Internazionale

«Democrazia e verità. Tra degenerazione e rigenerazione»

Un dialogo basato su un reale scambio e che non pretenda di convertire l’uomo a precostituite idee politiche ma intenda offrirgli il messaggio del Vangelo». Ne è convinto Daniele Menozzi, storico delle religioni e professore emerito della classe di Lettere e filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa intervenuto ieri pomeriggio, giovedì 26 settembre, al 74° convegno della fondazione Centro Studi Filosofici di Gallarate sul tema «Democrazia e verità. Tra degenerazione e rigenerazione» apertosi nell’auditorium San Domenico a Roma. I lavori proseguiranno fino a sabato mattina e vedono la partecipazione di qualificati professori con competenze filosofiche, storiche e giuridiche. Durante la relazione su «Chiesa e ›autentica’ democrazia: da Leone XIII ai giorni nostri» il docente ha sinteticamente ricordato l’atteggiamento tenuto nei secoli dal magistero papale: se Leone XIII «legittima il ricorso all’espressione «democrazia cristiana»» Pio X «la condanna». La situazione cambia con Giovanni XXIII nell’enciclica «Pacem in terris», pubblicata nell’aprile del 1963, ha determinato «un forte spostamento nell’orientamento dell’autorità ecclesiastica nei confronti della democrazia». Dal documento emerge che cessa un atteggiamento «di diffidenza per aprirsi invece all’incoraggiamento e al riconoscimento della democrazia». Nella sua analisi, Menozzi ha ricordato che Giovanni Paolo II, dopo il crollo del comunismo, «insiste sul possesso da parte della Chiesa di quella «verità oggettiva» in materia politica e sociale cui ogni consorzio civile, sempre, dovunque e comunque, è tenuto ad assoggettarsi se vuole risultare come autentica democrazia». Benedetto XVI riprende questo pensiero e «assimila la democrazia alla tirannide e al totalitarismo per la violazione dei diritti naturali fissati dalla chiesa». Papa Bergoglio, infine, ha riproposto il tema in termini «del tutto nuovi perché dall’ottica eurocentrica che aveva caratterizzato la vicenda precedente – ha concluso Menozzi – ha allargato a un’ottica globale e ad una forte considerazione delle dinamiche del cattolicesimo latino americane».
La prima giornata del convegno, al quale ha partecipato anche la vice presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia che si è soffermata su «Le forme della democrazia nello Stato costituzionale», è stata aperta da Francesco Totaro, presidente del Comitato scientifico del Centro Studi Filosofici di Gallarate. Nella sua introduzione ha evidenziato che «coltivare molteplici prospettive della verità, e verso la verità, è interesse della democrazia, più di quanto non possa essere l’affermazione di relativismo».
La Fondazione Centro Studi Filosofici di Gallarate prosegue sotto altra veste giuridica l’attività del «Centro di studi filosofici di Gallarate», che ha dato origine ad essa insieme alla Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù e l’ha costituita come Fondazione il 13 settembre 1998.

27 Settembre 2019 | 10:35
Tempo di lettura: ca. 2 min.
chiesa (579)
Condividere questo articolo!