Patriarca Kirill
Internazionale

Intervista a Enzo Bianchi: «Il grande sogno di Kirill un Carlo Magno d'Oriente»

Tante Chiese d’Oriente schierate l’una contro l’altra in nome dello stesso Dio. La seconda guerra ucraina, consustanziale e parallela a quella che si volge sul campo, è una feroce guerra tra Chiese ortodosse in particolare che credono nello stesso Dio. Il patriarca Kirill di Mosca, appoggiando con passione la guerra, ha offerto a Vladimir Putin una copertura teologica difficile da capire in Occidente. Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, è stato protagonista del dialogo tra i cattolici e l’Oriente, fin dagli Anni 70, quando Kirill venne per la prima volta a Bose. Qui pubblichiamo un’intervista che ha rilasciato a La Stampa di Torino dove Bianchi offre le sue chiavi di lettura su una complessa vicenda, per la quale abbiamo pubblicato già come redazione di catt altri contributi e punti di vista (vedi sotto).

Si sarebbe mai immaginato che quel giovane e brillante prete ortodosso sarebbe salito sui carri armati di Putin in guerra contro cristiani ucraini?
«Sono stato sorpreso. Io l’ho conosciuto bene. L’ho incontrato la prima volta alla fine degli Anni 70, quando accompagnava il metropolita Nicodim. Poi è venuto ancora ai convegni ecumenici di Bose: lo ricordo molto convinto e attivo nel dialogo ecumenico, un uomo aperto che conosceva bene l’Occidente. Successivamente l’ho incontrato a Mosca nel 2004, quando sono stato inviato da papa Wojtyla in delegazione con il cardinale Kasper per restituire l’icona trafugata della Madonna di Kazan. Ci fu una straordinaria accoglienza nella splendida cattedrale di Cristo Salvatore».

Però nei sermoni di Kirill c’è qualcosa di più: ha dato una giustificazione teologica alla guerra di Putin. Perché?
«Tutto quello che dibattiamo in Occidente grazie alla nostra modernità arriva agli ortodossi russi in un cono d’ombra che è quello occidentale-americano e cioè del grande e storico nemico. Per molto tempo, per loro, l’ecumenismo è stato un prodotto dell’Occidente, che veniva dalla pluralità delle confessioni, dalla tolleranza, realtà per loro sconosciute. Ciò che per loro è lotta metafisica tra il bene e il male ed è manifestazione dell’Anticristo, per noi è un’acquisizione dei diritti civili (ad esempio nei confronti degli omosessuali). D’altronde, noi cattolici eravamo sulle loro posizioni 50 anni fa, né più né meno. E sono convinto che una parte della Chiesa cattolica la pensi ancora così. Solo, non si ha più il coraggio di dirlo pubblicamente».

Cesare Martinetti, La Stampa continua a leggere

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Patriarca Kirill | © Wikimedia
4 Aprile 2022 | 09:16
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