Svizzera

Dai Grigioni a Lübeck prendendo ispirazione dalla chiesa di Zillis

La chiesa di Zillis, nei Grigioni, diventa modello per costruire nuove chiese e rianimare, a chilometri di distanza, la vita di un piccolo quartiere di Lübeck, nella Germania del nord. È questa la storia curiosa di cui riferisce in queste ore kath.ch, intervistando Thomas Frank, uno dei fautori dell’iniziativa, e lasciandosi guidare da lui alla scoperta di questo nuovo piccolo capolavoro d’arte, ispirato in particolare dall’apparato che, dal Medioevo a oggi, condecora la chiesetta svizzera.

Thomas, qual è nell’insieme lo scopo di questo progetto architettonico a cui avete dato avvio?

Vorremmo creare spazi, in particolare per giovani e ragazzi, in cui, attraverso i quattro elemento dell’aria, del fuoco, del cielo e dell’acqua sperimentare qualcosa di diverso, una specie di contromossa rispetto al mondo digitalizzato di oggi e da loro costantemente frequentato. Offriamo, in altri luoghi creati dal progetto, la possibilità ad esempio, per loro, di dedicarsi al lavoro manuale. Ci ispiriamo direttamente a una ambientazione medioevale; così anche per il piccolo Monastero che, riprendendo l’iconografia di Zillis, stiamo ora allestendo e costruendo a partire dalla sua chiesa; uno stile romanico, del 12esimo e 13esimo secolo, riprodotto attraverso materiale direttamente proveniente dalla Norvegia.

Come siete giunti proprio a Zillis?

Ci siamo informati sulla chiesa attraverso tutta la letteratura e tutti gli studi prodotti nel tempo. Così abbiamo anche imparato e letto di come fossero stati costruiti i suoi apparati medioevali pittorici: i pigmenti utilizzati, i colori. Da qui l’idea, e la fattibilità, di poter riprodurre la stessa cosa anche qui. È rarissimo trovare ancora intatte, come invece succede a Zillis, chiese di quel periodo costruite in materiale ligneo e quindi poter vedere come erano dipinti e intagliati. Cosa che per noi è stata di grande ispirazione.

Chi ha dipinto le vostre tavole in legno?

È un lavoro che abbiamo affidato all’artista Felix Karweick di Lübeck, che ha cominciato col copiare una tavola. Le altre sono state adattate ai nostri temi, pur mantenendo il gioco di colori tipicamente medioevale. In tutto possiamo oggi ammirare 16 scene del Nuovo e del Vecchio Testamento. Nel Coro ci sono in particolare scene della vita di Gesù. Altre scene parlano del male e del peccato. Anche questo può servire a riflettere.

Avete avuto qualche tipo di contatto anche con la comunità parrocchiale di Zillis? Avete incontrato qualcuno?

Purtroppo ancora no, il covid ce lo ha praticamente impedito.

Come avete finanziato il progetto?

È tutto principalmente proveniente, per quanto riguarda il caso specifico di questa chiesetta, da Fondazioni private, donatori e sponsor. In un contesto più ampio, quello di costruirvi attorno un Monastero, siamo giunti a spendere 700’000 Euro. Ma volevamo fosse un progetto «educativo»: così abbiamo coinvolto molti studenti in formazione della regione. Qualcuno è giunto anche dalla Svizzera.

Il vostro progetto ha a che fare con la fede?

No, non siamo legati a nessuna confessione religiosa, siamo un’associazione indipendente, sebbene le nostre chiese e cappelle fin qui costruite siano state anche benedette. Ma la nostra è una indipendenza totale dalle istituzioni. Si possono comunque svolgere qui matrimoni e battesimi, o anche delle Messe. Siamo anche molto legati alla figura del pastore Iwer Rinsche, è lui che, fino alla sua morte nel 2014, ci ha motivati nel progetto. Le sue prediche d’Avvento resteranno a lungo memorabili. Ed è lui che ci ha condotti a Zillis. Ci sono molte storie di chiese che vengono prima sconsacrate e poi riconsacrate. Noi per contro, consci della particolarità del nostro progetto, costruiamo una chiesa «aconfessionale» del 12esimo secolo. Crediamo che in tutte le religioni ci siano valori condivisi importanti. Il dialogo è fondamentale nel nostro concetto.

kath.ch/red

Segnaliamo ai lettori che ad Ascona è in corso fino al 27 ottobre 2023 una mostra dedicata alla chiesa di Zillis

19 Maggio 2023 | 06:08
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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