Ticino e Grigionitaliano

Don Dania su spiritualità e lavoro: «Chi ha tempo per sé e per Dio, lo ha per il prossimo»

di Laura Quadri

«Uno dei compiti centrali del mio ruolo di assistente spirituale è di indicare i valori della Dottrina sociale della Chiesa, come punti di riferimento fondamentali di ogni impegno sindacale: tradurre il messaggio sempre nuovo del Vangelo, perché sia quella bussola che possa orientarci nel cammino della vita».
Così don Marco Dania descrive il proprio servizio quale assistente spirituale dell’OCST, ruolo che lo accompagna sin dal 2017 e che gli permette, di fatto, di essere a disposizione, all’interno del Sindacato, per oltre 40’000 lavoratori e 200 impiegati, in quella che è oggi l’associazione cattolica più numerosa del Ticino.

I principi della Dottrina sociale

«Un primo punto fondamentale per la Dottrina sociale della Chiesa è il principio della dignità della persona umana, che va sempre salvaguardata, in ogni circostanza. Nel lavoro cristianamente inteso quello che conta non è solo la dimensione collettiva, ma soprattutto il singolo, la persona e il suo benessere». Un secondo principio è la ricerca del bene comune. «Ciò significa che le nostre rivendicazioni salariali e contrattuali nascono sempre da una visione più ampia, che ci porta a desiderare e volere il bene della società tutta intera».
Sobrietà e solidarietà, sottolinea don Dania, sono i due principi che meglio incarnano questo percorso, cioè «essere attenti ai bisogni di tutti e capaci di dare a chi ha di meno. Al contempo guardare a l’essenziale, senza mirare a possedere sempre di più, ma piuttosto a crescere in umanità. Papa Francesco, scrivendo l’enciclica «Laudato si», ha inoltre inserito nella Dottrina sociale della Chiesa come punto centrale la conservazione del creato. Dio ha posto nelle mani dell’uomo quel giardino meraviglioso che è la nostra madre terra, perché egli la costudisca e viva in armonia con essa».

Quale valore ancora più specificamente inerente il mondo del lavoro, l’OCST «mette al centro la gestione cristiana del tempo, che è un elemento forte, nuovo, creativo per l’oggi. L’uomo che sa gestire cristianamente il proprio tempo, non si lascia sopraffare dalla frenesia della produzione e del guadagno, ma trova dei momenti per dedicarsi a se stesso, agli altri e a Dio. Impara, così, il linguaggio della «cura», intesa come attenzione che nasce dal cuore, verso tutto ciò che ci circonda e riesce a diffondere bellezza».

Il sindacato, che si riallaccia a questa visione, «può davvero essere un ambito in cui il cristiano impara ad agire per la trasformazione del mondo. Spesso si ricorda quanto sia importante il ruolo dei laici all’interno della Chiesa. Oggi per il laico l’impegno più grande è quello della trasformazione, dell’umanizzazione del mondo, per renderlo sempre più quella «casa accogliente» di cui tutti abbiamo bisogno. Così, la Chiesa, essendo maestra in umanità, ci insegna a vivere da «fratelli tutti»».

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2 Maggio 2024 | 07:10
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