La statua della Madonna del Carmelo.
Ticino e Grigionitaliano

«Dalla Madonna del Carmelo l'invito ad aprirsi ogni giorno allo Spirito». Il commento delle carmelitane di Locarno-Monti

di madre Francesca Crivelli*

Cominciamo brevissimamente con un cenno storico. Verso la fine del XII secolo un gruppo di eremiti si stabilì sul monte Carmelo in Terra Santa con l’intento di abbracciare la vita monastica, sotto il patronato della Vergine Maria. Ricevettero da S. Alberto, patriarca di Gerusalemme, una breve Regola. L’originaria connotazione mariana del Carmelo è testimoniata dalla dedicazione a Maria della prima chiesa, dal titolo dei suoi membri, chiamati «Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo», e dal riferimento a Maria nella formula di professione. La convinzione di essere un Ordine fondato in modo speciale a lode e gloria di Maria è stata espressa nell’adagio medioevale: Totus marianus est Carmelus. Il riferimento, quindi, che nel nome della Madonna si dà al monte, è semplicemente geografico-storico, quale indicazione del luogo dove i frati sono nati. Per questo, in origine, il titolo «Santa Maria del Monte Camelo» non si riferisce ad una immagine speciale o ad un aspetto nuovo di culto, e nemmeno ad uno degli aspetti del mistero mariano. Nella tradizione primitiva, santa Maria del Monte Carmelo è semplicemente la Madonna del Vangelo, che accoglie e custodisce la Parola e col suo sì diventa madre del Figlio di Dio fatto uomo. È la Madonna di tutti i giorni, del quotidiano. È interessante notare come nella Sacra Scrittura, il monte Carmelo, ricordato per la sua vegetazione lussureggiante, sia richiamo di bellezza e fecondità: il termine significa «giardino»; ciò spiega come i colori araldici nello stemma dell’Ordine carmelitano siano il marrone e il bianco. Il bruno riporta alla terra, all’humus, alla condizione umana (cfr. Gen 2, 7), mentre il bianco alla trasfigurazione (cfr. Mc 9, 3; Lc 9, 29). Collegando queste semplici considerazioni, si può dedurre che Maria, nella trama quotidiana della vita, ci invita, ci incoraggia a trasfigurare il nostro vissuto terreno attraverso l’ascolto attento della Parola, come ha fatto lei. Anche noi, come lei, siamo chiamati a far fiorire il giardino della nostra vita e ad aprirci all’azione dello Spirito Santo, affinché questo giardino sia sviluppo di fecondità nella Chiesa e per la Chiesa, per l’umanità intera. Lo scapolare, segno della protezione materna di Maria, non è una sorta di talismano, che ci rende immuni da ogni disgrazia, bensì, se così si può dire, una sorta di «corazza» per fortificarci nella lotta, prima di tutto contro il nostro egoismo, la nostra autoreferenzialità, e via di seguito. Lotta che non dev’essere ingaggiata a denti stretti, ma nella soavità dello Spirito. La realtà di un giardino, infatti, rispecchia bellezza e armonia, sebbene supponga costanza nella cura; ma certamente la più efficace componente risiede nell’amore con il quale si coltiva. L’effigie della Madonna del Carmelo mostra appunto lo scapolare, suo tratto peculiare, ma in primo luogo presenta il Bambino Gesù seduto sulle sue ginocchia. Un Bambino benedicente, poiché per Lui, in ogni età, da infante come da adulto, elargisce Se stesso a piene mani, nella culla come sulla Croce.

*Monastero carmelitano di Locarno-Monti
La S. Messa per la festa della Madonna del Carmelo avrà luogo, in Monastero, alle 7.30.

La statua della Madonna del Carmelo.
16 Luglio 2023 | 05:24
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