Dalla Parola di Dio alla vita per tutti: commenti verso il Natale di Gesù (III)

a cura del Coordinamento della Formazione Biblica della Diocesi di Lugano

Questa è la terza puntata del nostro percorso di confronto con i testi evangelici di queste domeniche di Avvento. Ragguardevoli esperte ed esperti di tradizione cattolica e di altre confessioni cristiane propongono le loro sintetiche linee di analisi e di interpretazione ai diversi testi evangelici che si succederanno, domenica dopo domenica. Le traduzioni dei brani evangelici saranno quelle pubblicate dall’Associazione Biblica della Svizzera Italiana nei volumi delle Edizioni Terra Santa (la casa editrice della Custodia francescana di terra Santa) editi dal 2017 in poi, nel quadro del progetto internazionale ABSI «Leggere i vangeli per la vita di tutti»[1].

Saremo lieti di conoscere l’opinione su di essi delle persone che leggeranno questi contributi (scrivano pure a: info@absi.ch) sia per stabilire un dialogo con loro sia per avere stimoli a migliorare costantemente quanto sarà proposto, settimana dopo settimana, in queste pagine elettroniche…

Giovanni 1,6-8 (rito romano – commento di Stefania De Vito[2])

6Ci fu un essere umano, mandato da Dio: il suo nome (era) Giovanni. 7Egli venne per una testimonianza, per dare testimonianza a proposito della luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma (era) per rendere testimonianza a proposito della luce.

Il poema sulla Parola d’amore cede il posto alla figura di Giovanni il Battezzatore. La sua identità umana è subito specificata dal ruolo che questi svolge, per esplicita volontà di Dio, nella storia della salvezza. Nei vv. 7.8 domina il lessico della testimonianza e si descrive l’antico ufficio dei profeti di «rendere evidente» qualcosa che sarebbe avvenuto nel futuro. L’azione della testimonianza, soprattutto quella giuridica, è legata alla memoria dell’evento. Giovanni fa memoria della Parola d’amore che si fa luce e ne dà testimonianza. Questa articolazione implica un ricordo non di tipo intellettuale, ma un’esperienza della Parola che, in Giovanni, ha generato vita e prodotto luce. In greco, il testimone è martys, cioè il martire: egli mette in gioco la sua stessa vita, in nome della testimonianza alla luce.

Giovanni 1,19-28 (rito romano / rito ambrosiano – commento di Gaetano Di Palma[3])

19E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei mandarono [verso di lui], da Gerusalemme, sacerdoti e leviti per domandargli: «Tu, chi sei?». 20Ed egli riconobbe, non negò; riconobbe: «Io, io non sono il Cristo». 21E gli domandarono: «Che cosa dunque? Tu sei Elia?». E dice: «Non (lo) sono». «Sei il profeta, tu?». E rispose: «No». 22Gli dissero dunque: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato: che cosa dici di te stesso?». 23Disse: «Io (sono) voce di chi grida nel deserto: Raddrizzate la via del Signore, come disse il profeta Isaia» (Is 40,3). 24Ed erano stati mandati da parte dei farisei. 25E gli domandarono e gli dissero: «Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro dicendo: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta colui che voi non conoscete; 27colui che viene dopo di me, colui al quale non son degno, io, di sciogliere il legaccio del sandalo». 28Queste cose avvennero in Betània, al di là del Giordano, dove era Giovanni che stava battezzando.

vv. 19-23: La frase «E questa è la testimonianza di Giovanni» ricorda la caratteristica segnalata nei vv. 6-8 e 15 circa il Battezzatore, cioè la martyría, nell’ambito di un’inchiesta condotta da rappresentanti del giudaismo ufficiale (hoi Ioudaîoi) dell’epoca (il verbo apostéllō, «inviare», sia al v. 19 sia v. 24, indica tale potere di rappresentanza).

Essi sono sacerdoti e leviti (vv. 19-20): i primi deputati al culto, consistente nei sacrifici; i secondi, invece, ausiliari (custodia e polizia nel tempio). Essi sono concentrati sulla titolarità di Giovanni. Si noti la prima domanda al v. 19: «Tu, chi sei?», ripetuta al v. 22. Si veda pure la ripetizione enfatica del pronome di seconda persona singolare, pronunciato dagli inviati, e di quello di prima persona singolare, pronunciato da Giovanni. Alle incalzanti domande dell’interrogatorio si susseguono le risposte precise del Battezzatore, il quale «confessa» (il verbo homologéō, nel senso di una confessione processuale oltre che liturgica): «Io non sono il Cristo». Nel Quarto Vangelo l’espressione egṑ eimi, «Io sono», si applica prevalentemente a Gesù, in quanto persona divina, come il Padre che rivelò il suo «nome» in Es 3,14.

