Internazionale

Croci in vetta. «Un oltre che ci chiama»

La montagna ci chiama a sé: desideriamo la pace e i silenzi delle «terre alte», desideriamo immergerci nel contesto naturale, desideriamo salire le cime con gli amici. E quando in un punto panoramico lo sguardo si apre a ciò che è sotto di noi, ci accorgiamo che i contradditori aspetti della vita tendono a ritrovare il loro giusto posto, la loro giusta dimensione. È proprio vero: dall’alto si vede meglio.

Contemplare con stupore i monti lanciati verso il cielo, le vette che non abbiamo scalato e che desideriamo salire fa vibrare il nostro cuore. Un cuore che anela all’ultimo desiderabile di cui non abbiamo ancora la cognizione piena, ma di cui sperimentiamo l’attrattiva. La vita è andare oltre, al di là del nostro limite, per arrivare alla meta, al compimento, alla cima. Quante volte mi è capitato di intercettare le reazioni di studenti dopo una camminata faticosa, la cui colonna sonora era un alternarsi di: «Ma quanto manca?» «Quando ci fermiamo?»: arrivati alla meta li ho visti spostare lo sguardo dalla propria istintività alla realtà intorno a sé ed affermare commossi: «Che bello!» e poi «Grazie!» oppure stare in silenzio pieni di stupore. […]

«La scelta della montagna per le vacanze non è casuale. La sanità dell’ambiente umano, l’imponente bellezza della natura, favoriscono ogni volta il rinnovarsi della domanda sull’essere, sull’ordine, sulla bontà del reale – il reale è la prima provocazione attraverso cui viene destato in noi il senso religioso -. Con la necessaria disciplina, che è sempre stata rigorosamente curata (la disciplina è come l’alveo di un fiume: l’acqua vi scorre più pura, più limpida, più rapida; la disciplina è necessaria in quanto è riconosciuto un senso a tutto), le vacanze in montagna si sono proposte all’esperienza delle persone come una profezia, sia pur fugace, della promessa cristiana di compimento, come un piccolo anticipo di paradiso, e ogni particolare doveva veicolare quella promessa e realizzare quell’anticipo». (Luigi Giussani, L’avvenimento cristiano: Uomo Chiesa Mondo, BUR, 2003).

La montagna ha per molti, sia nella tradizione italiana sia in altre, un significato profondo, religioso: è il luogo dell’ascensione, dell’ascesi. […] Ed allora, tornando per un attimo sulla discussione che riguarda le croci di vetta, posso affermare che per me sono state un aiuto sia durante la salita, perché indicano la meta, sia all’arrivo perché ci ricordano di ringraziare (non è mai scontato arrivare, soprattutto se la via è impegnativa).

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12 Luglio 2023 | 16:14
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croci (3), montagna (10)
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