Ticino e Grigionitaliano

Domenica 12 marzo: commento ai Vangeli

Da un pozzo inesauribile la via oltre il mal di vivere

Calendario romano: Gv 4, 5-42

Uno dei disturbi più gravi di questo tempo è la depressione, il segno inequivocabile di una tristezza profonda che percorre tutta la società occidentale. Anche quando non si tratta di una vera e propria malattia, diagnosticata da uno psichiatra, spesso incontriamo persone insoddisfatte, incapaci di trovare un senso nel loro cammino. Emerge in questi ultimi anni una fascia di giovani che non trovano la strada, cominciano diverse formazioni, oppure abbandonano la scuola senza un progetto, un’ipotesi di realizzazione. Si tratta di qualcosa di più del diffondersi di una patologia come fosse un virus, ma spesso le risposte che cerchiamo sono quelle della scienza, della terapia psicologica o farmacologica: sacrosante scoperte che hanno consentito a moltissime persone di vivere una vita dignitosa, lavorando e prendendosi cura dei propri cari. Tuttavia le cause profonde di questo disagio esistenziale non riguardano solo la psiche o le disfunzioni sociali. Abbiamo abbandonato la sorgente della vita, la relazione che ci apre al mistero, ci fa stupire della bellezza di ogni giorno, ci spalanca l’orizzonte. Lo dicono le letture di questa domenica di Quaresima, in cui al popolo insoddisfatto per quello che sembra un viaggio privo di speranza nel deserto senza fine apparente, Dio risponde che si occupa di loro, che il cammino è per loro, che il suo amore è per loro, anche se non lo capiscono. Lo stesso accade nel Vangelo, in cui Gesù incontra una donna triste, insoddisfatta, che si è affannata a cercare risposte, accumulando fallimenti. A lei il Signore rivela non solo la sua insoddisfazione, ma anche la strada per trovare nell’incontro con lui un pozzo di felicità che non è certo l’acqua che è venuta ad attingere, ma la benevolenza di un Dio che non la condanna, la accoglie e le mostra che l’adorazione è un incontro, non un rito.

Dante Balbo, dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube

Non l’appartenenza ma il valore delle opere

Calendario ambrosiano: Gv 8, 31-59

Ben undici volte ritorna nell’evangelo di questa terza domenica di Quaresima il nome di Abramo. Questo insistente richiamo mi ricorda un’espressione che troviamo ripetutamente attestata nelle Scritture sacre, quasi una definizione di Dio. Di Lui si dice che è il «Dio dei nostri padri », e precisamente «Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe». Dunque Dio prima di essere il mio Dio è il Dio di altri, appunto dei nostri Padri. Può essere il mio Dio perché è il Dio di altri e io lo posso conoscere proprio perché questi altri di Lui mi hanno parlato. Qualche volta ci sorprende la tentazione di stabilire con Dio un rapporto immediato, diretto, a tu per tu senza passare attraverso la mediazione talora opaca e faticosa di altri uomini o la mediazione della Chiesa e invece è proprio attraverso altri che Dio è venuto incontro a noi, a cominciare da Abramo. Ciononostante, tra i discendenti di Abramo e Gesù nasce un conflitto insanabile. Eppure sono tutti discendenti di Abramo, appartenenti allo stesso popolo. Ma Gesù dice qualcosa che i suoi contemporanei non possono accettare: decisiva non è l’appartenenza al sangue di Abramo ma è piuttosto fare le opere di Abramo; vivere della sua fede, non del suo sangue. Quante volte Gesù reagirà energicamente contro la pretesa che essere figli di Abramo, avere il suo sangue, sarebbe titolo di privilegio esclusivo. Più volte dirà: verranno genti da Oriente ad Occidente, dal Nord e dal Sud e siederanno a mensa con Abramo, mentre voi, suoi discendenti che avete il suo sangue, sarete cacciati fuori. Le promesse di Dio non sono per un popolo, peggio per una razza, ma per l’intera umanità, per una salvezza che è per tutti, per ogni uomo che lo cerca con cuore sincero. Oggi preghiamo con quanti si riconoscono figli di Abramo, con gli Ebrei e i Mussulmani: «Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri. Non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo, tuo amico».

Don Giuseppe Grampa

12 Marzo 2023 | 17:18
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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