Gerusalemme
Internazionale

Ennesima Pasqua difficile per i cristiani di Terra Santa: la testimonianza della giornalista Miriam Bianchi

di Laura Quadri

«Da più parti e da più persone in questi giorni mi sono sentito dire: «Ti prepari a una Pasqua difficile!». La guerra, con il suo carico di violenza e di odio, di sofferenza e di morte, rende difficile celebrare la festa. (…) Eppure, la Pasqua non è mai veramente facile; se è la celebrazione della Passione e risurrezione di Cristo, se essa rende attuale per noi, qui e ora, il passaggio dalla morte alla vita, allora è la Pasqua stessa che è sempre difficile. (…) Stare nel conflitto, attraversare la notte amando di più, credendo di più, sperando di più, donando e perdonando senza stancarsi: questa è la via della vita, quella vera». Sono queste le parole di incoraggiamento rivolte dal Patriarca di Gerusalemme, il card. Pierbattista Pizzaballa, lo scorso Giovedì Santo ai partecipanti raccolti al Santo Sepolcro, in Terra Santa.

Ad accogliere e ascoltarle, anche Miryam Bianchi. Di origini italo-svizzere, lavora con il Christian Media Center, ufficio media della Custodia di Terra Santa. «I fedeli raccolti per le celebrazioni della Settimana Santa e quelli che attendiamo per la Pasqua provengono perlopiù da famiglie locali, dato che la guerra ha completamente fermato i pellegrini dal raggiungerci. Ci apprestiamo dunque a celebrare la Risurrezione in un clima molto diverso da solito. Ma tutto sommato sarà comunque Pasqua», racconta.

Messaggi da tutto il mondo

La gente che non può, come avrebbe fatto ogni anno, unirsi alle celebrazioni sul posto, «è dispiaciuta. Lo sappiamo dalle centinaia di messaggi che riceviamo quotidianamente da ogni parte. Pregano per il ritorno della pace e dei pellegrini. La vicinanza di tutta la comunità cristiana nel mondo è molto sentita. E apprezzata».

Mantenere il contatto con la comunità dei cristiani di ogni luogo è proprio tra i compiti principali del Media Center della Custodia, adesso più che prima: «Certo con la guerra il nostro compito è molto cambiato, normalmente diamo molto spazio alle celebrazioni, agli eventi. Mentre ora non ci sono grosse celebrazioni, eventi pubblici di festa e di gioia, cessati dallo scorso 7 ottobre. Si sono dunque adeguate anche le news trasmesse, rivolte a chi, da tutto il mondo, vorrebbe essere qui ma non può», sottolinea la giornalista.

La vita della Chiesa locale

Di mezzo al cambiamento una quotidianità che per certi aspetti tuttavia continua: «Recentemente abbiamo avuto una nuova ordinazione episcopale. Come, paradossalmente, anche nella Striscia ci si appresta a celebrare la Pasqua, e analogamente è stata celebrata la Settimana Santa». Il pensiero corre anche al messaggio che il Papa ha voluto indirizzare alcuni giorni fa a tutti i fedeli in Terra Santa: «Sono piccoli gesti, che fanno bene al cuore», commenta Bianchi.

Un appello

E infine rivolge a sua volta un appello: «Pregate, soprattutto in questa Pasqua, per la pace; questa Terra ne ha bisogno, ognuno di noi ne ha bisogno, la Chiesa Madre che è nata qui. Perché non devono rimanere solo le pietre: c’è, proprio in Terra Santa, una Chiesa viva che ha bisogno di supporto».

Gerusalemme | © catt
30 Marzo 2024 | 15:12
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!