I bambini dell'asilo Little prince a Nairobi. (Foto AVAID)
Ticino e Grigionitaliano

Antonino Masuri dal Kenya: «In ogni gesto è l'amore che fa la differenza»

di Silvia Guggiari

È stato un tour tra Svizzera romanda, Ticino e diverse regioni italiane quello compiuto da Antonino Masuri in questi giorni con l’obiettivo di incontrare i sostenitori che da anni permettono ad AVAID di operare in Kenya e aiutare migliaia di bambini e ragazzi con le loro famiglie. Tre, per la precisione, gli appuntamenti in Ticino, a Lugano, Arbedo e al liceo di Lucino, durante i quali il missionario ha avuto occasione di raccontare del sostegno a distanza e dei progetti AVAID in Kenya. Dal 2007 in terra africana, Masuri, di origine sarda, segue in prima persona la missione della Ong svizzera. Durante il nostro incontro ci racconta con entusiasmo dei progetti realizzati e di quelli in corso, della situazione critica del Kenya segnata da una lunga siccità e dagli effetti della crisi russo-ucraina, delle fatiche che non mancano mai, ma anche della soddisfazione di vedere i propri ragazzi diventare uomini e donne ambiziosi di intraprendere una professione e di restituire il bene ricevuto. «AVAID è presente in varie baraccopoli – ci racconta Antonino – e sta facendo un grande lavoro di promozione umana, provando a fare un cammino con le famiglie che porti a un cambiamento di mentalità».

L’attenzione per i più deboli

L’Ong sta operando per valorizzare le fasce più deboli che in Africa «non valgono nulla»: «aiutiamo le donne ad imparare a leggere e scrivere, ad accedere ai servizi sanitari, ad avviare una piccola attività e ad accedere al microcredito». In Kenya, avere un figlio disabile è ancora una maledizione così i padri spesso abbandonano le donne: AVAID insieme a Romulus si impegna per sostenere la casa di Nerkwo, «per acquistare materiali e ausili necessari ai ragazzi per la loro formazione scolastica ma anche perché possano avviare una propria attività. Inoltre, nel centro delle Suore Missionarie di San Carlo a Nairobi seguiamo i bambini disabili con le loro madri. Vediamo spesso che con una terapia migliore e con l’amore questi bambini riescono a rifiorire. Ma il primo lavoro è quello con le mamme perché non si sentano abbandonate; è un messaggio di grande speranza perché la felicità non è una questione di perfezione fisica».

Un futuro per i bambini delle baraccopoli

AVAID, inoltre, negli anni ha creato un network di scuole dedicate ai bambini poveri, nelle quali cura l’acquisto dei materiali, oltre alla formazione degli insegnati e dei genitori, insieme all’impegno ecologico con diversi progetti. In una delle peggiori baraccopoli di Nairobi, sorge la scuola «Little Prince», gemellata con la «Piccolo principe» di Lugano, che accoglie 500 bambini. «Gli studenti della Little Prince tornano a casa ed educano i loro genitori, facendo capire che non è la legge del più forte che vince, ma che c’è un modo di guardarsi più umano e che la corruzione non è l’obiettivo più grande della vita. Una delle nostre premure più grandi è che il bambino viva la sua infanzia perché il rischio dei ragazzi è che cedano alla criminalità, e delle ragazzine delle baraccopoli è quello che vengano chiuse in casa a pulire, a prendersi cura dei fratelli senza avere la possibilità di andare a scuola». Altro «fiore all’occhiello»di AVAID è la scuola professionale St. Kizito, recentemente visitata anche dal Presidente italiano Mattarella.

Il sostegno a distanza

Uno degli aiuti più preziosi che arriva in Kenya grazia ad AVAID è quello del sostegno a distanza: una donazione di 600 CHF l’anno consente a un bambino delle baraccopoli di andare a scuola, ricevere cibo e cure mediche gratuite. «La famiglia svizzera – spiega Masuri – riceve una scheda del bambino nella quale comunichiamo i dati generali, la condizione di bisogno e i servizi personalizzati che offriremo grazie alla donazione. È un gesto bellissimo attraverso il quale i nostri bambini si sentono amati: per noi è un grande strumento di pace».

«Tutto il nostro lavoro – conclude Antonino – passa dall’amicizia e dall’amore verso il prossimo, perché senza questi fondamenti crollerebbe tutto. Per me è questi bambini, queste donne, questi poveri sono Gesù. Dobbiamo alzare l’orizzonte per poter compiere qualcosa di grande e saper abbracciare ognuno di loro. AVAID fa proprio questo, mette al centro la persona cristianamente, non il povero, facendolo fiorire e respirare dentro un rapporto di amicizia. È un lavoro faticoso che non finisce mai ma noi vediamo dei frutti».

Per aderire al sostegno a distanza di AVAID | Come aderire – Comment adhérer o telefonare alla segreteria: 091 921 13 93

I bambini dell'asilo Little prince a Nairobi. (Foto AVAID)
16 Maggio 2023 | 11:35
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