Ticino e Grigionitaliano

Chiesa di San Sisinio alla Torre: «Sui resti di un antico castello la traccia di un culto venuto da lontano»

di Laura Quadri

Fu il vescovo di Milano S. Ambrogio, nel IV secolo, a richiedere che Sisinio, Martirio e Alessandro dalla Cappadocia, dove erano noti per il loro lavoro di evangelizzazione, raggiungessero il Trentino, per impegnarsi nella diffusione della fede. Una missione dall’esito drammatico – il martirio – ma che li avrebbe portati per fama a essere tra i Santi più venerati, per secoli, in quelle zone e anche nell’intera Lombardia. In Ticino, lo testimonia la chiesa di S. Sisinio alla Torre, a Mendrisio, studiata nel nuovo numero della rivista «Arte e Cultura» (Fontana Edizioni).

Il culto dei martiri «Anaunensi»

«Il culto di questi tre martiri – ci spiega il suo vicedirettore Mirko Moizi – trova le sue radici nella Val di Non (antica Anaunia, nell’odierno Trentino), dove furono martirizzati il 29 maggio del 397. Il trasferimento delle loro reliquie da Trento a Milano voluto dal vescovo Simpliciano, successore di Ambrogio, comportò una rapida diffusione del culto, in particolar modo nelle località toccate dal percorso. La fondazione a Mendrisio di una chiesa loro dedicata è la conseguenza di una seconda ondata devozionale successiva di qualche secolo».

Sui resti di un antico castello

La chiesa, infatti, ci spiega Moizi, sorge sui resti di una costruzione di epoca altomedioevale: «Le vicende storiche ed edilizie più antiche riguardanti la chiesa sono connesse a quelle del castello che sorgeva sulla stessa altura, poi abbattuto nel corso del XIII secolo. Nello stesso periodo, e al più tardi all’inizio del 1300, si iniziò a costruire l’attuale chiesa, che sostituì un precedente edificio sacro di più piccole dimensioni, anch’esso risalente al VII o all’VIII secolo. E qui sta una delle particolarità di San Sisinio, perché la nuova chiesa fu costruita riutilizzando alcune parti della fortificazione, individuabili ancora oggi».

Una preziosa pala d’altare

Tra gli arricchimenti apportati alla chiesa nel tempo, anche quella di commissionare nel XVI secolo una pala d’altare a Bernardino Luini: «Il polittico di S. Sisinio, eseguito dal Luini fra il 1523 e il 1529 per l’altare maggiore della chiesa, è una delle opere più significative del Rinascimento della regione dei laghi. Purtroppo, alla fine del Settecento l’opera è stata venduta e le varie parti sono oggi conservate in vari musei e collezioni private, ma in questo numero di Arte e Cultura abbiamo proposto una nuova ricostruzione del polittico che permette di apprezzare appieno il lavoro svolto dal pittore di Dumenza. La qualità è notevole in tutte le parti dell’opera, ma la tavola centrale rappresenta l’apice di tutto il polittico, con una dolcissima Madonna con il Bambino di leonardesca memoria affiancata da S. Sisinio, cioè dal titolare della chiesa, e da S. Martino; il tutto inserito in un paesaggio che ricorda le nostre Prealpi». Per acquistare il numero: edizioni@fontana.ch.

6 Settembre 2022 | 07:25
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