Svizzera

Grande partecipazione alla prima messa cattolica nella cattedrale di Ginevra dopo la Riforma

A Ginevra l’ecumenismo è una bella realtà. Ne abbiamo avuto una riprova sabato sera 5 marzo, in occasione della prima messa cattolica celebrata nella cattedrale protestante di Saint-Pierre dai tempi della Riforma, precisamente dopo ben 486 anni! E proprio nel luogo dove predicò Giovanni Calvino.

Questo evento, rinviato due volte nel 2020 a causa della pandemia, ha suscitato un grandissimo interesse, tanto che la chiesa era stracolma, con almeno un migliaio di persone, diverse delle quali hanno dovuto rimanere in piedi. Ricordiamo che l’invito alla comunità cattolica era venuto dalla parrocchia evangelica di Saint-Pierre, il cui presidente, Jean-Pierre Pilly, ha sottolineato , nel suo saluto all’inizio della celebrazione, come questo gesto dal valore simbolico così forte e così significativo sia stato il frutto di una collaborazione ecumenica in atto da tempo e il segno di una fiducia reciproca.

La messa, sobria, semplice, ma nel contempo solenne (condecorata da diverse corali, tra cui una interparrocchiale formata da 200 coristi), è stata celebrata – in un’atmosfera di grande fratellanza – da don Pascal Desthieux (al suo ultimo impegno ufficiale quale vicario episcopale della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo), il quale ha tenuto anche l’omelia. Una ventina i concelebranti, tra i quali un sacerdote greco-cattolico ucraino. Naturalmente, la guerra in Ucraina è stata evocata più volte durante la celebrazione, in particolare con l’osservazione di un minuto di silenzio e durante la preghiera dei fedeli (pronunciata in diverse lingue), quando si è invocata la pace per l’Ucraina, la Russia e per il mondo intero.

Siccome quella di sabato era la messa prefestiva della prima domenica di Quaresima, ha avuto anche un forte carattere penitenziale, con tra l’altro, dopo l’omelia, l’imposizione delle ceneri a tutti i presenti, un gesto inabituale per i protestanti, che l’hanno peraltro accolto con molta umiltà, e che è iniziato con il pastore Emmanuel Rolland e don Desthieux che si sono segnati a vicenda la fronte con le ceneri. Al momento della comunione, essa è stata data indistintamente e senza clamore – dato il carattere eccezionale della celebrazione –  a chiunque si fosse presentato per riceverla, cattolici o protestanti che fossero, quale segno di un forte desiderio di unità.

Ricordiamo che la Riforma protestante è stata ufficialmente introdotta a Ginevra nel 1536 in seguito alla predicazione di Guillaume Farel e di Giovanni Calvino e da allora quella sul Lemano viene spesso definita «la città di Calvino» o «la Roma protestante». Di conseguenza la cattedrale, sede del vescovo di Ginevra a partire dal IV secolo (quella attuale venne edificata nel XII e XIII secolo), passò al protestantesimo e la messa venne abolita, mentre il vescovo Pierre de la Baume si era già rifugiato ad Annecy tre anni prima. Il cattolicesimo ginevrino conobbe altri periodi turbolenti nei secoli successivi. Il culto cattolico venne riammesso nella città e nel Cantone nel 1798, ma sorsero nuove difficoltà nel 1873, quando papa Pio IX nominò il vescovo Gaspard Mermillod vicario apostolico di Ginevra. Questo fu considerato dal Consiglio di Stato un tentativo di restaurazione della diocesi di Ginevra, Mermillod venne espulso dalla Svizzera per decisione del Consiglio federale e si rifugiò in Francia, dove rimase in esilio per 10 anni. Nel contempo, il governo cantonale, a connotazione radicale, «nazionalizzò» il cattolicesimo creando una Chiesa nazionale a struttura democratica, la Chiesa cattolica cristiana, tuttora esistente. La Chiesa cattolica romana venne equiparata alle altre due Chiese nel 1907, quando nel Cantone venne sancita la separazione tra Chiese e Stato. La diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo (che comprende anche Neuchâtel) è stata a sua volta eretta nel 1924.

Attualmente  nel Canton Ginevra,i cattolici costituiscono poco più del 33 per cento della popolazione (grazie principalmente all’immigrazione e alla presenza di diplomatici nelle numerose istituzioni internazionali), a fronte del 9,2 per cento di evangelici.

Gino Driussi

| © catt.ch
7 Marzo 2022 | 11:52
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Ecumenismo (173), Ginevra (37)
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