Ticino e Grigionitaliano

Donne e uomini, sposati e non, portano Cristo nelle case

Sono un centinaio e vivono nei nostri quartieri e nelle nostre città, sono donne e uomini, sposati o celibi, la grande maggioranza di loro laici, dunque non sono religiosi e neppure preti. Dalle prossime settimane inizierà per loro la generosa missione: quella di portare una parola di conforto e la Comunione a malati, anziani, persone fragili nel territorio dove vivono. Andranno nelle case anziani o anche nelle abitazioni private, laddove venisse segnalata in parrocchia la necessità. Il nome esatto che contraddistingue la loro missione è quello di «ministri straordinari dell’Eucaristia». Per adempiere a questo compito hanno seguito una formazione proposte dalla Diocesi di Lugano. I corsi sono ripresi da poco, dopo un certo tempo in cui non venivano più organizzati. È stato il vescovo Lazzeri a rilanciare questa proposta, che sta suscitando grande interesse. Ad ottobre partirà un nuovo ciclo, mentre il 28 settembre ci sarà un incontro per i ministri già incaricati.

All’ultimo corso hanno partecipato in 129. Spetterà loro ora svolgere, nel contesto della Chiesa ticinese, un ruolo importante: certamente portare l’Eucaristia alle persone che, per malattia o serio impedimento, non possono partecipare alla messa domenicale, ma anche ascoltare gioie e dolori, fatiche e speranze di coloro che visiteranno. Le fragilità con la quale i ministri si confrontano sono molteplici: persone malate, ospiti in Casa anziani o che abitano sole e la domenica non hanno chi possa accompagnarle a messa. «Questa vocazione nasce tra e per la gente. Sono infatti le comunità parrocchiali stesse ad indicarci i nominativi di coloro che si sono messi a disposizione per svolgere questo servizio », sottolinea don Sergio Carettoni, delegato del vescovo di Lugano per la loro formazione.

Una vocazione all’insegna dell’accoglienza

Proprio per questa caratteristica, i volti dei ministri straordinari sono tanti e diversi. Come nel caso della signora Claudia Renner Ronchetti, sagrestana, catechista, punto di riferimento per la parrocchia di Pura. Guardando ai suoi molteplici ruoli in parrocchia, dopo 20 anni, può ammettere con la stessa spontaneità dei primi tempi che «oggi, prima ancora di Gesù Eucaristia, porto alla gente la mia persona, offro accoglienza ed è questo che viene apprezzato. In alcuni casi, suono il campanello ed entro senza neanche chiedere, perché si sono creati dei rapporti di fiducia. Tutti gli anziani che visito li sento un po’ come i miei nonni».

Per andare incontro ai bisogni di tutti

Questo in lei fa nascere anche una proposta. «Sarebbe bello che tra ministri straordinari si creasse una rete e si condividessero di più le informazioni. Se esco da Pura, infatti, questa dimensione intima si perde, perché non mi conoscono. Sarebbe auspicabile, invece, che ci aprissimo ai bisogni anche delle altre parrocchie».

Infatti, l’aiuto dei ministri straordinari è spesso richiesto anche al di fuori dei confini della propria parrocchia: «Ero al mare – ricorda ad esempio la signora Daniela Mattiolo – e il parroco del posto, prima della messa, ha chiesto esplicitamente se nell’assemblea ci fosse qualcuno che potesse aiutarlo nella distribuzione dell’eucaristia. Mi sono messa a disposizione perché potenzialmente possiamo prestare aiuto ovunque ci troviamo». Quello della signora Mattiolo è un percorso davvero particolare; da tre anni è ministro straordinario dell’eucaristia assieme al marito: ruolo che svolgono a Tesserete, che con oltre 8 ministri straordinari è una delle parrocchie più feconde. Secondo i coniugi Mattiolo, è un segno dei tempi: «In un periodo per certi versi faticoso per i parroci, i parrocchiani accolgono favorevolmente chi si mette a disposizione per questo compito». «Spesso a richiedere la comunione sono persone di grande fede, che vivono con profonda tristezza il fatto di non potersi più recare a messa. Il nostro compito, allora, è quello di farli sentire partecipi della vita parrocchiale», raccontano.

Ma la loro vocazione come nasce? «Il parroco ce lo ha chiesto come testimonianza del nostro cammino di fede, portato avanti nel rinnovamento nello Spirito da tanti anni. Guardandoci alle spalle, possiamo dire che è un grande arricchimento sia per il singolo che per la comunità». Da qui l’importanza per questi volontari di seguire una formazione: «Proprio perché è una chiamata davvero grande, all’inizio ti senti indegno. Fare il ministro straordinario richiede una formazione precisa, non è qualcosa che puoi improvvisare ».

Una missione da portare avanti nelle proprie case

Anche quella di Luca Turon, a un passo ormai dal diventare ministro straordinario, è una vocazione che si intreccia a quella di marito. «I ministri – racconta – possono incominciare a portare la Comunione già durante il corso di formazio- ne. La prima persona a cui l’ho amministrata è stata mia moglie, che era appena uscita dall’ospedale». Luca ricorda anche un altro momento, quello in cui è stato presentato alla parrocchia di Ponto Valentino: «Era la prima comunione di mia figlia, e il parroco mi chiese di distribuire l’eucaristia al coro che dirigo. Fu l’occasione per spiegare a tutti il cammino che stavo intraprendendo». Luca sarà volontario in una regione geograficamente vasta, come la Val di Blenio. «Ciò che mi colpisce è come la gente si prepara a riceverti, come ti aspettano, soprattutto gli anziani. Magari guardano la santa messa in televisione, poi quando sono pronti ti chiedono la comunione. Sono esperienze uniche». Per lui, anche membro del comitato della Conferenza missionaria della Svizzera italiana, questa vocazione non è che un altro modo di fare missione, qui, tra la gente del Ticino: «Quando mi rivolgo alla gente per portare loro la Comunione, capisco che è Dio che agisce, non io, Luca: così sento di essere solo lo strumento che porta la buona novella nelle case».

Al via un nuovo corso di formazione

Sabato prossimo, 28 settembre, dalle 14 alle 16, avrà luogo presso il Collegio diocesano Pio XII (in via Lucino 79) a Breganzona, l’incontro di formazione per coloro che sono già ministri straordinari della comunione e desiderano approfondire il loro ruolo. Il relatore, don Emanuele Di Marco, parlerà della Chiesa, «luogo di carismi ricevuti prima che ricercati». Per info scrivere a liturgia@catt.ch o chiamare lo 091.225.41.10. A partire da ottobre, invece, riprendono i corsi di formazione per coloro che sono interessati a diventare ministri straordinari: a Biasca il 16, 23 e 30 ottobre, seguiti da due appuntamenti il 6 e il 13 novembre; a Lugano, il 17, 24 e 29 ottobre, seguiti da due incontri il 7 e il 14 novembre; a Tenero, il 14, 21 e 28 ottobre; a seguire il 4 e l’11 novembre. Le persone interessate si devono annunciare al proprio parroco; il termine di iscrizione è per il 30 settembre. Per ulteriori informazioni, sono a disposizione don Sergio Carettoni (076 218 62 88) e don Stefano Bisogni (076 439 05 10).

Laura Quadri

21 Settembre 2019 | 11:27
Tempo di lettura: ca. 4 min.
Condividere questo articolo!