Patriarca Kirill
Cristina Vonzun

L'omelia del patriarca di Mosca fa discutere, ma le Chiese non si arrendono e dialogano

La guerra in Ucraina rischia purtroppo di provocare un’ulteriore spaccatura -oltre la situazione già tesa- anche nella Chiesa ortodossa. Al centro del dibattito in questi giorni sono le parole pronunciate il 6 marzo scorso da Kirill, patriarca ortodosso di Mosca (nella foto). Mentre in Ucraina il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese cristiane e delle organizzazioni religiose si muove unito nella preghiera e nell’opera di soccorso alla popolazione e i due inviati di papa Francesco, i cardinali Krajewski e Czerny sono in questa martoriata terra per portare la vicinanza del Pontefice e aiuti, mentre ci sono tantissime organizzazioni religiose e associazioni cristiane, come Caritas, un infinito numero di parrocchie e comunità in Europa che si stanno impegnando in uno sforzo umanitario enorme, ebbene, dai vertici della Chiesa ortodossa russa sono arrivate in questi giorni parole incomprensibili che pongono interrogativi. Qualche chiave di interpretazione possibile l’abbiamo raccolta grazie al sociologo delle religioni Massimo Introvigne attraverso l’agenzia lanotizia.net. Introvigne, fondatore del Cesnur, nel 2011 è stato rappresentante dell’Osce per la lotta contro il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza religiosa. In quel periodo il sociologo ha visitato Kiev per verificare la situazione dei diritti umani nel Paese. Introvigne conosce il patriarca di Mosca Kirill e la situzione delle Chiese cristiane a Kiev. «In Ucraina – spiega Introvigne -ci sono solo quattro milioni di cattolici. Il 75% degli ucraini è ortodosso, ma la Chiesa Ortodossa si è spaccata dopo l’invasione russa della Crimea nel 2014. Il 60% degli ucraini oggi appartiene alla Chiesa Ortodossa Ucraina, che ha rotto con il Patriarcato di Mosca, favorevole quest’ultimo all’invasione della Crimea, e ha aderito all’altra grande giurisdizione ortodossa mondiale, il Patriarcato di Costantinopoli, mentre il 15% degli ucraini è rimasto con il Patriarcato di Mosca». Ma non tutto va secondo i piani, infatti, secondo Introvigne «Putin ha avuto in questi giorni una grande sorpresa: anche il Metropolita Onofrio, che guida quella parte degli ortodossi ucraini rimasti in comunione con il Patriarca di Mosca, ha dichiarato che le differenze religiose vanno messe da parte e che anche i fedeli della sua Chiesa, che pure in maggioranza parlano russo, devono difendere la patria ucraina contro l’aggressione russa». In questa situazione già tesa sono arrivate le parole di Kirill, pronunciate alla festa del perdono, una settimana fa. «Il 6 marzo il Patriarca di Mosca Kirill, in precedenza cauto, si è schierato a favore di Putin con una violenta omelia in cui ha abbracciato quella che ha definito anche una «guerra metafisica» contro gli ucraini che hanno – a suo dire «abbracciato i valori dell’Occidente corrotto e le parate del Gay Pride», che l’armata russa farà cessare in Ucraina. Da una parte questo conferma – ma esiste tra gli ortodossi russi anche un dissenso contro il Patriarca – che la Chiesa Ortodossa Russa e Putin sono legati a filo triplo, ciascuna parte sostiene l’altra e teme di essere coinvolta in una eventuale caduta dell’altra», continua Introvigne. «Il Patriarca, che ho conosciuto personalmente e non è certo uno sciocco, distilla una propaganda russa che si può vendere anche in Occidente, mobilitando coloro che vedono in Putin un nemico degli Stati Uniti, degli omosessuali, delle «sette» e altro ancora». Quello di Kirill secondo l’interpretazione di Introvigne sarebbe quindi un discorso tipico della propaganda bellica, volto a catturare audience oltre i confini russi. Difficile capire, comunque l’effetto sortito, a prima vista, da queste parole è duplice: un certo dissenso tra fedeli della stessa Chiesa di Kirill fuori dalla Russia, in particolare, e una grossa fatica a capire negli altri cristiani che però non significa interrompere il dialogo con il patriarcato di Mosca. Lo dimostrano, tra tanti altri, i vescovi polacchi prima e quelli svizzeri dopo, che hanno inviato a Kirill, in questi giorni, appelli alla pace da trasmettere a Putin.

Cristina Vonzun

Patriarca Kirill | © Wikimedia
11 Marzo 2022 | 11:29
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