Chiesa e scienza: coi giovani per salvare il clima e l'uomo

«Fridays for future». Migliaia di scolari da tutto il mondo che il venerdì, da mesi, disertano le lezioni con questo motto per mettere in guardia sugli effetti del riscaldamento climatico. Ieri a questo movimento si sono uniti anche gli studenti ticinesi, in occasione del «Global strike», ulteriore atto di protesta che ha coinvolto oltre mille città in Europa e non.

L’iniziativa – partita dalla giovane attivista Greta Thunberg, in questi giorni proposta dal parlamento norvegese come candidata per il Nobel per la pace – non manca del sostegno del mondo accademico. Infatti migliaia di scienziati hanno espresso nelle ultime settimane il loro favore verso quanto sta accadendo.

Ma cosa ne pensa Luca Panziera, giovane ricercatore ticinese di Meteo Svizzera? «Cura del Creato significa preservare quello che abbiamo nella sua integrità. In questo senso gli appelli del Papa sono molto efficaci e, soprattutto, necessari. Sappiamo infatti che i cambiamenti climatici in molte parti del mondo implicano un rischio per le popolazioni locali. Salvare il clima è salvare l’uomo». E infatti, l’Onu lancia l’allarme: un quarto delle morti premature e delle malattie del mondo sono dovute alla crisi ecologica. «Al centro del cristianesimo – continua Panziera – vi è l’amore per il prossimo. I giovani si battono affinché alle generazioni future siano offerte migliori condizioni di vita, e questo richiede qualche sacrificio. La battaglia per il clima, insomma, dal mio punto di vista di scienziato e credente, è perfettamente «cristiana» nella sua essenza ».

È d’accordo anche André Marie Jerumanis, professore di bioetica alla Facoltà di Teologia di Lugano. «Le proteste dei giovani sono un grido contro l’indifferenza o l’ignoranza dei problemi della nostra casa comune, «la Terra». La distruzione dell’ambiente umano è la conseguenza di una disarmonia interiore che si manifesta ad ogni livello della società. I giovani lo recepiscono».

Ma in che modo tutto questo si riconnette all’enciclica sul clima di Papa Francesco, la Laudato si’? Continua Jerumanis: «Come il Papa, i giovani ci chiedono di passare da un cuore cinico e indifferente verso la casa comune a un cuore compassionevole per il contesto umano, familiare, lavorativo, ambientale. Esiste in loro una radicalità che gli adulti hanno perso, inciampando in tanti compromessi che li hanno anestetizzati». «Anche la Bibbia delinea una responsabilità precisa verso la Terra a partire dalla Genesi – precisa Jerumanis – e ci sono testi bellissimi anche della tradizione cristiana che vi si ispirano come il «Cantico di Frate Sole» di San Francesco. San Paolo, in particolare, parla di solidarietà tra Creato e Creature. Anche la cura delle relazioni umane fa parte della missione affidata all’uomo. Assecondarla significa rendere re gloria a Dio».

Laura Quadri

16 Marzo 2019 | 11:19
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