Ticino e Grigionitaliano

Festa della mamma: i gesti e gli affetti di sempre in un mondo cambiato

Finalmente dopo un lungo periodo di incertezza possiamo trascorrere la Festa della mamma in un clima più sereno e senza restrizioni.
Due anni fa, in questo periodo, i bambini non erano nelle sedi scolastiche a preparare con i maestri quei meravigliosi lavoretti per la festa che noi mamme aspettiamo con trepidazione. E gran parte delle mamme si sono ritrovate chiuse in casa impegnate a gestire quel delicato gioco di incastri – qualità squisitamente femminile – fatto di bambini, lavoro, faccende domestiche, senza sapere come e quando questo sconosciuto virus se ne sarebbe andato e quanto male avrebbe lasciato dietro di sé.
Senza dimenticare, poi, tutte quelle mamme felicemente nonne a cui è stato chiesto un grande e innaturale sacrificio: quello di sospendere la loro abituale materna laboriosità per restare fisicamente in disparte, come in attesa, accogliendo la premura delle persone care che le volevano così proteggere.
Adesso avremmo voglia di stabilità, di relazioni, di rinnovare la fiducia nell’esistenza e di ristabilire, là dove è venuto a mancare, il benessere fisico e psichico nostro e dei nostri figli. Ma in un attimo ci siamo rese conto che la pandemia era solo il primo di altri gravi motivi di preoccupazione condivisa che ci stanno facendo toccare con mano che il futuro può essere incerto e la nostra facoltà di determinarlo limitata.
Insomma, sentir parlare di invasioni, guerre per procura, minacce nucleari o corsa agli armamenti, non è esattamente quello che speravamo come ritorno alla normalità. Il pensiero va, subito, ai bambini coinvolti nei conflitti, e poi alle madri che hanno coraggiosamente sopportato, anche nel secolo scorso, i drammi della guerra e della povertà. Il coinvolgimento emotivo può essere così forte da non riuscire nemmeno a restare informate, anche perché talvolta le notizie sono così ridondanti e spettacolarizzate da non poter essere sostenute.
E nel contempo abbiamo potuto sentire tra le mani, impotenti, la sterilità della nostra arida terra: l’ultima di una lunga serie di primati metereologici sempre più incalzanti che ci danno prova concreta degli sconvolgimenti climatici.
Certo, noi mamme siamo apprensive. Lo abbiamo saputo dal primo momento in cui ci siamo scoperte madri, e le preoccupazioni ci accompagnano e crescono maturando il senso di maternità. L’essere apprensive significa esattamente farci carico dei bisogni altrui ancora prima che questi abbiano avuto modo di esprimersi; significa pre-occuparci non più soltanto di noi stesse: infatti il coinvolgimento per la vita che custodiamo è così profondo, viscerale, da scoprirci esistere per un altro. Ecco perché adesso siamo preoccupate per il futuro dei nostri figli.
L’augurio, quindi, per questa Festa della mamma, è che la nostra preoccupazione sia lungimirante e feconda, che non si chiuda ma anticipi con progettualità i bisogni del domani.
Mostriamo ai nostri figli come nutrire e abbeverare la terra, come costruire ponti e relazioni, come cercare la verità oltre le apparenze, come generare la vita! Perché la normalità a cui aspiriamo ora non può essere quella di prima ma deve essere ritmata da nuove piccole abitudini, sobrie e rispettose del mondo.

Chiara Benzoni Ferriroli,
mamma e giornalista

8 Maggio 2022 | 06:51
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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