Ticino e Grigionitaliano

È nelle librerie il nuovo libro del ticinese Roberto Albin: «’O Gnéneto ’e Gesù»

Parliamo di un attore, un regista teatrale ma non solo: ad oggi, Roberto Albin, membro della Confraternita di San Carlo Borromeo di Lugano è infatti interprete di un desiderio che lo «abitava» da molto, ovvero mettere le proprie conoscenze al servizio della liturgia, in particolare trasmettendo nuove conoscenze di dizione della Parola di Dio agli studenti delle Facoltà teologiche – anche quella luganese. Perché per Roberto leggere la Parola di Dio non è lavoro certo di attore, ma anzi modo concreto per «calarsi» nelle vicissitudini bibliche e da lì partire per una lettura ad alta voce che cambi non solo il cuore di chi ascolta ma anche di chi legge.

Fa parte di questo bel impegno e soprattutto dell’amore alla Parola, non da ultimo, lo sforzo e la volontà di tradurre i Vangeli in una lingua ad Albin, di origini partenopee, molto cara: il napoletano. Mentre l’anno scorso è uscita la Passione tradotta in napoletano, quest’anno Albin si è cimentato nella riscrittura in napoletano della Natività, con il libro «’O Gnéneto ›e Gesù» («Il Bambino Gesù »), rielaborazione tratta dai Vangeli di Luca e Matteo. «Non ci si può non innamorare del dialetto napoletano, capace nel tempo e nella storia di avvicinare fortemente la gente, il popolo, ai racconti evangelici con tradizioni davvero molto belle e folcloristiche: penso, ad esempio, alla cosiddetta «cantata dei pastori», opera del teatro religioso e napoletano tardo-seicentesco, scritta in versi, in cui si inscena a partire da una riflessione sulla Natività una lotta tra bene e male. S. Agostino diceva anche che chi canta prega due volte; penso che il dialetto napoletano, nel momento in cui viene pronunciato, con la sua musicalità e la sua profonda capacità di ridirci la nascita di Gesù corrisponda appieno a questo auspicio agostiniano. La lingua napoletana e i Vangeli si corrispondono pienamente: gli uni mettono in valore la forza espressiva della prima, e la prima fa scoprire lati inediti del racconto che ha fondato la nostra civiltà. E Napoli, oggi, per riscoprirsi città bella non ha bisogno che di questo».

Il tutto, aggiunge, con una convinzione ben precisa: «Che il Vangelo parli la lingua dei popoli, così come inteso e voluto anche da Papa Francesco, bene attento, nelle sue encicliche, alla questione di una fede «inculturata», che evangelizzi avvalendosi anche di strumenti inediti». Così, certamente «inedito» è il napoletano riscoperto nel suo ultimo libro, con uno scavo linguistico attento e preciso e una ricerca durata mesi sui testi, ma nuova è anche la doppia modalità di fruizione pensata per il testo, che dovrebbe auspicabilmente essere fruito a voce alta: tramite un codice QR è così possibile ascoltare l’intero volume letto dallo stesso Autore, affinché attraverso la musicalità dei suoni possa rivivere la dolcezza del Mistero e la bellezza di una cultura come quella napoletana, dalle tradizioni memorabili.

Proprio a questa tradizione si rifà anche Albin, dove tuttavia alla fantasiosità è sostituita la verità concreta, tangibile di un bambino – lo «Gneneto » – che nasce «›n fasciolle» – avvolto nelle fasce – piccolo nelle sembianze, ma grande nell’amore, raccontata attraverso una lingua – il napoletano – in cui risuoni l’universalità di una vicenda che può essere narrata in tutti i colori e le sfumature del mondo.

In attesa della prossima pubblicazione, già annunciataci da Albin – le parabole tradotte in napoletano – il libro «’O Gnéneto ›e Gesù» (La Valle del Tempo, 2022) è disponibile nelle principali librerie.

3 Gennaio 2023 | 06:35
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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