Ticino e Grigionitaliano

Commenti al Vangelo di domenica 18 dicembre

Calendario Romano Quarta Domenica di Avvento

Anno A / Mt 1, 18-24 / IV Domenica di Avvento

Come ad un filo, appesi ad un Sì

di Dante Balbo
Gesù è l’indubbio protagonista dell’Avvento, sia perché siamo preparati al suo Natale, sia perché questo periodo straordinario dell’anno ci ricorda la sua seconda venuta, quando avrà posto tutti i nemici sotto i suoi piedi, l’ultimo dei quali sarà la morte. Per accogliere una speranza così grande e apparentemente lontanissima, – tutto sembra non cambiare mai e l’ingiustizia dilaga senza argini – abbiamo un alleato che traduce nella concretezza della vita questo annuncio.
Giovanni Battista ci ha preparato a ricevere il Messia, ma più ancora di lui Myriam di Nazareth ha permesso che il Dio invisibile diventasse un bambino, un giovane uomo, un maestro in Israele, il Messia atteso da sempre.
L’Emmanuele (Dio con noi) è il nome che il profeta Isaia assegna al figlio della vergine, già 7 secoli prima di Cristo, probabilmente senza avere l’idea di quanto questa profezia fosse pregnante e letteralmente esatta.
A rendere possibile questa presenza viva, racchiusa nella carne fragile di un uomo, che per questo ha reso il corpo e la mente umana parte del mistero stesso di Dio, è un semplice Sì, che ha coinvolto e sconvolto la vita di una giovane donna di Galilea, trasformandola nella regina dell’universo, madre di quel figlio divino e umano e madre di ognuno di noi. Don Willy Volonté, nel commentare le letture della 4a domenica di Avvento, riconosce che accogliere il consenso di Maria spalanca le porte al significato stesso dell’esistenza, ci orienta verso il Figlio che di questa vita è principio e fine, misura e grandezza, cuore e pienezza. Senza il sì della vergine, avremmo vagato nel buio, scoprendo forse qualche barlume di conoscenza, sempre provvisorio, sempre incompleto. Diverso è quel che ci accade se lasciamo che l’accoglienza di Maria divenga nostro cammino, esperienza del prodigio dell’incontro con la carne di Dio: anche se solo bagliori quelli che la nostra povertà umana riesce a cogliere, sono primizie di un’eternità luminosa in cui l’amore sarà così grande da non colmarsi mai.

Calendario Ambrosiano VI Domenica di Avvento

Is 62, 10-63.3b Fil 4,4-9 Lc 1, 26-38a

L’annuncio a Maria

di don Giuseppe Grampa

L’evangelista Luca descrive l’annuncio a Maria dopo l’annuncio a Zaccaria, che sarà padre di Giovanni il Battista e accosta queste due annunciazioni per istituire un confronto paradossale e istruttivo. L’annuncio a Zaccaria si colloca a Gerusalemme, nella cornice del Tempio, durante la liturgia, protagonista un uomo, anzi un sacerdote nell’esercizio del culto. Confrontiamo questa annunciazione con quella che vede protagonista Maria. Siamo lontani da Gerusalemme in un villaggio, in una abitazione qualunque e non nel tempio, protagonista una giovane donna, non un sacerdote, intenta ai lavori domestici e non all’esercizio del culto. Tutto porterebbe a concludere che decisiva è l’annunciazione a Zaccaria. E invece con un rovesciamento sorprendente Luca ci dice che proprio nella modesta abitazione di Nazareth si compie l’evento decisivo, il Tempio di Gerusalemme non è più il luogo della divina presenza ma lo è il corpo di questa giovane donna. Il dialogo tra l’Angelo e Maria é sorprendente perché ci svela l’incerto e faticoso cammino di fede di questa donna, chiamata a essere la madre del Messia. Luca non ci ha nascosto il turbamento che prende Maria al saluto dell’Angelo che in Lei suscita interrogativi. Il dialogo si conclude con la parola dell’affidamento incondizionato a Dio e alla sua Parola, ma l’affidamento è quello di un cuore che ha conosciuto il turbamento e il dubbio. Un cuore libero, non soggiogato da una forza invincibile, un cuore libero e che è segnato dalla fatica e dall’incertezza dell’interrogare. Anche in noi fede e dubbi convivono  e per riprendere la suggestiva indicazione del cardinale Martini un credente e un non credente convivono in noi, si interrogano, si confrontano, si scontrano. E invece vi sono persone che considerano i dubbi che li inquietano come vere e proprie colpe e se ne accusano. L’incerto percorso di Maria può riconciliarci con le nostre fatiche a credere, con le esitazioni che ci trattengono dall’abbandono fiducioso a Dio che ci interpella. Sulla soglia del Natale la Madre del Signore ci doni occhi grandi, capaci di stupore.

18 Dicembre 2022 | 07:09
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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