Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 10 dicembre

Calendario Romano Anno A / Mc 1,1-8 / II Domenica di Avvento

Senza peli sulla lingua, senza grilli per la testa

di Dante Balbo*
La seconda domenica di Avvento ci mette di fronte alla figura del profeta, l’ultimo prima di Gesù, Giovanni il Battista. Contrariamente a quanto si pensa, il profeta non è colui che prevede il futuro, anche se non ha mezzi termini a considerare le conseguenze che si profilano per chi non ascolta la sua parola, perché non è discorso di uomo, ma lettura della storia con il pensiero di Dio. Giovanni è un uomo che ha raffinato nel deserto la sua vista interiore, che ha cercato l’essenziale, per entrare in relazione con il Dio che lo ha chiamato a questa vita. In particolare ha una intuizione, o meglio, una ispirazione divina, che gli dice che è prossimo il Messia annunciato dai profeti lungo la storia di Israele. Per questo le sue parole sono taglienti, senza mezze misure contro coloro che si illudono di essere a posto, perché appartenenti al popolo eletto. Li chiama razza di vipere, incapaci di convertirsi per accogliere colui che deve venire.Se con i suoi concittadini è duro e inflessibile, di fronte alla prospettiva di incontrare il Signore che sta per venire, il suo cuore si scioglie, la sua consapevolezza si immerge nel riorientamento del proprio vissuto, che da questo incontro ricava il senso della sua stessa capacità profetica. Un profeta infatti è colui che dalla frequentazione di Dio ricava uno sguardo, una lettura della verità sull’uomo, sulla storia, sulla relazione con Dio e la distanza che impedisce la realizzazione dei singoli e del popolo secondo il progetto dell’Altissimo. Ma proprio per questo, è consapevole che il senso della vita non è un insieme di regole, anche se necessarie, cui richiamare i suoi conterranei, ma un incontro con il consolatore, che già Isaia aveva previsto, uno che proprio perché condivide la nostra umanità, la conosce e la può salvare. Giovanni è il più grande, proprio perché senza peli sulla lingua, ma senza grilli per la testa, che sa stare al suo posto, indicando il vero Agnello che toglie il peccato del mondo.

*Il Respiro spirituale di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube

Calendario Ambrosiano Anno A / 1,19-27a.15c.27b-28 / V Domenica di Avvento

L’unico desiderio di Dio: che tutti siano «figli»

di don Giuseppe Grampa
Sarebbe stato facile per Giovanni il Battista rispondere a quanti gli chiedevano la sua identità: «Sì, sono io il Cristo, sono io il Messia atteso».
A lui infatti accorrevano le folle per il gesto di purificazione nelle acque del fiume Giordano e attorno a lui si erano raccolti anche molti giovani discepoli. Giovanni avrebbe potuto sfruttare a suo vantaggio il grande fascino che la sua persona esercitava sulla gente. Egli invece presenta Gesù con queste parole: «Colui che viene dopo di me, ed era prima di me».
Vorrei sostare su questa apparente contraddizione: come può essere «prima» chi viene dopo? Questa affermazione di Giovanni, «il Messia, Gesù di Nazareth è prima», racchiude una decisiva verità per ogni uomo e donna che è venuto, viene e verrà nell’esistenza. Lo dice con chiarezza il prologo del quarto evangelo: «Tutto è stato creato per mezzo di Lui e niente di ciò che esiste, esiste senza di Lui». Vuol dire allora che da sempre in Dio vi è questa unica intenzione: comunicarsi a noi nel Figlio, e volere che ogni uomo e donna che vengono nel mondo sia figlio o figlia, come il primogenito che è Gesù. Possiamo dire con altre parole: Dio è da sempre questo incontenibile desiderio di comunicarsi a noi e proprio nel volto umano di Gesù realizzerà questo desiderio cosicché l’umanità, ogni uomo e donna, possano essere chiamati ad essere per Dio solo figli e figlie.
Siamo soliti dire, ed è in parte vero, che esistono tre grandi religioni monoteiste: l’ebraismo, il cristianesimo e l’Islam.
Ed è vero che queste tre tradizioni religiose credono, come diciamo nel Credo, «in un solo Dio». Ma in verità Dio in cui crediamo è il Dio di Gesù Cristo, quel Dio che nessun occhio ha mai visto e che proprio nel volto umano di Gesù di Nazareth si è a noi manifestato perché ogni uomo e donna che vengono all’esistenza siano «figli». Nella misteriosa parola del Battista è racchiusa questa verità: che l’umanità sia una famiglia, la Sua famiglia.

9 Dicembre 2023 | 16:46
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