Ticino e Grigionitaliano

Domenica 16 luglio: il commento ai Vangeli di Dante Balbo e di don Giuseppe Grampa

Calendario romano

di Dante Balbo*

Un tempo la parola data era garanzia di un patto, spesso sancito con una stretta di mano: costituiva un impegno, una dichiarazione di efficacia. Se tradita, era un grave disonore e motivo di duelli. Quando a parlare è Dio, oltre ad essere promessa sicura, alleanza che non si spezza se non da parte nostra, realizza quello che dice, crea dal nulla, fa esistere la luce che prima non c’era, l’uomo che era solo polvere. Lo afferma il profeta Isaia nella prima lettura di questa domenica, paragonando la parola del Creatore alla pioggia che irriga e feconda la terra, perché produca frutto. Allo stesso modo ogni parola che esce dalla bocca di Dio non torna a Lui senza aver creato quello che ha detto. La parola è suono e soffio, vento e vibrazione, si potrebbe dire canto che muove le cose, dà la vita, anima l’inanimato. Dio da un nome al pensiero e la luce illumina l’universo; parla e l’uomo, immagine in cui infondere la propria bellezza, prende vita, diviene altro con cui costruire relazione, da amare, non perché specchio di sé, ma chiamato a condividere la medesima gioia di stare insieme. Fin qui, tuttavia, si tratta di un Dio che fa bene le cose, se dice una parola si realizza, se crea l’uomo gli dà la possibilità di essere simile a Lui, ma rimane nell’alto dei cieli, può essere contemplato nella creazione, nella meraviglia dell’umanità, per quanto ferita. Un amore è qualcosa di più, ha bisogno di vicinanza, di sguardo e tocco e ascolto, di essere vissuto insieme, di una meta da guardare almeno in due. La parola di Dio, infatti, non è solo soffio, né suono che suscita il vivente, ma vita stessa di Dio, che in Lui è continuamente generata al di là delle cose create. Questa parola è diventata carne nel corpo di una donna, ha camminato, mangiato, sofferto e gioito, amato fino a donare la vita. Non c’è parola più grande che il nome del Figlio, in cui ogni creazione vive e trova un senso, vicino a noi più di noi stessi.

*Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e su YouTube 

Calendario ambrosiano

di don Giuseppe Grampa

Alla domanda «Quelli che si salvano sono pochi o tanti?», Gesù non risponde. Se rispondesse fissando il numero dei salvati, cancellerebbe il ruolo decisivo della libertà umana trasformando la vicenda umana in un copione già scritto di cui saremmo le comparse o peggio i burattini. Eppure possiamo in qualche misura rispondere alla domanda, non con un numero ma con alcune consolanti certezze. La prima: dalla parte di Dio vi è una volontà efficace di salvezza per tutti gli uomini, nessuno escluso. Così Paolo: «L’amore di Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti» (2Cor 5,14). La seconda certezza è suggestivamente annunciata nella prima lettura. Basterà la presenza di cinquanta giusti perché l’umanità sia salvata. Basterà l’intercessione di Abramo, il giusto, l’amico di Dio, perché l’umanità non venga sterminata ma salvata. Fino a quando sulla terra vi sarà un uomo, uno solo, o una donna che cammina nella giustizia e nell’amore, allora l’intera umanità potrà esser salvata. Quanti si salvano? La risposta è scritta nella coscienza di ogni uomo che liberamente accoglie o rifiuta la grazia. Ma l’appello è per tutti e quanti cercano nel rispetto della loro coscienza le vie del bene, non sono certo lontani da Lui. Ma sostiamo un momento sull’immagine della porta, anzi della porta stretta. Ma, infine, perché questa porta è stretta? Se davvero l’accesso alla vita di Dio è per tutti, nessuno escluso, perché non spalancare la porta, magari addirittura abbatterla perché l’accesso sia davvero per tutti? Sì, l’accesso è per tutti ma non è gesto scontato, ovvio. Non bastava per i contemporanei di Gesù aver nelle vene il medesimo sangue, quello di Abramo, e per noi oggi non basta esser anagraficamente cristiani e magari praticanti: bisogna essere operatori di giustizia; è necessaria la limpidezza della coscienza che liberamente, consapevolmente, si consegna nella fede al Signore e alla sua Parola.

15 Luglio 2023 | 11:47
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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