Ticino e Grigionitaliano

Domenica 21 gennaio 2024: commenti al Vangelo

calendario romano

E il naufragar m’è dolce in questo mare

di Dante Balbo*

Quando ero ragazzo avrei voluto studiare informatica, ma l’unico istituto per ciechi era molto distante da casa mia. Allora riconsiderai la mia prima idea e andai a frequentare la Facoltà di psicologia a Padova, non meno distante dalla mia città natale, ma mai avrei immaginato di arrivare in Caritas Ticino e restarci per 30 anni. Quest’ultima scelta fu determinata da circostanze particolari, ma soprattutto conseguenza di un incontro con Gesù, scoperto come il mio salvatore personale e Signore. Fu a causa di una Sua parola che proposi la mia candidatura a Caritas Ticino, nel cuore del servizio ai poveri. Noi facciamo i nostri progetti, abbiamo le nostre idee, di fronte alla chiamata di Dio spesso recalcitriamo, con ragioni plausibili, obiezioni logiche, pur di non tuffarci nell’ignoto che ci viene proposto. Anche i discepoli avevano famiglia, un’impresa avviata, alcuni di loro erano nella resistenza contro l’oppressore romano, altri erano collaborazionisti come Matteo. Ognuno aveva buone ragioni per rifiutare l’invito del Maestro, ma si lasciarono conquistare da quell’uomo che prometteva una relazione sconvolgente, amava in modo radicale, faceva sentire la vita degna di essere vissuta. Jona il profeta, nella prima lettura, proclama ai Niniviti la conversione, che lui stesso non accetta; i discepoli nel Vangelo lasciano tutto per seguire il Messia. Noi non siamo diversi: a volte ci ergiamo a giudici ignorando che non siamo differenti da coloro che giudichiamo; altre volte ci gettiamo nelle braccia della fede, in un viaggio che non sappiamo dove ci porterà. Naufragare nel mare delle nostre presunte certezze è più dolce che accettare il rischio di avventurarci con Colui che ci chiama senza darci indicazioni, se non di seguirlo. Gesù però ha fatto una scelta precisa: come lui e il Padre e lo Spirito sono una comunità, così per camminare e predicare sulla terra, ha deciso che non potessimo restare soli ma formare una comunione che manifesta la sua presenza nel mondo: la Chiesa.
*Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino

calendario ambrosiano

Quarta Epifania: poco pane per la moltitudine

di don Giuseppe Grampa

Anche in questa domenica continua l’epifania di Gesù, il suo manifestarsi. I cinque pani e i due pesci che i discepoli mettono a disposizione è il segno della nostra partecipazione alla compassione di Gesù per la moltitudine. Ma quale sproporzione tra i cinque pani e i due pesci e la folla, circa cinquemila uomini! Mi sembra che la situazione descritta nella pagina evangelica si ripeta spesso nella nostra vita. Quante volte dobbiamo confessare la nostra inadeguatezza, il nostro non essere all’altezza dei compiti che ci attendono. E questo sia sul piano personale che su quello sociale, se pensiamo alle sfide drammatiche che chiamiamo guerre, fame, immigrati; allora il senso di impotenza può generare indifferenza. Papa Francesco ci ha messo in guardia dalla «globalizzazione dell’indifferenza » che rende gli individui così come gli Stati indifferenti alle sorti dell’umanità. Forse anche noi come i discepoli nella scena evangelica cerchiamo la soluzione alla nostra impotenza allontanando il problema. I discepoli invitano Gesù a congedare la folla perché trovi altrove il cibo necessario. Sembra davvero una soluzione di buon senso. Ma diversa è l’opinione del Maestro che non ci sgrava delle nostre responsabilità e prende nelle sue mani i pochi pani e i pochi pesci perché diventino nutrimento per la moltitudine. Anche l’ultima sera della sua vita Gesù prenderà nelle sue mani il pane e compirà gli stessi gesti: alzare gli occhi al cielo, benedire, spezzare. Anche quel pane dell’Ultima Cena sarà per la moltitudine. «Date voi stessi da mangiare», un imperativo che ci impegna a mettere nelle mani di Gesù quello che siamo, quello che abbiamo perché diventi nutrimento per la moltitudine. Nessuno è così povero da non avere nella sua bisaccia un po’ di pane: il Signore misteriosamente moltiplicherà la nostra povertà e ne farà pane abbondante per la moltitudine.

20 Gennaio 2024 | 11:52
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