come il lavoro che facciamo sono solo uno strumento che deve mettere al centro le relazioni e le persone.

Secondo voi, come è cambiata la visione di Caritas Ticino dalla società?

È una realtà che da 80 anni è a servizio del territorio. Siamo sempre più consapevoli che abbiamo un ruolo importante: accogliere quelle persone che in questo momento presentano delle difficoltà legate al lavoro, ma non solo. Il lavoro è complesso e ampio e quello che in questi anni è cambiato è l’azione di relazione con il prossimo: oggi più che mai il lavoro di rete sta diventando indispensabile per poter essere più efficaci e puntuali nelle risposte. C’è una apertura sempre più ampia al territorio e alle varie realtà che decidono di fare un pezzo di cammino con noi.

Per info visitare il sito catishop.ch

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24 Gennaio 2023 | 07:21
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