Se non il Cristo, Giovanni può essere Elia o il «profeta» (vv. 21-23). Quanto a Elia, si confrontino, per es., Mal 3 e Sir 48,1-11, nei quali la sua evocazione assume un carattere apocalittico, sapienziale e messianico, perché è colui che prepara e precorre i tempi della venuta del Messia. L’altra possibilità è il «profeta» per eccellenza, paragonabile a Mosè (cfr. Dt 18,18). Qui c’è il collegamento con la tradizione profetica, rappresentata da Is 40,3, di cui Giovanni si serve per esprimere il senso della sua missione di «voce». Giovanni è testimone e cede il passo al Messia, il quale riassume in sé la Torah, rappresentata da Mosè, la tradizione profetica da Isaia, la tradizione sapienziale e apocalittica da Elia.

vv. 24-28: I farisei sono interessati ai problemi della purificazione. Perciò, chiedono a Giovanni: perché battezzare se egli non è il Cristo, né Elia, né il profeta? Il Battezzatore enuncia il limite del suo battesimo, amministrato con l’acqua, preoccupandosi piuttosto di «testimoniare» la presenza nell’umanità di colui che è il vero mediatore, non ancora conosciuto. Giovanni vuole far intendere che egli, pur amico dello sposo, non si sente degno di gettare il proprio sandalo su Gerusalemme per prendere «possesso» del suo popolo. Con la località al di là del fiume Giordano (attualmente territorio giordano) si simboleggia il parallelismo con Giosuè. Come costui guidò il popolo nella terra promessa, così Gesù sarà guida di un nuovo popolo. Entrambi i nomi in greco si scrivono Iēsoûs.

Per un’introduzione globale alla lettura del vangelo secondo Giovanni proponiamo la registrazione di un’ampia conversazione di Ernesto Borghi, docente di sacra Scrittura all’ISSR «Romano Guardini» di Trento, presidente dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana, tenuta il 29 maggio 2016, presso il Convento Francescano di Monte Mesma (Ameno/NO) (si utilizzi pure il seguente link: https://youtu.be/MW1NO0YVSCk).

Qui i commenti alle settimane precedenti


[1] Per avere accesso ai volumi di dette traduzioni, ci si rivolga pure a: info@absi.ch

[2] Nata ad Avellino nel 1977, cattolica, sposata e madre di famiglia, dottoressa in teologia biblica (Pontificia Università Gregoriana di Roma), già docente di introduzione alla Bibbia (Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale/ISSR di Avellino), insegna discipline bibliche presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università LUMSA di Roma. Ha pubblicato la sua tesi di dottorato dal titolo La schiavitù via di pace. Una prospettiva pragmalinguistica di Rm 6,15-23, PUG, Roma 2016. Ha collaborato alla redazione dei volumi Iniziare a leggere la Bibbia, Cittadella, Assisi 2018; Di’ soltanto una parola. Per leggere la Bibbia nella cultura di tutti, Effatà, Cantalupa (TO) 20182.

[3] Nato a Portici (NA) nel 1964, presbitero cattolico, licenziato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e dottore in Teologia, è professore ordinario di Scienze Bibliche (Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli) e direttore del seminario di scienze bibliche della sezione «San Tommaso d’Aquino» della stessa Facoltà. Tra i libri più recenti: La grazia di Dio non è stata vana. Alcuni studi su Paolo di Tarso, CNX, Roma 2013; (con L. Parente) Alle sorgenti della misericordia. Il Vangelo di Luca, Passione Educativa, Benevento 2015; Cristo e la gioia nei vangeli sinottici, Sardini, Brescia 2016; (con S. Infantino), «Tu sei Pietro…». Primo degli apostoli e roccia della Chiesa Artetetra, Capua (CE) 2019; (con P. Giustiniani-A. Tubiello), In tempo di pandemia. Piccolo manuale per navigare a vista, Artetetra, Capua (CE) 2020.

12 Dicembre 2020 | 14:59
Tempo di lettura: ca. 5 min.
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