Tempesta fonte @flickrfree
Ticino e Grigionitaliano

Cop26: il meteorologo Luca Panziera sugli appelli di religioni e scienza per il clima

Inizia oggi a Glasgow, COP26, il vertice mondiale Onu sul clima che cercherà di accelerare l’azione verso gli obiettivi sul clima dall’accordo di Parigi e della Convenzione quadro dell’Onu. Il Papa è intervenuto a più riprese in vista del vertice. Lo ha fatto anche coinvolgendo i leaders delle principali religioni che si sono uniti a molti scienziati per chiedere alla comunità internazionale di intensificare la sua azione. Quaranta leaders religiosi hanno firmato il 4 ottobre in Vaticano un appello congiunto. Della posta in gioco parliamo con Luca Panziera, meteorologo di MeteoSvizzera.

Luca Panziera

Luca Panziera, gli appelli e le iniziative con cui i giovani, il mondo delle religioni, le ONG, la scienza ed in parte la politica e altri chiedono di adottare misure forti contro il surriscaldamento climatico, insistono sull’urgenza. Cosa può smuovere i governi?

Più che l’urgenza ribadita a diversi livelli, quello che può spingere a adottare delle misure è una constatazione: prima o poi ogni Paese viene coinvolto da eventi climatici estremi che in questi ultimi decenni si stanno intensificando. Anche i rapporti scientifici, sebbene sempre più dettagliati, non aggiungono nulla di nuovo all’idea di fondo:

da 150 anni si sa che la CO2 influisce sul clima.

Tra gli scienziati però c’è ancora chi non ci sta a identificare le cause del surriscaldamento climatico anche nell’agire umano. Questo tende ad influenzare la politica di certi Paesi. Quali le chiavi di lettura per interpretare queste posizioni?

Alcuni anni fa erano negati i cambiamenti climatici stessi, adesso il discorso verte sul ridimensionamento o sulla negazione dell’origine antropogenica.

Gli scienziati che negano le cause di origine umana dei cambiamenti climatici sono generalmente esperti di materie molto affini alla climatologia ma non sono climatologi e se ci sono dei climatologi, si tratta di pochi casi.

Ci sono studi che fanno vedere come queste voci – specialmente negli Stati Uniti – vengono finanziate dalle grandi aziende petrolifere. Spesso per far passare le loro tesi questi negazionisti usano delle mezze verità. Ad esempio dicono che gran parte della CO2 che emettiamo viene assorbita dagli oceani. Vero, ma a questo va aggiunto che non conta quanto assorbono gli oceani, piuttosto il bilancio tra quello che emettiamo e quello che il sistema esterno – nel suo complesso – riesce ad assorbire.

Il clima da sempre cambia, «non è una novità», si dice…

Anche qui bisogna guardare il problema nella sua complessità, non solo sottolineando un aspetto o una mezza verità:

i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, ed è vero, ma mai con la velocità che abbiamo adesso e con un mondo abitato da quasi otto miliardi di persone.

Tra gli scienziati c’è chi afferma che oltre ai dati certi sul cambiamento climatico quello che preoccupa è ciò che non sappiamo. Un esempio tra tanti: le concentrazioni di CO2 che sono stivate nel Permafrost che si sta sciogliendo – e di cui non conosciamo esattamente entità e composizione. C’è da preoccuparsi?

Le proiezioni climatiche vengono fatte usando modelli matematici che semplificano una realtà che di fatto è molto complessa. Sono semplificazioni che funzionano, dato che già i modelli degli anni ’70 hanno previsto per i successivi 50 anni quell’aumento di temperatura che effettivamente si è poi osservato. L’aumento quindi lo prevedono bene. Il discorso è diverso se cerchiamo di avere una panoramica completa delle conseguenze di questi cambiamenti, perché non tutti questi processi sono inclusi nei modelli matematici. Riguardo all’esempio dello scioglimento ipotetico di una grande quantità di Permafrost: è vero sarà emessa una grande quantità di CO2 che però i modelli, dato che si tratta di un processo estremamente complesso, non riescono esplicitamente a rappresentare.

Un imponderabile inquietante…

I climatologi di punta dicono che se l’aumento di temperatura continuasse indisturbato, potrebbero innescarsi delle reazioni a cascata che possiamo intuire ma delle quali conosciamo poco. La scorsa estate, ad esempio, durante l’ondata di caldo in Canada, le previsioni climatologiche sulla temperatura sono state stralciate di parecchi gradi e gli stessi scienziati hanno ammesso di essersi trovati davanti a qualcosa di inimmaginabile. Ci sono risvolti dei cambiamenti climatici che possiamo immaginare ma non quantificare e purtroppo si tratta di risvolti che rappresentano dei punti di non ritorno.

Cristina Vonzun

Tempesta fonte @flickrfree
31 Ottobre 2021 | 16:43
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!