Da sinistra, don Eugenio Corecco (poi vescovo di Lugano), don Luigi Giussani e don Corrado Cortella a Claro nel 1981.
Ticino e Grigionitaliano

Centenario di don Giussani in Ticino: una storia che dura tuttora, di fede, amicizia e opere

di Federico Anzini 

Il 15 ottobre, ricorre il centenario della nascita del Servo di Dio mons. Luigi Giussani (1922-2005), fondatore di Comunione e Liberazione (CL). In occasione di questa ricorrenza, la comunità di persone che in Canton Ticino è stata toccata dalla figura di Giussani, che visitò la terra ticinese più volte, propone il 17 e 18 settembre prossimi un week-end di incontri, conferenze e musica a ingresso libero per far conoscere e approfondire la storia e la novità che continua a portare oggi nella vita di tanti e al servizio della Chiesa il fondatore di CL.

«L’organizzazione di questo evento non è stato un cammino semplice – ci dice Luca Milesi, un volontario – ma è stato una grande provocazione perché ci siamo posti la domanda: chi è (non, era!) Giussani per la nostra vita? Parlo dell’oggi non per paura del passato ma perché intuisco che l’esperienza e gli insegnamenti di Giussani, giunti a me attraverso dei testimoni, si radicano dentro a chi li prende sul serio nella quotidianità».

«Non avrebbe valore per me questo anniversario – ci racconta Linda Nardone, un’altra volontaria – se non mi ricordasse qualcosa di importante che è successo nella mia vita e che l’ha cambiata. Anche se non ho conosciuto personalmente don Giussani, le amicizie che ho incontrato nel movimento, fin da giovane, mi hanno trasmesso il suo carisma e mi hanno permesso di allargare gli occhi e il cuore all’ipotesi di una vita umanamente piena e vissuta in compagnia. Questo sguardo sulla realtà continua ancora oggi per esempio nel mio lavoro di insegnate presso le Scuole San Benedetto, che nascono dalla genialità educativa di Giussani, dove si cerca di mettere innanzitutto al centro il cuore nostro e quello dei ragazzi ». 

Un evento che nasce da un’idea, Luca Milesi spiega genesi e contenuti dell’appuntamento. «La proposta educativa di Giussani si basa sul concetto di avvenimento. Non potevamo quindi pensare ad un momento che includesse solo spazi di riflessione, perciò abbiamo fatto in modo che questo evento permettesse anche momenti di convivenza (pranzo, cena, festa) dove liberamente ciascuno possa partecipare e incontrare altre persone. L’altro punto su cui abbiamo scommesso è la presenza di testimoni che hanno vissuto in presa diretta l’incontro con Giussani».

Un week-end intenso e ricco di proposte (vedi programma)

Si inizia sabato 17 settembre, alle 15, riflettendo sul «senso religioso», un pilastro fondamentale di don Giussani. «Abbiamo scelto di iniziare con questo tema – ci dice Luca – perché è uno degli aspetti educativi più rilevanti che permette una reale verifica della fede. Credo che nessun uomo leale con se stesso può esimersi dalle domande «elementari», come le chiama Giussani, ovvero l’esigenza di felicità, di giustizia e di bellezza. Solo se la fede ha qualcosa da dire rispetto a queste domande può essere veramente pertinente alla vita e quindi interessare tutti».

E poi nel tardo pomeriggio e in serata ci sarà spazio per la bellezza della musica e del canto. Il card. Ratzinger durante l’omelia funebre disse: «Don Giussani era cresciuto in una casa – come disse lui stesso – povera di pane, ma ricca di musica; e così, sin dall’inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza; non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita; così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia». Per questa ragione gli organizzatori propongono delle esecuzioni con musicisti professionisti di brani di musica classica accompagnata dall’ascolto di testi di don Giussani.

Infine non poteva mancare un momento di festa con una cena conviviale e una serata di canti popolari pensata per tutti, compresi bambini e famiglie.

Domenica 18 settembre la giornata verrà aperta alle 11.00 dall’aperitivo con racconti su don Giussani e il Ticino, a seguire il pranzo. Nel pomeriggio alle 14.30 ci sarà l’incontro con Claudio Bottini, testimone del genio educativo di Don Giussani, sul tema «Un incontro che cambia la persona».

Una mostra per il centenario

Nell’ambito delle iniziative per il centenario è stata anche realizzata una mostra virtuale in 3D, visitabile sul sito mostra.luigigiussani.org. Arricchito da contenuti e testimonianze audio e video inedite, questo affascinante itinerario digitale in Ticino verrà riproposto il 17 e 18 settembre nella Sala San Rocco a Lugano, con visite guidate gratuite. Per prenotare clicca qui.

«La mostra – spiega Linda – è ricchissima di contenuti. In particolare, ascoltare la voce di Giussani, così comunicativa, è un’esperienza unica: il suo timbro irradia la forza e la commozione di chi sente che quello che dice è proprio vero».

«Questa esposizione – ci dice Luca mi ha permesso di ripercorrere quello che è stata la proposta educativa di Giussani. È impressionante la diversità umana delle persone che sono state attratte dal carisma di don Giussani, basti pensare che sono presenti testimonianze da DJ Francesco a l teologo svizzero Hans Urs Von Balthasar (1905-1988), da padre Mauro Lepori ai monaci buddisti del monte Koya».

Una storia iniziata negli anni ’60 che continua ancora oggi

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Il movimento di Comunione e Liberazione è presente in Svizzera dalla metà degli anni ’60 del Novecento, ed è oggi diffuso in circa 70 Paesi. Ma come è approdato in Ticino? Ci aiuta a comprenderlo la storica Antonietta Moretti: «Don Marcionetti scrive che mons. Angelo Jelmini, già negli anni ›50, sentiva che la vita di fede dei ticinesi, in apparenza così fiorente, iniziava ad inaridirsi. La vita quotidiana di tanti praticanti era lontana dalla fede e la loro mentalità piuttosto mondana». La crisi, presentita anche da mons. Jelmini, spingerà papa Giovanni XXIII a indire il Concilio Vaticano II per riformare la Chiesa, mentre tutto l’assetto della società verrà messo in questione dal’68. All’inizio degli anni ’60 in Ticino, un giovane prete, don Eugenio Corecco, che dopo gli studi romani si era specializzato in diritto canonico, veniva incaricato dell’assistenza agli studenti cattolici ticinesi. «Corecco misurerà la profondità del distacco tra fede e vita – prosegue la Moretti – ormai strutturato in tanti dei giovani, affidati alle sue cure. Come colmare questo distacco? Con questa domanda aperta incontrerà don Giussani e la sua proposta, già seguita da molti Giessini, gli studenti milanesi dell’Azione Cattolica. Corecco invita così Giussani a predicare agli studenti universitari svizzeri a Montbarry (ct. Friburgo) e poi anche ai liceali ticinesi (sul Generoso, poi ad Agno ed infine a Claro). Inizia con loro una storia, in corso ancora oggi, di persone cambiate e di opere».

«Penso che chiunque parteciperà anche solo per una parte a questo week-end, avrà l’occasione di confrontarsi con la personalità di don Giussani a prescindere dai pregiudizi che troppo spesso la offuscano. Auguro a chiunque di riuscire a fare un pezzo di strada insieme, non guardandosi negli occhi ma guardando, insieme, verso la meta, ognuno verso il proprio Destino», conclude Luca.

Da sinistra, don Eugenio Corecco (poi vescovo di Lugano), don Luigi Giussani e don Corrado Cortella a Claro nel 1981. | © Archivio Amici Corecco
14 Settembre 2022 | 16:51
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